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Mercoledì, 26 Novembre 2014 00:00

Arte e potere. Il mondo salverà la bellezza?

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Perché nasce l'arte? Qual'è il suo rapporto con i diversi poteri (comunicativo, religioso, politico)? Il libro di Roberto Gramiccia (Arte e Potere. Il mondo salverà la bellezza? Con la collaborazione di Diana Cardaci, prefazione di Alberto Burgio, postfazione di Claudio Strinati - Ediesse, 2014, € 13,00) prova a fornire uno strumento di comprensione sulla misteriosa comparsa dell'arte (tra le prime attività umane insieme alla techné, all'erotismo ed al sacro) e sulla relazione - dialettica e tutt'altro che meccanica - tra questa ed il potere.

Una relazione che è anche - e qui vi è tutta l'influenza del pensiero marxiano - tra struttura e sovrastruttura, con diversi gradi di egemonia del potere sulla “più sconvolgente e meravigliosamente inutile delle attività umane”, con mille sfumature storiche che impediscono di stabilire rigide categorie di maggiore o minore asservimento dell'una all'altro.

Il testo traccia un percorso storico che dagli egizi passa per la “rivoluzione” stilistica di Caravaggio fino all'irrompere del mercato (con la sua sottile ma pervasiva influenza) e della provocazione di Duchamp che darà il via - anche se l'autore prenderà le distanze da alcune conseguenze del suo gesto - a tanti “cattivi esempi” in cui “il manufatto non conta niente, quello che conta è l'idea”. Un'idea che deve però essere straordinaria, se non lo è può essere qualsiasi cosa, e come qualsiasi cosa può diventare business.

L'arte dunque, ha un futuro nell'era del capitalismo trionfante, della ipercomunicazione che deforma, plasma, crea sentimenti, bisogni, aspettative?

Una possibile risposta la lasciamo alla lettura del libro ed al futuro che attende la nostra società.

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Novembre 2014 21:20
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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