Mercoledì, 23 Luglio 2014 00:00

Michael Kenna - Viaggio in Italia

Quando ci si appresta ad analizzare la produzione di un artista, magari avendo dapprima visitato una mostra retrospettiva che ne riassume il lavoro, bisognerebbe essere obiettivi. Prendersi del tempo, lasciare che l'onda dell'estasi visiva s'infranga sulle rive dell'oggettivo e che ritorni indietro, come risacca tenue e posata, nel quieto mare dell'imparzialità. Così il nostro critico d'arte, giornalista o burattinaio di parole dovrebbe ricacciare in un angolo entusiasmo, adrenalina e quant'altro di riconducibile al sentimento, per evitare di distorcere la percezione dello spettatore nei confronti dell'oggetto in esame. Lo scrivente, convinto che l'equidistanza del “buon” giornalismo sia una chimera per nulla auspicabile, prega i gentili lettori di perdonargli fin d'ora l'incapacità di dissertare con lucido distacco, caratteristico delle istruzioni per l'uso. In compenso garantisce loro l'onestà intellettuale di chi rimette al pubblico il diritto di verificare, parola per parola, afflato per afflato, che quanto scritto aderisca alla pura realtà dei fatti. L'unica forma di oggettività che ci piace menzionare, semmai, è quella “nuova” e “tedesca” dei coniugi Becher, pionieri in bianco e nero della fotografia industriale nella Germania post-bellica.

Pubblicato in Arti

Collettivo Kinoglaz

Firenze. È durante un assolato sabato pomeriggio di maggio che abbiamo il piacere di incontrare Fausto Podavini: espressione gioviale, una variopinta pashmina al collo, le braccia impegnate a sorreggere i bagagli. “Abbiamo il tempo per una sigaretta?”, sigaretta sia. I convenevoli di rito ed i suoi modi cordiali stemperano la tensione di chi alla tensione non s'è mai abituato. Raggiungiamo il primo piano del circolo “Il Progresso” e si prende a chiacchierare di fotografia, “che è tutta la nostra vita” come recita la dedica apposta su una copia del suo libro. Domande e risposte scivolano via in fretta e quasi fatichi a realizzare che, sotto quell'aurea di saggezza ed umiltà, si cela uno degli sguardi più interessanti della scena fotografica internazionale. Insegnante di reportage e membro del Collettivo WSP, Fausto collabora da anni con diverse O.N.G. e Onlus; la dedizione verso la fotografia di documentazione sociale lo ha portato a girare il mondo, dal Kenya all'Etiopia, sino in Kashmir. Nonostante ciò, è uno dei progetti da lui definiti “a chilometro zero” ad avergli permesso di vincere il primo premio nella categoria Daily Life del World Press Photo 2013.

Pubblicato in Arti

Collettivo Kinoglaz

È una mite mattina d'inizio gennaio, Palermo sembra una bella addormentata che riposa tra lenzuola intrise di malinconia nel giorno dopo della festa. Raggiungiamo Letizia Battaglia nel suo appartamento al centro della città. Ci apre la porta lentamente, si affaccia dalla fessura,  Pippo riesce ad uscire in corridoio e non smette di abbaiarci. Con un urlo deciso Letizia lo richiama e con la stessa voce potente e sicura ci invita ad entrare. La casa è il suo riflesso: fotografie appese alle pareti, i ricordi e gli amori sono lì. Tutto ciò in cui crede e ha creduto, ma soprattutto quello per cui ha lavorato una vita.

Opera attivamente già dalle seconda metà degli anni '70, impara a fotografare sul campo; scatto dopo scatto, rullo dopo rullo, la sua tecnica si perfeziona sempre più. Le immagini di cronaca realizzate per il giornale “L’Ora” l'hanno resa un'icona all'interno del panorama fotogiornalistico del secolo scorso. I suoi scatti hanno creato la memoria fotografica degli anni in cui Palermo fu il teatro della guerra tra cosche mafiose; ma lei, come tiene a precisare, non è la fotografa della mafia. Altrettanto degno di nota è il lavoro di documentazione su una Sicilia parallela: immagini di quotidianità e di festa, ritratti di donne e bambine, attraverso le quali racconta la sua visione della realtà.

Pubblicato in Arti
Sabato, 02 Novembre 2013 00:00

Mourning Becomes Electra: tra Derry e Roma

Il 29 Ottobre, nei locali dell’ISFCI - Istituto Superiore di Fotografia di Roma, è stata inaugurata “Mourning Becomes Electra”: una mostra collettiva frutto della collaborazione tra l’ISFCI e la VOID Art school di Derry (Irlanda del Nord), curata da ALA - Accademia Libera delle Arti e coordinata dagli artisti Ottavio Celestino e Paola Bernardelli. La mostra, che prende il nome dall’omonima opera del drammaturgo americano Eugene Gladstone O'Neill, che a sua volta rilegge in chiave moderna l’Elettra di Sofocle, è la fase finale del primo ciclo del progetto triennale “Trilogy” che ha come obiettivo il confronto e il dialogo tra culture e discipline diverse.

Pubblicato in Arti

Compagno”, un termine rinnegato dal gergo di certe formazioni politiche (presunte) di sinistra, ma espressione meravigliosa a partire dalla sua etimologia: cum (con) panis (pane), sta ad indicare colui con cui si spezza insieme il pane, gesto supremo di condivisione; e proprio un'atmosfera di condivisione era quella che avrebbe respirato chiunque si fosse trovato presso la Casa del Popolo “Il Progresso”, a Firenze, dal giorno 11 al 13 ottobre. Il workshop del fotografo Giulio Di Meo è stata l'occasione per avvicinarsi, “profani” e non, all'universo della fotografia sociale.

Pubblicato in Arti
Domenica, 06 Ottobre 2013 00:00

Italian History X - Il cuore nero di Roma

Il treno completa la corsa sul binario n. 24, penetrando nel grembo affollato della stazione con la dolcezza di un amante che scivola piano fra le gambe di una vergine. I passeggeri stipati nei compartimenti si ergono in piedi e conquistano la via più breve verso l'uscita, con l'entusiasmo di chi è stato appena chiamato alle armi. Lo spaccato di umanità che si accalca in attesa dietro le porte è quanto di più vario si possa immaginare: c'è il fumatore incallito con la sigaretta già serrata fra le labbra, un bambino che traccia la sua rudimentale firma sulla condensa mentre la giovane innamorata è impegnata a scambiare sguardi complici con chi l'attende al di là del vetro. Si spalancano i portelloni e quell'insieme eterogeneo di esistenze riprende il suo corso, sotto la battente pioggia d'ottobre che sbiadisce i ricordi di un'estate lontana una manciata di secoli.

Pubblicato in Società
Domenica, 18 Agosto 2013 00:00

Michael Kenna - Dai confini dell'Eden

E il settimo giorno Dio creò la reflex. Proprio così, il Creatore dev'esser stato il capostipite dei famigerati “fotografi della domenica”. Proviamo per un attimo, con un blasfemo quanto calzante esercizio di revisionismo storico, a sovvertire ciò che da sempre tramanda la bibliografia ufficiale. Immaginiamo il nostro vecchio dalla folta barba bianca e dallo sguardo bonario, degnatosi di raggiungerci dalle sue “lontananze stellate”, per dirla con Majakovskij. Ritrovatosi al cospetto della primordiale bellezza che la Terra sfoggiava a pochi giorni dalla sua genesi, non poté fare altro che fermarsi ad ammirarla.

Pubblicato in Arti

“Cafetina”: un termine che sembra richiamare alla mente sconfinate piantagioni di caffè; ma se la storia raccontata nelle immagini di “All imperfect things” di Pep Bonet fosse un caffè, sarebbe certamente quello dal sapore più amaro.

Pubblicato in Arti

Bologna, Anno Domini 1977. Radio Alice, una delle massime espressioni dell'ala creativa del movimento studentesco, sfuma le trasmissioni sulle note di “Lavorare con lentezza”. Un giovane Claudio Lolli dà alle stampe “Disoccupate le strade dai sogni”, successore di quella che la critica considera una pietra miliare della musica cantautorale italiana: “Ho visto anche degli zingari felici”. Un'ouverture di sax firmata da Danilo Tomasetta che, da sola, vale il costo dell'intero album. Prezzo politico di tremilacinquecento lire imposto all'allora Emi Italiana, ai tempi in cui un LP ne costava pressappoco cinquemila. In strada, una Fiat 127 sfreccia davanti ad una trafila di locandine. Su una di queste fa bella mostra di sé il volto dall'espressione sorniona di Roberto Benigni, ammiccante giullare al centro di una carta da giuoco. Poco sotto, una scritta rossa e blu a caratteri misti tra lo stampatello ed il corsivo suggerisce il titolo della pellicola: “Berlinguer ti voglio bene”. Diretto da Giuseppe Bertolucci, ritratto irriverente e scurrile del sottoproletariato della provincia toscana,

Pubblicato in Arti
Lunedì, 13 Maggio 2013 00:00

Pig Iron - A ferro e fuoco

Sfogliando le pagine di Pig Iron”, ultima pubblicazione indipendente ed autoprodotta di Giulio Di Meo, fotografo da anni impegnato nel campo del reportage sociale, sembra di vederli sfrecciare uno per uno quei quattrocento vagoni che concorrono a formare il treno più lungo del mondo. Sembra quasi di sentirli sferragliare mentre corrono in direzione del porto di São Luís, costeggiando fazendas un tempo destinate al caffè tra le regioni del Pará e del Maranhão, attraversando uno fra gli stati del Sud America con più ricchezze naturali: il Brasile.

Pubblicato in Arti
Pagina 2 di 2

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.