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Lunedì, 01 Ottobre 2018 00:00

Peplum di Blutch, tra Petronio e il fumetto francese

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Blutch, Peplum, 001 Edizioni, Torino 2017. Euro 18,00

Lo strasburghese Christian Hincker – come debitamente riportato la quarta di copertina di questo bel volume – è indubbiamente uno dei maestri del fumetto contemporaneo di ambito francofono. Un talento premiato nel 2009 con il prestigiosissimo Grand Prix di Angoulême ma che nel nostro Paese rimane in un certo senso in sordina, conosciuto principalmente nella nicchia degli estimatori del fumetto franco-belga, e, in un certo senso “quindi”, nell'ambito della critica fumettistica e dei suoi consumatori-utenti.

Peplum non fa eccezione: tradotto in una bella edizione dalla torinese 001, acclamato dalla critica italofona come must have degli scaffali fumettistici, questa “graphic novel” che si vuole richiamare al classicissimo Satyricon di Petronio ha sicuramente conquistato il pubblico del fumetto colto del nostro Paese. Bisognerebbe chiedersi quanto, in un certo senso, per inerzia.

Peplum è sicuramente una gioia per gli occhi. Un tratto graffiato apre squarci monocromatici su un mondo in declino, abitato da fantasmi e da uomini dai lineamenti quasi mostruosi, oppure inquietantemente classici e banali, winkelmanniani. Ogni partizione della tavola rivela qualcosa di interessante, compito perlopiù ignorato – purtroppo – dalla maggioranza del fumetto contemporaneo.

Del Satyricon, a mio parere, rimane poco, e d'altra parte già il frontespizio del volumone parla di una libera interpretazione. I personaggi sono a mio parere il punto forte della narrazione, ma sono forse più vicini alle anime pasoliniane di Petrolio che a Petronio. Stesso dicasi per le vicende che li muovono (e da cui sono fatalmente mossi) nel dipanarsi della trama; certamente una latinità febbricitante e impregnata di accenti perversi costituisce la pietra angolare di tutto l'edificio narrativo, ma alla follia contemporanea manca l'ironia antica. Rimane un senso di scarsa coerenza delle vicende, di episodicità, di mancanza di un centro forte e di un “qualcosa da dire”, ed è un peccato.

Un plauso lo merita la casa editrice italiana, diffondere il fumetto d'Oltralpe è un'opera lodevole in ogni caso e rimane una delle poche speranze di creare una cultura fumettistica diffusa anche nel nostro Paese, che purtroppo – a dispetto dei notevoli meriti artistici e fenomeni editoriali nostrali – è in questo campo relativamente in ritardo.

Nel complesso Peplum è un'opera da avere e da leggere, anche dato il prezzo veramente irrisorio del volume, ma che lascia poca voglia di rileggere. A chi voglia cimentarsi con il fumetto d'autore francese partendo da zero forse è meglio consigliare altro.

Immagine di copertina 001 Edizioni

Ultima modifica il Domenica, 30 Settembre 2018 22:54
Niccolò Bassanello

Nato a Bozen/Bolzano, vivo fuori Provincia Autonoma da un decennio, ultimamente a Torino. Laureato in Storia all'Università di Pisa, attualmente studio Antropologia Culturale ed Etnologia all'Università degli Studi di Torino. Mi interesso di filosofia delle scienze sociali, antropologia culturale, diritti delle minoranze e studi sull'educazione. Intellettualmente sono particolarmente influenzato dai lavori di Polanyi, Geertz, Wittgenstein e Feyerabend, su cui mi sono formato, oltre che dal postoperaismo e dal radicalismo statunitense. Nel tempo libero coltivo la mia passione per l'animazione, i fumetti ed il vino.

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