Giovedì, 30 Agosto 2018 00:00

Vera Pegna. Autobiografia di una donna

Leggere l’ultimo libro di Vera Pegna (Autobiografia del Novecento. Storia di una donna che ha attraversato la Storia, Il Saggiatore, 2018) è stato davvero emozionante e appassionante. Quest’ultimi non sono degli aggettivi scelti a caso ma sono i tratti comuni a tutta la vita dell’autrice. L’emozione e la passione dunque.

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C'è una via, a Firenze, dove l'asfalto si fonde con la memoria di un passato violento. Migliaia di turisti la lambiscono ogni  giorno, mentre indaffarati nel dare un senso al loro viaggio fagocitano con una fotocamera frammenti di arte rinascimentale, destinata a divenire un mucchio di pixel da mostrare orgogliosi ai parenti. Qualcuno l'attraversa, ma in pochi forse ricordano: incastonata in un triangolo delle meraviglie, tra Ponte Vecchio, gli Uffizi e Piazza della Signoria, si trova via dei Georgofili. Qui, la notte del 27 maggio 1993, Cosa Nostra decise di estendere il metodo stragista adottando una strategia di carattere terroristico-eversivo, in una guerra allo Stato da condurre su tutti i fronti. “Ucciso un giudice, questi viene sostituito; ucciso un poliziotto avviene la stessa cosa, ma distrutta la torre di Pisa si distrugge un bene insostituibile con danni incalcolabili per lo Stato”, queste le parole del presunto trafficante di opere d'arte che suggerì agli esponenti mafiosi l'idea dell'attentato. L'autobomba, che causò cinque morti, quarantotto feriti e la distruzione della Torre dei Pulci, rappresentava la risposta della criminalità organizzata all'inasprimento delle pene previsto dall'articolo 41 bis, il quale comprendeva un regime di carcere duro e l'isolamento. L'esplosione causò anche il parziale danneggiamento di numerosi dipinti, nonché del complesso artistico-monumentale della Galleria degli Uffizi.

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Collettivo Kinoglaz

È una mite mattina d'inizio gennaio, Palermo sembra una bella addormentata che riposa tra lenzuola intrise di malinconia nel giorno dopo della festa. Raggiungiamo Letizia Battaglia nel suo appartamento al centro della città. Ci apre la porta lentamente, si affaccia dalla fessura,  Pippo riesce ad uscire in corridoio e non smette di abbaiarci. Con un urlo deciso Letizia lo richiama e con la stessa voce potente e sicura ci invita ad entrare. La casa è il suo riflesso: fotografie appese alle pareti, i ricordi e gli amori sono lì. Tutto ciò in cui crede e ha creduto, ma soprattutto quello per cui ha lavorato una vita.

Opera attivamente già dalle seconda metà degli anni '70, impara a fotografare sul campo; scatto dopo scatto, rullo dopo rullo, la sua tecnica si perfeziona sempre più. Le immagini di cronaca realizzate per il giornale “L’Ora” l'hanno resa un'icona all'interno del panorama fotogiornalistico del secolo scorso. I suoi scatti hanno creato la memoria fotografica degli anni in cui Palermo fu il teatro della guerra tra cosche mafiose; ma lei, come tiene a precisare, non è la fotografa della mafia. Altrettanto degno di nota è il lavoro di documentazione su una Sicilia parallela: immagini di quotidianità e di festa, ritratti di donne e bambine, attraverso le quali racconta la sua visione della realtà.

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Intervista a Giusto Catania, assessore con deleghe in materia di Partecipazione, Decentramento, Migrazioni e Servizi Anagrafici di Palermo

1) Sono passati undici mesi dall'elezione di Leoluca Orlando puoi tracciare un primo bilancio sulle cose fatte e su quelle messe in cantiere dalla giunta?

Abbiamo fatto ripartire una macchina arrugginita: le cose fatte si sono scontrate con l'emergenza di una città che ha vissuto dodici anni di abbandono, di deregulation totale. Le aziende partecipate sono indebitate e la situazione sociale della città è complicata. Comunque abbiamo messo in cantiere tante iniziative per uscire dall'emergenza e cominceremo a raccogliere i frutti prestissimo: dalla raccolta dei rifiuti alle manutenzioni, dal miglioramento dei servizi all'incremento della spesa sociale, dall'emergenza abitazione alla gestione dei spazi. Il bilancio è positivo, intanto perché abbiamo messo in sicurezza una città che stava precipitando verso il fallimento e abbiamo evitato la privatizzazione dei servizi. Tra qualche mese partirà la seconda fase e i risultati saranno evidenti.

Pubblicato in Territori e beni comuni

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