Diversi dagli altri – per Magnus Hirschfeld (1868-1935)
Esattamente centocinquant’anni fa, il 14 Maggio 1868, nasceva Magnus Hirschfeld, personaggio importantissimo per almeno due ambiti divergenti, quello della sessuologia e quello dell’attivismo omosessuale, e ad oggi completamente dimenticato. Non mi sembra una cattiva idea cercare di far uscire da un immeritato dimenticatoio il suo impegno scientifico e politico, soprattutto in un momento in cui disinformazione e oscurantismo sembrano farla da padroni.
Lui, loro e gli italiani: la somma inconscia del berlusconismo secondo Sorrentino
2008. Passò da Cannes e poi in sala un film italiano destinato a diventare uno dei migliori film di Paolo Sorrentino (insieme a Le conseguenze dell'amore). Sto parlando de Il divo. Al centro del film c'era Toni Servillo con il suo Giulio Andreotti. In quell'opera c'era una piccola scena che era il fulcro della pellicola.
L’horror è roba da ragazze
“Nessuno dei miei film preferiti è di genere horror, eppure il mio genere preferito da guardare è l’horror”, commenta un lettore sotto un articolo del Guardian sull’ascesa del post-horror. Per chi scrive è lo stesso: che si tratti di scegliere il film per la serata a casa o per l’uscita al cinema con gli amici, il peggior horror sarà sempre preferibile ad una pellicola mediocre o un salto nel vuoto di qualsiasi altro genere. Forse anche perché, pur nella varietà di storie, di stili, di “mostri” umani o meno e di metafore da essi incarnate, gli horror dimostrano generalmente meno pretese dei film loro coevi in altri generi, lasciando apprezzare maggiormente i propri punti di forza.
Ancora su sessismo e censura: di rappresentazioni e interpretazioni
Verrebbe sempre voglia di sperare, magari in maniera un po' ingenua, che dopo tutte le discussioni e tutti i dibattimenti che in questi ultimi anni ci sono stati intorno a quali contenuti siano o meno appropriati o accettabili nell'arte, si sia giunti alla conclusione che la censura, anche quando operata con le migliori delle intenzioni, sia in ambito artistico sempre una cattiva idea. L'arte, verrebbe voglia di sperare, deve essere – dovrebbe essere – libera da tutti i vincoli che può essere legittimo imporre in altri ambiti, come il dibattito politico o il giornalismo; non dovrebbe esserci comportamento o aspetto dell'animo umano, per quanto controverso o aberrante, che le sia impedito di esplorare.
Se la teoria critica incontra il cinema: una recensione de "Il Giovane Marx"
[Premetto: non sono un’esperta di critica cinematografica, lascio quindi a voi le valutazioni tecniche; qui mi limito a un commento “naïf” sulla trama e sul suo significato]
Vedi il trailer qui.
Di film biografici ne esistono a bizzeffe, su personaggi di ogni sorta, ma - nonostante l’importanza di Karl Marx per la storia del pensiero - quasi nessuno si era ancora cimentato nel trasporre la sua vita sul grande schermo.
Il primo non sovietico a tentare quest’impresa fu Rossellini, che però morì prima di terminare la stesura della sceneggiatura. A riprendere in mano quest’impresa e a colmare questa grossa lacuna ci ha pensato il registra Haitiano Raoul Peck, un autore decisamente interessante e dal passato particolare: famoso al grande pubblico per il documentario candidato all’Oscar I Am Not Your Negro, Peck è vissuto tra Zaire, USA, Francia e Berlino e tra il 1995 e il 1997 ha ottenuto l’incarico di ministro della cultura di Haiti sotto il ministro dell’OLP Rosny Smarth.
Il paradiso nerd anni '80 esiste e si chiama Ready Player One
Quando la Warner nel 2010 annunciò l'acquisizione dei diritti del romanzo di Ernest Cline, ho avuto paura.
Ancora di più ne ho avuta nel momento in cui autori come Nolan, Jackson, Zemeckis (citazioni a go-go), Wright hanno rifiutato la regia di questa trasposizione cinematografica.
Gli oscar n° 90 dimostrano l'importanza delle donne, dei diversi, degli emarginati e delle minoranze
"Messico e nuvole, la faccia triste dell'America" - cantava Enzo Jannacci in una delle sue più note canzoni. Dopo Cuaron e Inarritu, il Messico si dimostra invece un'isola felice e si prende l'ennesima rivincita sugli Stati Uniti. Con tempismo perfetto.
Paul Thomas Anderson cuce l'abito perfetto per l'addio al cinema di Daniel Day Lewis
Se amate il cinema, segnatevi questo nome: Paul Thomas Anderson.
Regista, sceneggiatore, produttore di quasi tutti i suoi film. Stavolta è anche direttore della fotografia.
Se il Duce ritornasse, tra Churchill e Stalin (sul grande schermo)
Cosa ricercate quando vi rinchiudete in una sala cinematografica? Intrattenimento, riflessione, divertimento, distrazione, commozione? I film a tema storico possono essere di diversi tipi: ci sono quelli con uno sfondo realistico molto sfumato (Il Gladiatore è forse l’esempio più immediato) e pellicole distanti dall’intento dello svago. A questa seconda categoria, indicativamente, possiamo ascrivere molte dei film usciti in questa prima parte del 2018.
Tesoro, mi si è ristretto l'Homo sapiens
Il tema della miniaturizzazione di cose e persone nel cinema non è assolutamente nuovo. La bambola del diavolo, Il dottor Cyclops, Radiazioni BX: Distruzione uomo, Viaggio allucinante, Gulliver, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi (con annessi sequel) sono alcuni degli esempi più autorevoli.
Alexander Payne (già regista e sceneggiatore di acclamati film come A proposito di Schmidt, Nebraska, Sideways, Paradiso Amaro) gioca con le dimensioni per parlarci, ambiziosamente, di altro: ecologia, sovrappopolazione, collasso del pianeta, diritto di voto, vita di coppia, benessere e capitalismo. Non a caso questo film così ricco ha aperto la 74a edizione del Festival di Venezia.
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