Venerdì, 25 Marzo 2016 00:00

Achille Occhetto: Marx, Italia e comunismo

Achille Occhetto: Marx, Italia e comunismo

Necessità e debolezza della cultura politica comunista in Italia è un contributo che si inserisce in un filone ben preciso, quello che sta tentando di ricostruire una specifica visione del mondo entro contesti nazionali e internazionali. Una necessità imprescindibile: riscoprire la vera portata del pensiero di Marx. Achille Occhetto ripercorre così quella storia delle idee che portò alla caratterizzazione del movimento comunista italiano, tappe che hanno segnato la cultura comunista del nostro paese, che hanno determinato un bagaglio culturale ricco e diversificato.

Pubblicato in Società

Un appello agli autori di appelli per l'unità della sinistra

Quando parte la ricostituzione della sinistra si moltiplicano gli appelli di singoli, gruppi, sigle, collettivi e anonimi per stimolare o arricchire il processo.

Il contenuto politico degli appelli oscilla dal totalmente assente al molto vago (per timore di spaventare gli animi più sensibili ai termini troppo espliciti della militanza, sospetto). A volte l'appello assume toni puramente emotivo-motivazionali, perdendo qualsiasi connotazione chiaramente schierata.

Gli appelli per l'unità della sinistra sono un genere letterario a sé stante, che ha vissuto una sua evoluzione nel tempo. Devo dire che, mentre riuscivo a decifrare quelli che, fino a qualche anno addietro, venivano elaborati da compagni di formazione politico-culturale classica, le ultime produzioni, e in particolare quelle delle nuove generazioni (compagni ad alta scolarizzazione, alta frequentazione dei linguaggi dei nuovi media e background molto movimentista e poco o per nulla partitico) mi risultano molto più difficilmente comprensibili.

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Nel corso della storia ci sono sempre stati oppressi ed oppressori.Nella categoria di questi ultimi troviamo la maggiore miseria umana.

Pubblicato in Narrativa
Sabato, 02 Maggio 2015 00:00

La Torre e i semi della rivolta

I semi della rivolta

La lunga storia della lotta alle mafie alle ingiustizie e alla disuguaglianza sociale, ha tantissimi attori. Uomini e donne pronti a dare la vita, in pieno spirito socratico, per difendere, ma soprattutto per far valere le proprie idee. Luce abbagliante che deve arrivare alle comunità troppo spesso depresse e represse da ritmi quotidiani e da concezione del sociale come qualcosa di avulso rispetto al contesto in cui si vive. Finiamo per isolarci, per buttarci giù senza una via maestra da seguire. I detentori del potere hanno un unico obiettivo dividere per rendere tutto il resto debole, facilmente attaccabile. Le comunità spesso si sono mosse in impeto d’orgoglio anche grazie alla sapienza e alla temerarietà degli “attori” di cui sopra.

Pubblicato in Società

Elena Angeloni, Fronte patriottico antidittatoriale
Margherita Cagol, Mara nelle Brigate rosse
Annamaria Mantini, Luisa nei Nuclei Armati Proletari
Barbara Azzaroni, Carla in Prima Linea
Maria Antonietta Berna, Collettivi Politici Veneti per il Potere Operaio
Annamaria Ludmann, Cecilia nelle Brigate Rosse
Laura Bartolini, militante rivoluzionaria
Wilma Monaco, Roberta nell’Unione dei Comunisti Combattenti 
Maria Soledad Rosas, Detta Sole, militante anarchica
Diana Blefari Melazzi, Maria nelle Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente.

Pubblicato in Umanistica e sociale
Domenica, 08 Marzo 2015 00:00

Non è una festa ma è bella lo stesso

Non è una festa (ma è bella lo stesso)

La Giornata Internazionale della Donna non è una festa. Questo sembrano saperlo quasi tutti; eppure, forse abituati da un calendario scandito da festività comandate religiose, moltissimi tendono a chiamare «festa» qualsiasi ricorrenza – e quindi anche questa. Molti, ancora, colgono l’occasione per bacchettare le donne su cosa sia opportuno fare o meno in questa giornata (e in generale nelle loro vite): è consenso diffuso che sia indignitoso divertirsi, vivere liberamente la propria sessualità, in nome del fatto che tanti anni fa tante donne sarebbero morte in un incendio per conquistare la dignità di non divertirsi. Inutile rilevare che questo “ragionamento” non sta neanche in piedi.

Pubblicato in Diritti

“Perché il governo sta portando avanti una campagna di rastrellamento nelle zone in cui siamo più radicati […]? Rastrellamento significa distruggere tutto. Chiunque può essere ucciso, arrestato, abbandonato o violentato e la proprietà, le case, il raccolto e tutto può essere distrutto. Tutto questo non è altro che un regime fascista”

Con queste parole il Segretario Generale del movimento maoista rivoluzionario (CPI), conosciuto con lo pseudonimo di Ganapathi, ha messo in luce ciò che si nasconde dietro la massiccia offensiva condotta a tutto campo dalle forze governative contro le milizie rosse presenti nella zona centrale e orientale dell’India (per un articolo introduttivo sulla lotta armata in India clicca qua). Coniata dai media con l’etichetta di “Green Hunt”, l’operazione riflette in pieno quella che è la preoccupazione delle elité liberali rispetto all’intensificazione della lotta armata condotta dalla guerriglia cosiddetta “naxalita” nel corso di tutto lo scorso decennio. Il governo di Delhi

Pubblicato in Internazionale
Lunedì, 01 Dicembre 2014 00:00

Quale nuovo soggetto per la sinistra italiana?

Cominciò con la Sinistra arcobaleno (ricordate), poi la FdS, poi Rivoluzione civile, poi la lista Tsipras, senza contare le Fabbriche di Nichi, Ross@, Alba ed ora Human Factor (?!).
I tentativi di costruire un soggetto unitario della sinistra di alternativa, radicale, antagonista, ecc., ecc, ecc, sono e sono stati innumerevoli, ma tutti minati da alcune contraddizioni di fondo, che se non risolte inficeranno qualsiasi tentativo unitario.
La prima di queste contraddizioni è che ad ogni piè sospinto c’è il lancio di un nuovo soggetto politico della sinistra, con il quotidiano il Manifesto a fare spesso la parte del mezzano, ma altrettanto spesso, per non dire sempre, i proponenti dei diversi progetti sono tuttora, o lo sono stati fino ad un recente passato, parte importante a diverso titolo dei gruppi dirigenti o intellettuali di riferimento della sinistra italiana.

Pubblicato in Sinistre

Don Roberto Donadoni, Direttore Editoriale di Marcianum Press, incontra in una sera d'estate del 2014, a Capri, Fausto Bertinotti. Si fa coraggio e gli chiede di pubblicare una conversazione tra i due.

La premessa non è delle migliori per chi si è affacciato alla politica nel nuovo millennio e ha esordito con la Sinistra l'Arcobaleno la sua "prima volta" alle urne (per citare un adesivo di quella campagna elettorale). I pregiudizi verso il Presidente della Fondazione Cercare Ancora, già segretario di Rifondazione Comunista e Presidente della Camera, non impediscono comunque l'acquisto e la lettura del libro.

Pubblicato in Umanistica e sociale
Martedì, 04 Novembre 2014 00:00

La sinistra assente di Domenico Losurdo

Domenico Losurdo è un filosofo italiano, con un passato da docente presso l'Università di Urbino (oggi è in pensione) e un corposo numero di pubblicazioni facilmente reperibili e rintracciabili attraverso Wikipedia. La precisione e chiarezza delle sue argomentazioni accompagna una militanza mai celata nel campo del comunismo italiano. Non è un caso che la presentazione del suo ultimo libro, La sinistra assente, si colleghi, a Firenze, alla presentazione di un appello per la ricostruzione di un soggetto marxista e di classeAnziché recensire il volume abbiamo tentato di riassumerne alcuni concetti chiave con un'intervista all'autore che qui vi proponiamo.

1) Nel suo libro si affronta il tema della sinistra in chiave globale. Accenna alla situazione specifica italiana solo nel ricordare le infelici posizioni di Camusso e Rossanda a ridosso dell'intervento militare in Libia che ha abbattuto Gheddafi. La pubblicistica contemporanea ci aveva abituati a concentrarci sulle diseguaglianze economiche e sugli errori, o le debolezze, dei gruppi dirigenti della sinistra italiana, o al massimo europea. Può riassumerci le motivazioni di questa scelta argomentativa?

Noi oggi, per quanto riguarda l'occidente capitalistico, assistiamo ad un gigantesco processo di redistribuzione del reddito a favore delle classi più ricche e privilegiate. Ma questo viene ammesso in qualche modo da molti autori, non è un elemento nuovo. Il punto centrale nell'analisi del libro è invece questo: noi siamo in presenza, se diamo uno sguardo a livello mondiale, non di uno, ma di due processi di redistribuzione del reddito, tra loro contrapposti.

Pubblicato in Sinistre

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