Venerdì, 12 Dicembre 2014 00:00

Se Israele uccide un ministro palestinese

Ziad Abu Ein il 10 dicembre si trovava nel villaggio di Turmusia, in Cisgiordania, per piantare degli ulivi. Il popolo palestinese vive in gran parte di allevamento, pesca e agricoltura. O almeno ci prova, dal momento che l'esercito israeliano, in quanto forza di occupazione a tutti gli effetti, nega l'acqua ai contadini che devono innaffiare i propri campi, spara sui pescatori che escono in mare con le barche. E, questa volta, uccide un ministro dell'ANP che protestava assieme a dei contadini contro la confisca di terre (qui il video della protesta).

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Intervista realizzata da Luca Onesti e Alessia Bergerone

Dopo la creazione, nel 1948, dello Stato di Israele, e poi dopo la guerra del 1967, una parte della popolazione araba è stata espulsa dal territorio palestinese, vedendosi negata la cittadinanza. Il popolo palestinese oggi è disperso in una diaspora che conta circa 8 milioni di discendenti. La metà di essi è considerata apolide, non avendo cittadinanza in alcun paese. Obai Radwan ha 32 anni, è rifugiato in Portogallo – a Lisbona ha trovato un lavoro e la possibilità di continuare gli studi – ma è originario di Hamama, città palestinese spopolata in seguito alla guerra del 1948 e da cui la sua famiglia è dovuta fuggire.

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Lunedì, 25 Agosto 2014 00:00

In Palestina il massacro continua

La discussione attorno alla vera identità del militante dell'Isis che avrebbe decapitato il giornalista statunitense Foley è stata interrotta solo momentaneamente per riportare quella della morte di un bambino israeliano di cinque anni in seguito alle gravi ferite riportate a causa di un colpo di mortaio esploso da Hamas (è la quarta vittima civile israeliana dall'inizio del massacro a luglio).

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Mercoledì, 06 Agosto 2014 00:00

Ombre fondamentaliste in Medio Oriente

Il mondo occidentale guarda quasi indifferente all’inarrestabile crollo dell’Iraq e del vecchio Medio Oriente che si sgretolano sulla mappa insieme alla Siria di Bashar Assad e alla Libia delle mille e duecento milizie, dove in Cirenaica è stato proclamato l’Emirato di Bengasi”. A scriverlo è Alberto Negri, lucida firma del Sole 24 Ore, il 5 agosto 2014.

L’Italia è un paese centrale per il Mediterraneo e, piaccia o meno, l’importante risultato alle europee ha rafforzato le possibilità per il governo di Renzi di giocare un ruolo di primo piano nello scenario internazionale, a partire da quello europeo. La cosa più probabile però è che la politica italiana risponderà al massimo con le facce contrite dei parlamentari che esprimono preoccupazione per i bambini morti in Palestina o qualche agitata dichiarazione sull’isolamento italiano in Libia.

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Venerdì, 11 Luglio 2014 00:00

Anche Firenze è con Gaza

Circa duecento persone si sono riunite in piazza della Repubblica. Nonostante fosse un mercoledì, un giorno lavorativo come altri, in molti appena usciti dall'ufficio si sono ritrovati per cercare di rompere il muro di omertà e di menzogna che copre l'operato di Israele delle ultime ore.

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Martedì, 24 Giugno 2014 00:00

Palestina: la tragedia continua

“Questa è una generazione che è cresciuta dopo gli accordi di Oslo ed era abbastanza giovane durante la Seconda Intifada. Questa generazione ha acclamato Abu Mazen (Abbas) quando ha parlato dal podio delle Nazioni Unite chiedendo il riconoscimento del mondo e della comunità internazionale – una generazione che innocentemente ha pensato che uno stato palestinese fosse a portata e ora sente che tutto è saltato in area.”

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Gaza, 22 aprile 2014. Il Primo Ministro di Hamas Ismail Haniyeh ed dirigente nazionale di Al Fatah Azzam Al Ahmad si sono incontrati ponendo le basi di quello che potrebbe essere a tutti gli effetti un accordo storico. Dopo la scissione avvenuta nel 2007, i due partiti palestinesi hanno iniziato una trattativa che nelle prossime settimane porterà ad un governo comune.

Per quanto gli scetticismi a proposito della durata e della riuscita dell'impresa siano molto diffusi, dobbiamo tenere di conto quello che è lo scenario attuale nel momento che parliamo di conflitto israelo-palestinese. E va tenuto di conto, a mio parere, anche nel commentare quello che è successo a Roma in occasione del 25 aprile.

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Firenze per la Palestina

Per un 25 Aprile a fianco dell'Anpi e dei popoli resistenti

Quando celebriamo il 25 Aprile ricordiamo la lotta di liberazione dei partigiani, la resistenza, la liberazione dell’Italia, le vittime del Nazifascismo e i caduti della resistenza.

Purtroppo spesso vengono dimenticati, in questa data, i popoli che lottano tuttora per la loro liberazione come il popolo palestinese, derubato della sua terra dal 1948, occupata dal 1967:

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La trattativa per giungere ad un accordo di pace tra Israele e Palestina fa capolino, sporadicamente, tra i titoli dei giornali. Recentissima la notizia del due di picche ricevuto dal Segretario di Stato John Kerry da parte del governo di Netanyahu: nonostante quel che ne dice il responsabile degli Esteri statunitense, il raggiungimento di una pace definitiva non pare poi così vicino. Il punto di rottura è stato quello relativo alla gestione della Valle del Giordano, parte di quella fetta di territorio palestinese a confine con la Giordania e sotto occupazione israeliana.

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Venerdì, 03 Gennaio 2014 00:00

Un anno è finito senza ricordarsi di Gaza

Il 31 dicembre del 1983 a tenere il discorso di fine anno agli italiani fu il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Tra le sue parole trovò spazio la denuncia di uno dei più feroci massacri compiuti negli ultimi anni in Medio Oriente:

Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. È una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. È un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società

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