Niscemi (CL): Il MUOS (mobile user objective system) è un nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della marina militare statunitense, dotato di quattro stazioni di terra e cinque satelliti geostazionari.

Le stazioni di terra sono costituite da tre grandi mega antenne dal diametro di 18,4 metri e due antenne UHF alte 149 metri.

Il MUOS, la cui attivazione è prevista nel 2015, consentirà di trasmettere ordini e informazioni tra le truppe americane sparse sui vari fronti internazionali e il comando centrale del Pentagono. Il sistema satellitare permetterà di guidare i droni, pericolosi aerei da guerra senza pilota per le guerre di prossima generazione e di trasmettere le informazioni tra le truppe sparse sui vari fronti ed il Pentagono.

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«Considerato che alla luce delle controdeduzioni delle appellanti non è dato rinvenire l’esistenza dei presupposti per la richiesta revoca della cautelare già adottata, attesa la circostanza che la fase di collaudo dell’impianto risulta in itinere, e stante la prossimità dell’udienza pubblica fissata per la trattazione della causa nel merito il 12 luglio, il Consiglio di Stato respinge le istanze di revoca dell’ordinanza cautelare n. 732 del 27 febbraio 2013». 

 

Sono bastate queste poche righe alla Quinta Sezione del Consiglio di Stato di Roma per bloccare le speranze di tutto il fronte contrario al pirogassificatore di Castelfranco Di Sotto, al centro di una polemica che ormai dura da oltre due anni. La decisione presa dai giudici riguarda questa volta il tentativo, da parte dell'amministrazione di Castelfranco, del Comitato Antinquinamento (forte di diverse migliaia di firme) e di Rifondazione Comunista, di bloccare l'istanza cautelare che lo scorso 27 febbraio aveva concesso alla Waste Recycling di effettuare dei collaudi di prova per l'impianto. Un periodo di prova di 3 mesi i cui risultati saranno inseriti nelle carte che i giudici, sempre del Consiglio di Stato, dovranno vagliare in vista dell'udienza definitiva in merito all'autorizzazione all'impianto, attesa con trepidazione da tutti i protagonisti di questa battaglia legale il prossimo 12 luglio.

 

Fra le motivazioni che il fronte del “no” portava di fronte ai giudici v'era una contestazione dell’ultimazione effettiva dei lavori dell'impianto. Stando alle motivazioni delle parti avverse al progetto mancavano infatti atti ed opere che potessero far dichiarare ultimati i lavori di costruzione del pirogassificatore: opere di compensazione idraulica, aggiornamento del sistema antincendio, campionamento del terreno “ante operam” e approvvigionamento idrico. Senza dimenticare tutta la parte del progetto relativa alla produzione dell’energia, che ha come elemento portante la turbina oggi incompleta. Elementi che a febbraio avevano portato il Comune di Castelfranco a bollare il protocollo di collaudo come atto «siglato in spregio ai rapporti di leale collaborazione istituzionale», ma che evidentemente non sono bastati a convincere i giudici, i quali non li hanno neppure menzionati nell'ordinanza.

 

Elemento, quest'ultimo, che ha particolarmente gettato nello sconforto tutti i soggetti che in questi anni, fra autofinanziamento e attivismo, hanno cercato di bloccare un progetto che ha tenuto col fiato sospeso buona parte della cittadinanza, finendo pure per entrare, spesso, nella polemica politica a ben più alti livelli. Non è un segreto infatti che lo stesso presidente della Regione Toscana Enrico Rossi vede di ottimo auspicio l'avvento dell'impianto, più volte difeso in conferenze stampa, iniziative e manifestazioni pubbliche in giro per la Toscana. Un atteggiamento dai più collegato con la filosofia con la quale la legislatura Rossi sta cercando in molte zone della regione di “tenere botta” all'imperversare della crisi economica, sfruttando economicamente la chiusura di filiere produttive e vecchie glorie dell'impianto industriale e manifatturiero toscano, in questo caso il comparto del cuoio e della pelle. Comprensorio che ha visto fra le cause dell'inasprimento del clima intorno a questa vicenda anche i alcuni nomi della passata politica locale (un ex-sindaco) e regionale (un ex-assessore) a vario titolo coinvolti in qualità, oggi, di amministratori della ditta proponente il progetto e della collegata NSE Industry. Tutto regolare, ma sufficiente a scatenare le ire di parte dell'opinione pubblica.

 

Finito il collaudo, dunque, non resterà che attendere la decisione il prossimo 12 luglio, quando a meno di clamorosi ricorsi alla Corte Europea (spesso chiamata in causa dal fronte avverso al progetto nelle sue assemblee) si dovrebbe dire una parola definitiva sull'intera questione.


IN FONDO ALL'ARTICOLO IL TESTO DELL'ORDINANZA



immagine tratta da Pisatoday.it

 

 

Pubblicato in Toscana
Giovedì, 11 Aprile 2013 21:52

Edilizia verde in Toscana

La crisi vede fra i settori più colpiti quello dell’edilizia, con una moria fortissima di imprese, di perdita di posti di lavoro e con un aumento esponenziale dell’invenduto; questo problema però non può far sottacere il tema della necessità di arrestare il consumo di nuovo suolo e, quindi, la questione interconnessa di uno sviluppo di qualità.

Pubblicato in Toscana
Giovedì, 14 Febbraio 2013 00:00

Tav, una gestione che fa paura

Troppo gravi le ipotesi di reato, troppo approfondite le indagini della magistratura sul passante ferroviario dell'alta velocità ferroviaria. Qualcosa si doveva fare. Così torna in vita l'Osservatorio ambientale, che dovrebbe vigilare sulla correttezza dei lavori della grande opera. L'annuncio è stato dato in consiglio comunale dall'assessore all'urbanistica Elisabetta Meucci: “I ministri allo sviluppo economico Corrado Passera e all'ambiente Corrado Clini hanno firmato l'integrazione dell'accordo sulla riattivazione dell'organismo, necessaria affinché il rinnovo diventasse effettivo”.

Pubblicato in Società

Ben 108 pagine per ribaltare due anni di sentenze. E' con questo libello che la Regione Toscana ha deciso di impugnare la sentenza del Tar sul pirogassificatore Waste Recycling fra Castelfranco Di Sotto e Santa Croce sull'Arno.

Dopo l'annullamento dell'autorizzazione al contestatissimo impianto, decretato con la sentenza dello scorso 23 dicembre e a seguito dei ricorsi effettuati dal Comune di Castelfranco, dal Comitato e da Rifondazione Comunista. La Regione a sorpresa prende iniziativa nel tentativo di salvare l'impianto in attesa della decisione del Consiglio di Stato [A MARGINE IL TESTO DELL'IMPUGNAZIONE]. Tutto questo, si noti, prima che la stessa azienda abbia presentato alcunché.

L'ultima e definitiva decisione in merito al pirogassificatore, infatti, sarà pronunciata dal terzo grado di giudizio fra alcuni mesi, probabilmente nel 2014, a seguito della già annunciata volontà dell'azienda di ricorrere. In attesa di quella data, che segnerà una volta per tutte la fine di una diatriba durata oltre due anni, la sentenza del Tar di dicembre impone, nei fatti, uno smantellamento delle strutture. L'impianto (lo ricordiamo) era stato completato, malgrado il processo fosse in corso, in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato di maggio. Mentre il processo sulla legittimità dell'autorizzazione si stava ancora sviluppando, in parallelo il procedimento sulla “sospensiva” dei lavori di costruzione del pirogassificatore era, nel corso del 2012, andato avanti, vedendo prima prevalere in toto le ragioni dei ricorrenti “contro” e poi, in Consiglio, assistendo al parziale riconoscimento dei diritti dell'azienda a chiudere gli appalti con le aziende interessate alla costruzione. In parole povere il Consiglio di Stato aveva riconosciuto all'azienda il diritto a finire l'impianto, fermo restando che esso non poteva essere attivato finché non fosse finito il processo.

Adesso, a sentenza pubblicata, non resterebbe che smantellare tutto coerentemente con la decisione dei giudici, anche con l'eventuale pendenza di un ricorso. Ed ecco che in questi giorni entra in scena la Regione Toscana, che fa formale richiesta di appello nel tentativo di ottenere una sospensione dei lavori (questa volta di decostruzione) in attesa che anche il Consiglio si esprima sulla vicenda. Una decisione che potrebbe avvenire già a metà febbraio.

Fra le ragioni messe in campo dagli avvocati della Regione vi sarebbero quelle legate, in particolar modo, alla natura sperimentale dell'impianto. Asse portante dei ricorsi, il fatto che l'inceneritore potesse essere definito sperimentale aveva rappresentato per i giudici una ragione sufficiente affinché l'iter effettuato venisse considerato nullo. L'autorizzazione, infatti, è stata data dalla Provincia, mentre secondo il Tar avrebbe dovuto essere a carico della Regione. Non a caso buona parte del ricorso verte direttamente o indirettamente su questo punto, nel tentativo di evidenziare come “la pirogassificazione sia oramai una tecnologia matura e consolidata nel mondo”.

Sdegno, ovviamente, da parte di comitati e ricorrenti, che nel migliore dei casi si limitano a porre domande (evidentemente retoriche) al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

«Apprendiamo con immenso sdegno che la Regione Toscana ha impugnato la sentenza del Tar. Toscana che nel dicembre scorso aveva annullato l'autorizzazione per l'impianto di incenerimento rifiuti di Castelfranco di Sotto – scrive l'avvocato Luca Scarselli dell'Unione Inquilini, organizzazione che appoggiava il ricorso di Rifondazione Comunista. – Non comprendiamo questo “accanimento terapeutico” in favore di due società private. Il caro presidente Rossi deve oramai rispondere a varie domande e visto che non ha ancora mantenuto la sua promessa di un incontro pubblico, gliele rivolgiamo direttamente. Ci chiediamo perché la Regione Toscana difende così spudoratamente un impianto così piccolo, definito da un grande esperto come un “semplice forno per pizze”? Dove sta l'interesse regionale in tutto ciò? Non dovrebbe forse la Regione ed il suo presidente avere un atteggiamento imparziale?Forse dobbiamo tragicamente e polemicamente annunciare la morte della imparzialità? Difatti, abbiamo visto tanto. Abbiamo visto il presidente Rossi “mettere la faccia” in un simile impianto ed i cittadini stupefatti chiedersi il perché. Abbiamo visto il presidente Rossi presentarsi ad una conferenza stampa congiunta con la società Nse Industry, in cui lavora l'ex assessore regionale Agostino Fragai, e sponsorizzarla nella misura in cui fa una società di scarpe sponsorizza un giocatore di calcio. Ed ora vediamo la Regione Toscana che prende l'iniziativa per impugnare la suddetta sentenza del Tar, e vogliamo sottolineare che la Regione Toscana prende l'iniziativa per l'impugnazione (!!), dovesse questo particolare sfuggire ad i cittadini. Non si preoccupi caro sig.Rossi non vogliamo insinuare niente e nei confronti di nessuno, ma solo pretendiamo delle rispose visto che siamo cittadini e non sudditi».

Evidentemente sorpreso anche il Comitato Antinquinamento:

«Dopo la vittoria che avevamo ottenuto presso i tribunale della toscana, sapevamo che la ditta Waste Reciclyng prima o poi avrebbe nuovamente fatto ricorso al consiglio di stato a Roma: è nei suoi diritti, ma mai avremmo immaginato che a notificare il ricorso sarebbe stata la Regione Toscana con la firma del suo presidente Enrico Rossi. – spiega Aurora Rossi, presidente del Comitato – Quale è il suo interesse? Certo, a meno di un mese dalle elezioni politiche, deve essere grosso e noi vogliamo saperlo! Venga a spiegarcelo, caro presidente Rossi il perché lei continua a difendere e con tanto accanimento una industria privata. E’ tanto tempo che la aspettiamo, aveva promesso di venire, ma evidentemente o ha paura o non ha spiegazioni da darci, ma ora scusi , ma noi vogliamo saperlo, perché lei ha varcato il segno! Lei continua a favorire una ditta privata spendendo soldi pubblici! Sinceramente, lei crede che sia’ questo il suo ruolo di presidente di regione? Lei dovrebbe avere altre cosa da fare o da pensare che non siano la Waste Reciclyng o la NSE costruttrice di inceneritori! Con questo nuovo ricorso la regione toscana ha chiesto la sospensione della sentenza del Tar e il tempo in cui verrà trattata potrebbe essere già la prima settimana di febbraio, nel caso in cui poi il consiglio di stato a Roma sospendesse la sentenza del TAR, l’inceneritore potrebbe essere messo in funzione. E questo è sbalorditivo! Perché questa mossa? Dove è l’interesse comunitario? Che interesse ha la regione toscana nella figura del suo presidente Enrico Rossi perché la ditta Waste Reciclyng di Castelfranco di Sotto ottenga a tutti i costi il permesso ad incenerire i rifiuti? Lascio ai lettori ma ancora di più agli elettori delle prossime elezioni, le deduzioni e le risposte. E’ certamente possibile capire l’interesse della ditta, ma non certo quello di Enrico Rossi! Inoltre, nella precedente sentenza il TAR aveva sentenziato che era la Regione Toscana ad essere competente al rilascio dei permessi per l’incenerimento dei rifiuti, e non la provincia, come in effetti era avvenuto; ora con questo ricorso la regione smentisce se stessa e noi restiamo sempre più stupefatti di chi ci amministra e dalle continue scelte di certi politici».

Intanto su Facebook, nel tam tam su internet e negli indirizzari, circola da ore un appello a ribellarsi e manifestare la propria contrarietà alla decisione della Regione.  

Pubblicato in Toscana

“Questo inceneritore non s'ha da fare”. E' questa la notizia, pienamente confermata, che ha raggiunto Castelfranco da Firenze, sede del Tar al quale erano giunti gli appelli di Comune, Comitato Antinquinamento e Rifondazione Comunista.

Pubblicato in Toscana
Giovedì, 20 Dicembre 2012 11:52

Esperienze da cittadino ecoattivo

Immagine tratta da www.3200stories.com

In questo periodo così strano per tutta la nostra società fatto di proclami ed imbonitori, di facce nuove travestite da facce vecchie, di facce vecchie che non riescono proprio a sembrare nuove, il concetto che mi torna in mente più spesso è quello di cittadinanza attiva.

Pubblicato in Toscana
Lunedì, 31 Dicembre 2012 00:00

La politica e le nuove sfide globali #3

Immagine tratta da wikipedia.it

Intervista a Elena Pulcini, Professoressa ordinaria di Filosofia sociale, presso l'Università di Firenze 

10) Ritiene che la cosiddetta green economy o l’ edilizia sostenibile possano servire a sovrastare il problema della cementificazione cieca e selvaggia, o che alla fine, per usare una metafora, esse possano soltanto alleviare i dolori del paziente terminale ma non gli salvano affatto la vita?

Pubblicato in Umanistica e sociale
Martedì, 25 Dicembre 2012 00:00

La politica e le nuove sfide globali #2

Intervista a Elena Pulcini, Professoressa ordinaria di Filosofia sociale, presso l'Università di Firenze

5) Il clima impazzito, mette a nudo le miserie del genere umano. Ad esempio, mette in evidenza il potenziale devastante della cementificazione selvaggia (basti pensare al fatto che negli ultimi 30 anni abbiamo cementificato 6 milioni circa di terreno – un quarto del territorio italiano – pur contando 10 milioni c.a. di case vuote), eppure si continua a costruire. Sembra ormai radicata l’idea che senza edilizia, senza quest’ottica di endemico liberismo economico in cui versiamo non ci sia possibilità di occupazione né crescita né sviluppo. Può darci una sua considerazione a riguardo?

Uno dei problemi che più influiscono sulla devastazione del territorio è proprio questo: un atteggiamento di totale disinteresse nei confronti dell’ambiente, fagocitato dai fattori della modernità e da una sempre più cieca economia di mercato. L’Italia è appunto uno degli esempi più lampanti di violazione estrema del territorio. Come lo è il problema della rapacità economica: questa porta ad assumere un atteggiamento sempre più “selvaggio” da parte dei paesi emergenti, quali ad esempio la Cina, la quale, pilotata com’è verso la crescita non ha alcun interesse ad affrontare certe problematiche. Mentre per alcuni paesi, non si tratta neanche solo di questa visione sfrenata di crescita produttivistica, in nome della quale viene sacrificato tutto il resto, ma purtroppo, anche di senso di impotenza: si pensi ad un paese come il Brasile, dove c’è una coscienza ecologica molto più diffusa rispetto a quella italiana, eppure, anche qui, persino un grande presidente come è stato Lula, che sarebbe stato anche disposto a prender provvedimenti su questo versante, si è trovato costretto a trascurare enormemente il problema ambientale, in quanto cozzava con il problema del lavoro, dell’occupazione e della crescita economica.

6) Pensa che potrebbe esserci un’alternativa di progresso, per così dire, sostenibile?

Pubblicato in Umanistica e sociale
Martedì, 18 Dicembre 2012 00:00

La politica e le nuove sfide globali #1


Immagine tratta da css-llc

Intervista a Elena Pulcini, Professoressa ordinaria di Filosofia sociale, presso l'Università di Firenze

1) Partendo dal concetto di cura, di cui Lei si è particolarmente occupata, pensa che ci dovrebbe essere una “domanda di cura ambientale”?

Pubblicato in Umanistica e sociale

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