Nel corso della storia ci sono sempre stati oppressi ed oppressori.Nella categoria di questi ultimi troviamo la maggiore miseria umana.

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Maledetta e sanguigna la terra Toscana, dove politica e animi infiammati possono mutarsi in qualche “vaffa” rivolto a sindaci e amministratori, specie se di mezzo c'è la Resistenza: e querele a seguire. Stavolta però, lungi dall'essere il grillino di turno, il protagonista della querelle che tiene banco da due giorni a San Miniato, in provincia di Pisa, è nientemeno che Renzo Ulivieri, ex tecnico di Sampdoria, Cagliari, Bologna e Napoli, ora presidente dell'Assoallenatori ed esponente di spicco di Sel nel paese dove è nato.

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Per una brevissima storia delle Fosse Ardeatine

Sono quasi le 4 del pomeriggio quando in via Rasella, il 23 marzo 1944, i Gruppi di Azione Patriottica romani fanno esplodere 4 bombe a mano contro l'11ª compagnia del III battaglione del Polizeiregiment "Bozen", appartenente alla Ordnungspolizei (la polizia d'ordinanza tedesca). Sono 35 le vittime dell’attentato: 33 soldati tedeschi e 2 civili italiani.
Quella di via Rasella è un’azione che segna una cesura mentale nel corpo militare e politico tedesco: è la prima volta che una Resistenza alle forze armate naziste in Italia si manifesta così chiaramente e alla luce del sole, per di più nel centro della capitale, a Roma. È un gesto grave, clamoroso, che non può certo passare senza conseguenze: gestire un secondo fronte nelle retrovie mentre gli alleati avanzano da sud sarebbe uno sforzo impensabile per le truppe del Fuhrer. Bisogna quindi rispondere subito, eliminare il problema prima che si possa espandere e rafforzare. E la soluzione, davanti a una popolazione messa in ginocchio dalla povertà e dalle difficoltà della guerra, è la paura: la rappresaglia.

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Mercoledì, 18 Marzo 2015 00:00

Respingere odio per fomentare solidarietà

Respingere odio per fomentare solidarietà

È prassi annuale, come un rito iniziatico, come un gesto naturale, quando le idee quelle idee naturali non sono. È una moda, ogni anno gruppi di sedicenti fascisti (del nuovo millennio come amano definirsi) giocano a fare la “marcetta” nella città della torre. La popolazione pisana animata fin dagli anni più remoti da forte spirito antifascista respinge ogni qual volta questa minaccia lugubre prova ad avvicinarsi alla città.

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"L'ultimo attore vivente del Coniglio nazionale di Resistenza (CNR). Nato il 22 maggio 1915, è morto all'età di 99 anni. La sua dipartita è stata annunciata a qualche ora dall'anno dei suoi cento anni".

Robert Chambeiron ha svolto un ruolo centrale nella lotta contro «le due facce del fascismo [francese], quella dell'occupazione [nazista] e quella di Vichy».

A ventuno anni entra a far parte del gabinetto di Pierre Cot (guidato da Jean Moulin), tra i creatori della compagnia Air France e ministro del governo del Fronte popolare. Chamberlon vivrà quattro anni di clandestinità nella Parigi occupata dai nazisti, durante i quali «la Resistenza mangiava tutti i minuti della giornata». È tra gli organizzatori della prima riunione del CNR, il 27 maggio del 1943, di cui diventerà segretario generale. Raggiungerà poi Londra, per poi rientrare in Francia anche come delegato dell'Assemblea consultiva provvisoria del 1944-1945.

Pubblicato in Umanistica e sociale

Gaza, 22 aprile 2014. Il Primo Ministro di Hamas Ismail Haniyeh ed dirigente nazionale di Al Fatah Azzam Al Ahmad si sono incontrati ponendo le basi di quello che potrebbe essere a tutti gli effetti un accordo storico. Dopo la scissione avvenuta nel 2007, i due partiti palestinesi hanno iniziato una trattativa che nelle prossime settimane porterà ad un governo comune.

Per quanto gli scetticismi a proposito della durata e della riuscita dell'impresa siano molto diffusi, dobbiamo tenere di conto quello che è lo scenario attuale nel momento che parliamo di conflitto israelo-palestinese. E va tenuto di conto, a mio parere, anche nel commentare quello che è successo a Roma in occasione del 25 aprile.

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Domenica, 09 Febbraio 2014 00:00

Neofascismo e neonazismo (Ferrari e Mantegazza)

«Neofascismo e neonazismo. Un problema politico, culturale e educativo» è il titolo di un appuntamento organizzato a Firenze l'8 febbraio 2014 da Anpi, Flc Cgil e Filo Rosso.

Dopo una breve introduzione da parte di Gigi Remaschi, vicepresidente provinciale dell'associazione dei partigiani, si entra nel merito dell'argomento senza necessità di eccessive spiegazioni, nella città in cui sono stati uccisi Samb Modou e Diop Mor

Saverio Ferrari è giornalista e redattore dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre. Sceglie di partire dall'individuazione del 1995 come un punto di svolta nella storia del fascismo della nostra penisola. Con lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano e la nascita di Alleanza Nazionale è venuto meno un "freno inibitore" che a partire dal secondo dopoguerra si era affermato come realtà non marginale nella vita politica, diventando "il quarto partito in Italia già nel 1972, e giocando un ruolo decisivo nella nascita di 4 governi, oltre che nell'elezione di due presidenti della Repubblica". Gli eredi di Salò sono stati per decenni inquadrati nel sistema istituzionale. Nel corso di quel periodo la destra ha tentato di riscrivere il passato prendendo le distanze dal nazismo, come ha provato a fare Giorgio Pisanò nel negare responsabilità dirette dei fascisti rispetto all'olocausto.

A partire dal 1995 il neofascismo si radicalizza anche se si restringe elettoralmente (arrivando a pesare oggi tra l'1,5 e il 2%). Vengono recuperati miti che stanno fuori dalle vicende del Duce, andando a recuperare i simboli del Terzo Reich.

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Lunedì, 18 Novembre 2013 00:00

Essere antifascisti a Firenze

Sabato pomeriggio piazza Savonarola a Firenze poteva essere più piena, diciamocelo. E' oramai qualche anno che questa città, tolte un paio di eccezioni, non riesce a vedere le belle manifestazioni di una volta, che facciano parlare di migliaia. Ma questo è un problema trasversale, che coinvolge tutti, dai sindacati confederali in sciopero generale ai cortei delle realtà auto organizzate.

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Venerdì, 01 Novembre 2013 00:00

Grillismo comune e grillismo politico #2 di 2

La prima parte cliccando qui

Il secondo punto è più complesso. Con sterilizzazione, tratto fondamentale della civiltà, intendiamo la messa a tacere degli istinti atavici e primordiali: l’aggressività stupro-omicida che consentiva in condizioni di estrema precarietà la sopravvivenza dell’individuo (omicidio dei nemici) e della specie (stupro). Con la formazione dello Stato questi istinti sono acquietati dal fatto che la sopravvivenza è assicurata da un ente superiore, collettivo, che agisce su tutti in nome di tutti.

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Giovedì, 31 Ottobre 2013 00:00

Grillismo comune e grillismo politico #1 di 2

Distinguiamo fra grillismo politico e grillismo comune. Il grillismo comune fa riferimento ad un corpus di banalità, senso comune, miti popolari, sovente costruiti su stereotipi che assumono la coincidenza tra le categorie dello spiritoso (ciò che fa ridere) e del simpatico (ciò che è emotivamente vicino). Questi stereotipi sono un’estensione tematica del mito del bravo italiano, a cui fa da contraltare la leggenda nera del cattivo straniero: francese (“Napoleone ci ha rubato le opere d’arte”), tedesco (“Mussolini sbagliò ad allearsi con Hitler”), rumeno (“rubano e ci portano via il lavoro”), africano (“non possiamo mantenerli, spacciano, ci portano via il lavoro”), rom (“rubano, rapiscono i bambini, non pagano il biglietto dell’autobus”), ecc. Il grillismo comune è un oceano piatto, è la mediana di tutti i viziosi luoghi comuni ai quali anche una sola volta abbiamo concesso un’adesione emotiva.

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