Chiara Del Corona

Chiara Del Corona

Nata a Firenze nel 1988, sono una studentessa iscritta alla magistrale del corso di studi in scienze filosofiche. Mi sono sempre interessata ai temi della politica, ma inizialmente da semplice “spettatrice” (se escludiamo manifestazioni o partecipazioni a social forum), ma da quest’anno ho deciso, entrando a far parte dei GC, di dare un apporto più concreto a idee e battaglie che ritengo urgenti e importanti.

Intervista a Giovanna Maggiani Chelli, Presidente Associazione familiari vittime della strage di via dei Georgofili

1) Il devastante episodio del ‘93 della strage dei Georgofili, che costituisce una ferita ancora aperta nella storia e nella città di Firenze, purtroppo nasconde tuttora delle tenebre che non si vuole illuminare. Ad oggi, sono stati fatti dei passi in avanti, a livello giuridico e politico in direzione di un’indagine riguardo alla forte probabilità, che dietro quel tragico evento, non si celi soltanto la mano di Cosa Nostra, ma anche quella di “menti più fini”, per utilizzare il termine usato dal Giudice Soresina durante l’udienza preliminare del 1996?

No , non si è fatto nessun passo avanti verso le menti “più fini”. I processi svolti fino ad oggi sono pieni zeppi di spunti investigativi, in alcuni casi c’è la prova che potrebbe essere ricostruita in aula, ma l’ordine dall’alto, che in questi casi necessita, visto che i più che probabili concorrenti con “cosa nostra nella strage sono molto in alto, non arriva.

Il 9 novembre il Cinema Alfieri di Firenze, ha avuto come suo ospite Ascanio Celestini, giunto qui a presentare il suo nuovo libro “Pro Patria”.

Il testo di Celestini si svolge in carcere, il protagonista è un detenuto che si prepara a scrivere un discorso che dovrà pronunciare, ma c’è un altro personaggio, con cui il carcerato instaura un dialogo serrato che trascende le barriere temporali: si tratta di Giuseppe Mazzini. È proprio attraverso questo scambio con

Sabato, 09 Novembre 2013 00:00

La Spagna non è terra per Erasmus

Altri tagli in terra iberica: stavolta a subirne le spese sono tutti quei giovani universitari che hanno il sogno nel cassetto di poter studiare tre, sei o anche 12 mesi in una città estera grazie al programma Erasmus – acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students.

La prospettiva di tale esperienza, che arricchirebbe il percorso formativo dello studente, sia in termini di apprendimento (di una nuova lingua, diversi metodi di esami, diversi corsi ecc..) sia in termini di relazionalità (l’incontro con cittadini di tutto il mondo accomunati da uno spirito cosmopolita e di profonda aggregazione, oltre che dal desiderio di indipendenza, almeno per un periodo), sembra venir mutilata dalla recente decisione del ministro dell’educazione Ignacio Wert, che ha creduto necessario tagliare significativamente la cifra di quasi 30 milioni di euro che era stata stanziata per le borse Erasmus nell’anno accademico 2012/2013.

Mercoledì, 23 Ottobre 2013 00:00

Una 24 ore di fumetto (a Lastra a Signa)

Maratona di fumetto a Lastra a Signa. Dalle ore 14.00 del 19 ottobre fino alle 14.00 del 20, tanti giovani artisti si sono cimentati in una 24 ore non-stop di stesura di tavole. Organizzata da Flash, operatori di Strada (Ser.T zona fiorentina nord-ovest) e da FromSketch (collettivo di fumettisti che non ha ancora una forma ufficiale), con la collaborazione e il supporto dell’amministrazione del Comune di Lastra a Signa, l’iniziativa “Lastrazione lives & Comics” ha preso vita (o, meglio sarebbe dire, animazione) nello Spedale di Sant’Antonio in piazza Garibaldi di Lastra a Signa.

In occasione del centenario della nascita di Albert Camus, noto scrittore, filosofo e premio nobel per la letteratura nel 1957, Firenze ha organizzato due giornate, il 26 e 27 settembre, dedicate a questo autore straordinario, intitolate “Albert Camus, solitaire solidale”. L’iniziativa, curata da Sandra Teroni ha visto una serie di iniziative, dal convegno tenuto nella sala Antana di Palazzo Strozzi (tra i relatori, anche Sergio Givone, Italo Dall’Orto e Valerio Magrelli), proiezioni di film (“l’ultimo uomo” di Gianni Amelio e “Lo straniero” di Luchino Visconti, con Marcello Mastroianni nella parte di Meursault), passeggiate nei luoghi fiorentini amati e conosciuti da Camus (il suo saggio “Le désert” è infatti anche una sorta di elegia d’amore per Firenze, “uno dei pochi luoghi d’Europa in cui ho capito che nel cuore della mia rivolta dormiva un consenso”, si legge nel testo) e un’altra conferenza tenuta all’istituto Francese che ha visto come relatrici Maissa Bey e la stessa Sandra Teroni.

La presentazione del numero 2 (il terzo) del cartaceo Il Becco, è stata l'occasione per proseguire con la discussione su come è cambiato il mondo del lavoro in questo nuovo millennio. Sotto l'etichetta #nonètempodilavorare si sta infatti sviluppando un dibattito articolato, a partire da un'iniziativa del 25 giugno 2013.

Martedì, 17 Settembre 2013 00:00

In India con Siddharth

Un altro bel film apparso alla mostra del Cinema di Venezia, seppur non in concorso, è “Siddharth”, di Richie Mehta e interpretato dal bravo Rajesh Tailang – anche autore dei dialoghi – e dalla bella e altrettanto intensa Tannishtha Chatterjee. Siamo a New Delhi. Mahendra lavora come riparatore di cerniere – di qualsiasi oggetto, dai vestiti alle borse.. – e ha una moglie e due figli, una bimba piccola e il dodicenne Siddharth (detto Siddhu). Proprio su quest’ultimo ruota tutta la vicenda del film. O meglio sull’assenza, sulla scomparsa del bambino. Mehendra lo aveva infatti mandato a lavorare a Ludhiana, in una fabbrica di un conoscente del cognato, il quale aveva saputo che il proprietario cercava un ragazzino per muoversi e utilizzare i macchinari con più destrezza

Una perla da non perdere tra i film della sezione “Autori” della 70° Mostra del Cinema di Venezia, è “La reconstruccion”, quarta opera dell’argentino Juan Taratuto. Film intimistico, doloroso e commovente ma raccontato con delicatezza e pudore, senza la volontà di far abbandonare lo spettatore a troppo facili lacrime.

Mercoledì, 07 Agosto 2013 00:00

Lo straniero, dalla Grecia antica a Derrida

“Un gesto di ospitalità non può che essere poetico”

Jacques Derrida

Straniero. Dal greco Xenos. Nella voce presente su Wikipedia si legge: “Xenos può essere tradotto con straniero, nel senso di una persona proveniente da un altro stato greco e un viaggiatore straniero oppure una persona introdotta in una in una relazione di amicizia di lunga distanza. Xenos quindi si riferisce generalmente alla varietà di ciò che un particolare individuo può essere, in particolare, ospite, straniero, amico. E si legge ancora: “L'ambiguità del significato di Xenos non è un moderno malinteso, ma era di fatto presente nella Grecia antica. Può essere usato per riferirsi a guest-amici il cui rapporto è costruito sotto il rituale di Xenia ("guest-amicizia"). In tale uso è comunemente tradotto come "ospite-amico" per distinguerla dalla Philos, parola greca, che è stata utilizzata per fare riferimento ad amici locali e ai parenti non strettamente vincolata da Xenia”.

"..Poiché anche solo nella minima manifestazione di una qualsiasi attività intellettuale, "il linguaggio", è contenuta una determinata concezione del mondo, si passa al momento della critica e della consapevolezza, cioè alla questione: è preferibile "pensare" senza averne consapevolezza critica, in modo disgregato e occasionale, cioè "partecipare" a una concezione del mondo "imposta" meccanicamente dall'ambiente esterno, a cioè da uno dei tanti gruppi sociali nel quale ognuno è automaticamente coinvolto fin dalla sua entrata nel mondo cosciente (...) o è preferibile elaborare la propria concezione del mondo consapevolmente e criticamente e quindi, in connessione con tale lavorio del cervello, scegliere la propria sfera di attività, partecipare attivamente alla produzione della storia del mondo, essere guida di se stessi e non già accettare passivamente dall'esterno l'impronta alla propria personalità?

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