Sabato, 26 Maggio 2018 00:00

Dissidenti, poveri, donne ed emarginati protagonisti al 71° Festival di Cannes

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Dissidenti, poveri, donne ed emarginati protagonisti al 71° Festival di Cannes
Speciale dalla 71° edizione del Festival del Cinema di Cannes

Dopo una 70° edizione non memorabile (vedi qui), a Cannes si sono fatti delle domande. Il vento del cambiamento è iniziato a soffiare. Alla berlina sono andati i film americani (ad eccezione del nuovo film di Spike Lee e lo spin off di Star Wars, "Solo"), le pellicole Netflix che rifiutano il passaggio dalla sala cinematografica, le anteprime stampa per evitare gli odiosi commenti sui social degli haters, i selfie sul red carpet. "La storia del cinema e di internet sono due cose diverse" - ha tuonato il direttore artistico della manifestazione, Thierry Fremaux.

Questa edizione del Festival più glamour del mondo si deve ricordare per la solidarietà agli ultimi, la moralità dei temi scelti, la tanta cinefilia, il 50° anniversario del 1968 (e del cult di Kubrick "2001 Odissea nello spazio"), pochi divi e pochi flash. Finalmente! E poi ci sono le donne. Il caso Weinstein ha sicuramente fatto breccia nell'opinione pubblica (compresa la solita "sparata" di Asia Argento) e il gentil sesso ha preso coscienza della sua forza. La presidenza della Giuria è stata affidata all'eclettica attrice Cate Blanchett. Insieme a lei, le attrici Lea Seydoux e Kristen Stewart, la regista afroamericana Ava DuVernay, la cantautrice e poetessa Khadja Nin e registi del calibro di Denis Villeneuve, Robert Guédiguian, Andrey Zvyagintsev, oltre all’attore cinese Chang Chen.

Una giuria davvero eterogenea e variegata che rappresenta un mondo multietnico e variopinto. I film premiati hanno un tema comune: tutti hanno personaggi emarginati, dimenticati, che hanno sofferto. Dal dissidente del regime iraniano Panahi al nostro Marcello Fonte cresciuto in una baracca, dal nero Spike Lee che vive in un'America ostile e razzista fino alle tante donne presenti al Festival (su tutte la nostra Alice Rohrwacher, che ha rievocato un'Italia contadina, dedicando il premio a Ermanno Olmi, e Nadine Labaki, regista libanese che ha parlato dell'odissea dei migranti). E poi ci sono due grandi provocatori: il danese Lars Von Trier che torna a Cannes dopo esser stato estromesso per delle frasi ambigue su Hitler (vedi qui) e soprattutto il tenace e scoppiettante Terry Gilliam che, dopo vent'anni di travaglio, è riuscito a concludere il suo "Don Chisciotte". Il grande tema di Cannes è capire le minoranze attraverso il filtro del cinema, che è sempre stata l'arte più globale del mondo. Magari non troverà soluzioni ai problemi, ma vedere le cose in maniera più ampia può servire a capirli meglio.

Detto questo, veniamo ai temi del Festival che vi analizzerò in più punti:

- L'apertura
Aprire un festival glamour come quello di Cannes solitamente spetta a grandi personaggi e a grandi storie. Quest'anno è toccato a un habitué come l'iraniano Asghar Farhadi con il suo primo film spagnolo: "Everybody Knows" (in Italia arriverà a ottobre con Lucky Red). Nel cast la coppia spagnola di divi Javier Bardem e Penelope Cruz che hanno percepito lo stesso salario. Personalmente adoro Farhadi, ma le recensioni dicono che quest'opera è una delle peggiori del regista iraniano. Staremo a vedere. 

- Il poster
Un bacio rubato e ardito tra due banditi è il protagonista della locandina del Festival di Cannes. Lo scatto ritrae i due fascinosi protagonisti de Il bandito delle 11 (Pierrot le fou), lungometraggio del 1965 firmato da Jean-Luc Godard. Proprio il maestro della Novelle Vague sarà nel Concorso principale, visto che quest'anno ricade il 50° anniversario del 1968.

- Il film fuori concorso: "Solo - A Star Wars story"
È stato presentato il secondo spin off di Star Wars (il primo era Rogue One), incentrato sul personaggio di Han Solo. In Italia è uscito il 23 maggio. Diretto da Ron Howard, il film è stato presentato in anteprima a Cannes. Purtroppo la qualità non è all'altezza delle aspettative. Questo spin off conferma che la Disney sta puntando le proprie fiches sulla quantità più che sulle storie da raccontare.

- Lo spirito del '68
Cinquant'anni fa in Francia (ma anche in Italia) la rivoluzione era qualcosa di reale. La gente affollava le piazze e urlava la sua rabbia. La Novelle Vague francese aveva artisti come Truffaut e Godard, in Italia c'erano Bertolucci, Rossellini, Bellocchio (I pugni in tasca), i Taviani. Il festival di cinquant'anni fa venne aperto da "Via col vento" in 70mm.

- Film evento: il 50° anniversario di "2001 Odissea nello spazio" 
Christopher Nolan ha presentato la versione non modificata della pietra miliare di Kubrick in 70mm, realizzata con nuovi elementi di stampa ottenuti dal negativo originale e priva di effetti rimasterizzati, modifiche e revisioni di sorta. In Italia arriverà nei cinema il 4 e il 5 giugno prossimi (ve lo recensirò pochi giorni dopo). Un evento da non perdere per festeggiare una pellicola patrimonio dell'umanità. Nolan ha incontrato anche il pubblico presentando una masterclass sul film di Kubrick.

- Il cinema italiano
Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher e Dogman di Matteo Garrone erano nel Concorso principale, Euforia di Valeria Golino nella sezione "Un certain reguard", Troppa grazia di Gianni Zanasi e La strada dei samurai di Stefano Savona nella "Quinzaine". Tutti i film del Belpaese hanno fatto bella figura. Ovviamente "Dogman" è un prodotto sopra la media ed era candidato ai premi principali. Peccato veramente perché poteva vincere la Palma. visto che "Dogman" è la summa di tutta la corposa filmografia del regista romano. Ha vinto meritatamente Marcello Fonte come miglior attore (ricevendo il premio da Roberto Benigni). Importante anche la vittoria della fiesolana Alice Rohrwacher per la miglior sceneggiatura (a metà con il film di Jafar Panahi) che rievoca il cinema contadino di Ermanno Olmi. Incredibile che non siano stati selezionati film come "Loro" di Sorrentino (che paga la divisione in 2 capitoli) e "Soldado" di Stefano Sollima (sequel di Sicario, in uscita il 18 ottobre nei nostri cinema). Questi premi dimostrano che il nostro cinema avrebbe anche autori di qualità, è il sistema Italia che all'estero non conta quasi niente.

- Il ritorno di Spike Lee, la voce della comunità afroamericana
Come detto in Giuria c'è la regista Ava DuVernay, nota per il film "Selma". Spike Lee è un'altra grande sorpresa del Festival con "BlacKKKlansman" (nei cinema italiani arriverà a Ottobre con Universal). Nel cast Adam Driver e il figlio di Denzel Washington, John David. Tratto da una storia realmente accaduta, parla di un detective afro che decide di infiltrarsi nel Ku Klux Klan per esporne i crimini. In tempi di odio, razzismo e fascismo di ritorno, Spike Lee ha optato per un'altra stoccata alla politica di Trump. Il film ha vinto il Grand Prix speciale della Giuria. Un'opera che molto probabilmente vi racconterò il prossimo autunno.

- Russia ed estremo Oriente
4 film in Concorso per l'Estremo Oriente: Asako di Hamagouchi, Ash is purest white di Zhang-Je, Shoplifter di Kore-da, Burning del sudcoreano Chang Dong (secondo la critica una delle migliori opere del Festival). Il giapponese Kore-da ha vinto la Palma d'Oro che racconta la quotidianità di una famiglia che vive ai margini del mondo, lontana anni luce dai riflettori. Gli investimenti massicci provenienti dall'Est iniziano a pesare anche nel Vecchio Continente.
Per quanto riguarda la Russia, spesso protagonista a Cannes, anche quest'anno ha vinto un premio prestigioso: la miglior regia per "Cold War". Il film di Pawlikowski è risultato fra i lavori più apprezzati del Festival.

- Cinema franceseè
Torna Jean Luc Godard con Un livre d'image (ennesimo premio al maestro della Novelle vague) e l'applauditissimo film sul mondo del lavoro "En guerre" di Stephane Brizè è con protagonista Vincent Lindon. Dopo l'ottimo "La legge del mercato" (2015), questo film pare essere il degno erede. Ancora una volta Brizè ci racconta cosa significa oggi difendere il proprio posto di lavoro.

- Il ritorno di Jafar Panahi
Ve ne avevo parlato ai tempi di "Taxi Teheran" di questo grande regista iraniano. A causa della critica al regime, non poteva fare film nel suo Paese. Si inventò di girare la pellicola in un taxi per poter far conoscere la realtà iraniana. Il suo talento e il suo coraggio è rinomato soprattutto in Europa. Il film "Three faces" è stato descritto come una delle opere migliori di questa edizione. Premio per la miglior sceneggiatura insieme a Alice Rohrwacher per "Lazzaro Felice".

- Il film più disturbante: il ritorno del provocatore Lars Von Trier
Sette anni dopo "Melancholia", Lars Von Trier è tornato a Cannes (fuori concorso). Le parole su Adolf Hitler fecero il giro del globo e Lars venne allontanato. Nel frattempo è uscito nelle sale "Nymphomaniac". Anche lì la provocazione venne servita su un piatto d'argento. Von Trier però la pace con Fremaux non la vuole fare. Il suo "The house that Jack built " (uscirà in autunno nei cinema italiani grazie a Videa) ha scioccato e disgustato buona parte di pubblico e critica. È stato descritto come misogino, pieno di violenze e orrori che hanno costretto buona parte del pubblico a lasciare in anticipo la proiezione (nonostante i preavvisi).

- Il film di chiusura: la maledizione del Don Chisciotte di Terry Gilliam
Un uomo come Terry Gilliam andrebbe clonato. Il progetto del "Don Chiosciotte" era in cantiere dal 1998. Sembrava una maledizione: problemi produttivi e finanziari, problemi di casting, il clima (l'alluvione in Spagna che bloccò le riprese) e 8 tentativi di realizzazione. Ma il grande Terry non si è demoralizzato e ha vinto la sfida. Come se non bastasse, l'8 maggio l'ex Monty Phyton ha avuto anche un ictus. Nonostante le minacce del produttore, Fremaux si è schierato con il regista. Uscirà nelle sale francesi il 19 maggio (in Italia non si sa ancora). Nel cast Jonathan Pryce e Adam Driver. Ho avuto modo di conoscere la forza e la tenacia di Terry Gilliam a Fiesole e posso dirvi che è un personaggio unico che fa bene al cinema. Viva Terry!

I film in concorso al Festival di Cannes 2018

Everybody Knows - Asghar Farhadi
En guerre - Stephane Brizé
Dogman - Matteo Garrone
Un livre d'image - Jean-Luc Godard
Asako I e 2 - Ryusuke Hamagouchi
Plaire, aimer e courir vite - Chirstophe Honoré
Les filles du soleil - Eva Husson
Ash is purest white - Jia Zhang-Je
Shoplifter - Hirokazu Kore-da
Capharnaum - Nadine Labaki
Burning - Lee Chang Dong
Blackkklansman - Spike Lee
Under the silver lake - David Robert Mitchell
Three faces - Jafar Panahi
Cold war - Pavel Pavlikovsli
Lazzaro Felice - Alice Rohrwacher
Yomeddine - AB Shawky
L'été - Kirill Serebrennikov

I vincitori:

Palma d’Oro - Kore-Eda Hirokazu, Shoplifters
Gran Premio della Giuria - Spike Lee, BlacKKKlansman
Premio della Giuria - Nadine Labaki, Capharnaum
Palma d’Oro Speciale - Jean-Luc Godard, Un livrè d'image
Miglior Attore - Marcello Fonte, Dogman
Miglior Regista - Pawel Pawlikowski, Cold war
Miglior Sceneggiatura - Alice Rohrwacher, Lazzaro Felice e Nader Saeivar, Three Faces 
Miglior attrice - Samal Yeslyamova, My Little One
Caméra d’Or - Girl, dir: Lukas Dhont
Palma al Miglior Cortometraggio - All These Creatures, dir: Charles Williams
Menzione speciale: On The Border, dir: Wei Shujun

Qualche opinione personale
Ecco i film in Concorso che meritano attenzione, secondo le mie attese:

Dogman (recensione qui)

Lazzaro Felice: Prima guardatevi le due opere precedenti (Corpo Celeste e Le meraviglie) e un po' di film di Olmi. È una pellicola sulla carta magari non esaltante, ma da vedere sicuramente per via di ciò che mette in scena. Esce il 31 maggio.

Three faces: Il regista iraniano Panahi è garanzia di qualità. Appuntamento imperdibile.

Everybody know: Farhadi ha sempre fatto film importanti e qualitativamente accattivanti. Aggiungete Cruz e Bardem come attori protagonisti e il gioco è fatto.

En guerre: Dopo "La legge del mercato", il duo Brizè - Lindon ci riporta nell'inferno di chi combatte per il proprio posto di lavoro. Un film imperdibile per l'attualità del tema.

Cold war: Ho visto alcune immagini e bisogna dire che sembra un film d'altri tempi, perfetto per il Festival.

Blackkklansman: Spike Lee quando parla di razzismo e di fascismo non ha eguali. Lecito aspettarsi parecchio.

Don Chisciotte: Adoro Terry Gilliam, la sua follia e la sua tenacia. Sono curioso di vedere a cosa sono serviti 20 anni di aspre lotte.

 

 

 


Immagine di copertina tratta liberamente da www.mondofox.it

 

Ultima modifica il Venerdì, 25 Maggio 2018 14:40
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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