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Sabato, 01 Settembre 2018 00:00

John Callahan rivive nel nuovo film di Gus Van Sant

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Don't Worry ***1/2 

"Il mio solo metro di giudizio per comprendere se mi sono spinto troppo oltre lo trovo in persone costrette sulla sedia a rotelle o che hanno uncini al posto delle mani. Come me non ne possono più di quelli che pretendono di parlare in nome dei disabili. Di tutta quella pietà e paternalismo. Questo è ciò che va veramente detestato."
(John Callahan)

Il grande attore Robin Williams aveva un grande fiuto. Dopo aver fatto un'intervista a John Callahan per il Times lo definì "l'uomo più divertente su quattro ruote". Circa vent'anni fa Williams, con tempismo perfetto, acquisì i diritti per fare un film sull'autobiografia del personaggio intervistato. Contattò Gus Van Sant per la regia del progetto, dopo la splendida esperienza sul set di Will Hunting – Genio ribelle (film che gli valse un Oscar). Voleva fare il film ad ogni costo in omaggio all'attore e amico Christopher Reeve (noto per essere stato Superman tra gli anni '70 e '80) che finì in sedia a rotelle dopo una caduta da cavallo. Nel frattempo il 24 luglio 2010 a soli 59 anni John morì.

Il resto lo conoscete già. L'11 agosto 2014 il corpo di Williams fu trovato senza vita. Il medico legale disse che si trattava di un probabile suicidio, tesi confermata dalla moglie dopo che il grande attore aveva scoperto di essere agli stadi iniziali del morbo di Parkinson. Questo tragico evento fece allungare i tempi della realizzazione del progetto. Callahan doveva essere interpretato da Williams e si vede. Sostituire un artista completo come lui è quasi impossibile vista la sua grande abilità sia nel versante comico sia in quello drammatico. La produzione ripartì da capo, il progetto venne un po' rivisto. Van Sant riscrisse parti di sceneggiatura concentrandosi soprattutto sul recupero di Callahan dall'alcolismo. Per il ruolo di protagonista Joacquin Phoenix garantiva sicuramente il giusto appeal all'operazione. Tant'è che in certe parti del film è truccato in modo da assomigliare proprio a Williams (vedere per credere). L'influenza di Will Hunting è notevole. Phoenix aveva da poco comunicato al suo agente che non avrebbe fatto film di genere biopic. La chiave di volta per convincerlo fu la scelta di Van Sant di non voler fare un'opera politically correct. D'altronde John non avrebbe voluto.

Callahan era un disegnatore satirico controcorrente. I suoi bersagli preferiti erano nani, casalinghe, omosessuali, diversamente abili, politici, cattolici, obesi, mendicanti, il Ku Klux Klan (si vedano queste vignette). A 21 anni divenne paraplegico in seguito a un incidente stradale. In più era un alcolista. Furbamente sfruttò il suo "status" per abbattere tutti i tabù e le minoranze della società americana, cercando di frantumarle. Ma detestava tutti quelli che parlavano in nome di quelli come lui o quei politici che ogni volta riducevano i fondi per aiutare disabili e diversamente abili (nel film c'è una scena in proposito dove John rischia di perdere il sussidio perché guadagna alcuni soldi dalle vignette pubblicate). Il film parla proprio del percorso fatto dal protagonista. All'inizio sembra di essere in un misto tra Vizio di Forma di Paul Thomas Anderson e Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam. Poi c'è l'incidente. Tutto cambia.

La terapia come tortura, i fantasmi della madre che non lo aveva voluto, l'abbandono graduale della bottiglia, la vita che ricomincia e rinasce con il nuovo lavoro da vignettista satirico. L'arte che riabilita l'uomo. E soprattutto nuovi incontri: da quello con la solare fidanzata svedese Annu (Rooney Mara, al terzo film insieme al compagno Joacquin Phoenix dopo Maria Maddalena e Her) con conseguente riscoperta della sessualità, fino alla riconciliazione con l'ubriacone Dexter (Jack Black di School of rock), responsabile dell'incidente che fece perdere l'uso delle gambe a John. Ad acuire il senso dell'umorismo di Callahan (presente nei suoi lavori più riusciti) fu soprattutto il guru Donnie (un quasi irriconoscibile Jonah Hill, che si chiama come in The wolf of Wall Street), leader di un centro di recupero per alcolisti. È innegabile che il senso dell'umorismo si "allena" con le esperienze della vita e facendo determinate scelte incentrate sulla qualità, ma allo stesso tempo bisogna dire che in alcuni soggetti è una componente naturale. O ce l'hai quando nasci o non ce l'hai. E Callahan scoprirà di avere un grande talento nel disegnare vignette satiriche e irriverenti. Il titolo originale del film, non a caso, è traducibile con "non preoccupatevi a piedi non andrà lontano" (vignetta qui).

Ben presto i suoi lavori vengono pubblicati su varie riviste e avrà una massiccia dose di ammiratori in tutto il mondo. Senza dimenticare gli oppositori e i critici che, tuttavia, dettero grande linfa a Callahan. Perché John nelle sue vignette ha sempre ritratto storie di vita quotidiana nuda e cruda, tanto da esser considerato un provocatore. La scelta di Joacquin Phoenix è assolutamente perfetta, costantemente in bilico tra gioia e dolore, tra risate amare e lacrime. A coadiuvarlo c'è un immenso Jonah Hill (attore piuttosto sottovalutato), oltre a Rooney Mara e Jack Black che hanno parti piccole, ma fondamentali per la riuscita dell'opera.

Gus Van Sant evita abilmente le sabbie mobili della retorica scegliendo giustamente di non far cadere la storia nel mieloso pietismo e nella compassione verso Callahan (anche nel finale la tentazione viene un po' fuori). “Se mi soffermavo sulla disperazione dei primi giorni e mesi dopo la paralisi avrei creato lo spazio per la compassione. Proprio il sentimento che Callahan non avrebbe mai voluto attirare su di sé” – ha detto il regista.

Il film è un omaggio all'arte e al suo rapporto con la vita, all'affermazione della propria individualità libera da catene e vincoli (attenzione! Non scambiate tutto ciò con l'egoismo). Il cinema, come la satira, i fumetti e ogni altra forma artistica, hanno uno scopo sociale anche terapeutico. L'opera di Gus Van Sant è ricca di humour (a volte anche nero), ha un cast notevole ben diretto (Hill e Phoenix su tutti), la sceneggiatura è ben ritmata e rende partecipe il pubblico. Il vero valore aggiunto è il montaggio a spirale che non dà punti di riferimento temporali allo spettatore. La scelta è ottima perché lo spettatore deve immedesimarsi nella testa confusa di un uomo alcolista e, poi, paraplegico. Praticamente bisogna ricostruire un tassello alla volta tra ricordi confusi e linee temporali diverse. Van Sant vuole rendere partecipe il pubblico del dolore patito e dei vari problemi dell'uomo, riuscendoci in pieno.

D'accordo, quest'opera non sarà un capolavoro (sa di un po' artificioso, nel finale si capisce dove vuol andare a parare), ma ha un grande cuore. Sulla scia di Scoprendo Forrester, Milk, Will Hunting, La foresta dei sogni, Gus Van Sant dimostra ancora una volta tutta la sua umanità nella scena in cui Callahan cade di carrozzina e dei ragazzini, che giocano con lo skateboard, lo rimettono in carreggiata. Idealmente è come se tra quei ragazzini ci fosse anche Gus Van Sant a sorreggere il vero John Callahan. Non a caso il secondo è vissuto vicino a Portland, dove il primo è vissuto e ha ambientato alcuni tra i suoi film migliori.


Regia ***1/2                                      

Doppiaggio italiano ***

Interpretazioni ****                                                             

Fotografia ***1/2

Sceneggiatura ***1/2                                                          

Montaggio ****

FILM ***1/2


DON'T WORRY

(USA 2018)

titolo originale: Don't worry, he won't get far on foot

Genere: Drammatico / Biografico

Regia, Sceneggiatura e Montaggio: Gus VAN SANT

Cast: Joacquin PHOENIX, Rooney MARA, Jonah HILL, Jack BLACK

Fotografia: Chris BLAUVELT

Musiche: Danny ELFMAN

Durata: 1h e 53 minuti

Distribuzione: Adler Entertainment (qui le sale dove è in proiezione)

Uscita: 29 agosto 2018

QUI L'INTERVISTA DI COMING SOON A JOACQUIN PHOENIX

Qui il trailer 

IN CONCORSO AL FESTIVAL DI BERLINO 2018

LA FRASE CULT: «Sei veramente un rompicoglioni!»

 

Immagine di copertina [ritaglio] e locandina Adler Entertainment; copertina del libro Vintage Books

Ultima modifica il Venerdì, 31 Agosto 2018 18:37
Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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