Venerdì, 21 Novembre 2014 00:00

AC Unity: una rivoluzione a metà

Scritto da
Vota questo articolo
(6 Voti)

Niente è reale. Tutto è lecito”. Con queste parole possiamo riassumere il Credo della confraternita degli assassini, l’associazione che ad ogni capitolo della serie Assassin’s Creed siamo chiamati a tenere alto, combattendo contro l’ordine dei Templari. L’arrivo delle console di nuova generazione voleva essere per Ubisoft il banco di lancio per un nuovo capitolo della serie, totalmente pensato per la next gen. Quando la casa francese ha annunciato Assassin’s Creed Unity le aspettative erano alte: ambientazione, le prime indiscrezioni sul nuovo sistema di gioco e nuove missioni avevano fatto giustamente sperare sia gli utenti che la critica videoludica. Ora che il gioco è uscito, possiamo finalmente testare completamente, a prodotto finito, queste ottime premesse. Siamo di fronte ad un capolavoro? Non proprio. La sensazione con questo Assassin’s Creed Unity è, parlando per similitudini e metafore, la stessa di una professoressa che si trova di fronte ad un lavoro di un ragazzo che si sa che promette bene, che può ambire ad essere il primo della classe, ma allo stesso tempo capisce che lo studente non ha voglia di primeggiare negli studi e preferisce essere il più simpatico della classe, il più popolare. Adesso analizziamo poco alla volta questa riflessione generale, partendo dalla storia.

Arno Victor Dorian (Arno potrebbe essere un riferimento al fiume toscano, alimentando una connessione con il secondo capitolo ambientato a Firenze? Non è dato saperlo, è da sapere però che Arno si legge alla francese, con l’accento sulla o) è un giovane scapestrato, adottato dal Signor De la Serre dopo l’omicidio a Versailles del padre. Vivicchia tra partite a carte e un amore non tanto nascosto con la figlia di De la Serre, Elise. Tutto cambia, però, quando Arno assiste all’omicidio di De la Serre e da qui viene spinto in prigione, alla Bastiglia, con l’accusa di averlo ucciso. In carcere incontra uno strano tipo che lo aiuta ad esercitarsi nei combattimenti e a fuggire il 14 Luglio 1789, durante l’assalto alla fortezza. D’ora in avanti, Arno intraprende la via verso il Credo, con un sentimento di vendetta misto alla redenzione, condito con un amore impossibile, quello verso la giovane Elise, figlia di un templare e seguace dell’Ordine. Da qui, in aggiunta, c’è un crescendo sia del personaggio, che piano piano approfondisce le tecniche assassine, sia della lotta tra i due ordini, che immancabilmente si collega con la storia francese dell’epoca. Senza però spoilerare ulteriormente la trama, bisogna assolutamente dire che la storia in un certo momento sembra arrancare, senza tanti sussulti, fino alla fine. Gli eventi sembrano entrare quasi per inerzia uno dopo l’altro, senza tanti colpi di scena, e quest’ultimi sembrano arrivare troppo presto agli occhi del videogiocatore.
A non aiutare del tutto la trama è lo stesso Arno. Chi giocherà AC Unity capirà presto che sembra di assistere ad un Ezio meno carismatico e più problematico rispetto al protagonista del secondo capitolo. Per carità, il personaggio è credibile e lo si amerà dopo già le prime battute, ma di certo non entrerà agli annali come il personaggio che decide il suo destino, al massimo fa di testa sua e buonanotte al secchio.

Come già si sa, il periodo storico in cui si svolge tutta la vicenda è la rivoluzione francese. Un evento storico ricco non solo di personaggi forti e carismatici, ma anche molto contradditorio, in cui le libertà tanto decantate e scritte nelle varie costituzioni non trovarono applicazione nel reale. L’habitat perfetto per incentrare una lotta fra Assassini, difensori della libera scelta, e Templari, attivisti per un ordine dall’alto del genere umano. Invece la storia sembra non voler utilizzare appieno il contorno storico, anzi si concentra molto su come gli eventi di quelli anni abbiano influenzato i due ordini. Una scelta che secondo me non premia, anzi, fa risaltare uno spreco di eventi e di personaggi che sicuramente avrebbe giovato ad AC Unity. Eppure il modello è facilmente rintraccabile: in AC 2 i vari personaggi secondari facevano effettivamente parte della storia del rinascimento italiano. Come non ricordare i Medici, I Pazzi, i Borgia o Machiavelli? In Unity invece diventano comparse, utili per far capire al giocatore di che cosa stiamo parlando. E qui, sporadicamente, troviamo il Marchese De Sade, Mirabeau, alla fine anche Napoleone Bonaparte e Robespierre. Ma è davvero poca cosa, anzi, è davvero un approccio molto superficiale ad un periodo storico fondamentale. Quello che manca del tutto, invece, è un riferimento forte al presente. Fino ad AC 3, infatti, c’era una connessione profonda tra i personaggi del passato e quelli del presente, con la storia di Desmond Miles. Da AC 4 Black Flag si è deciso invece di eliminare quasi del tutto ogni riferimento alla vita odierna. Scelta coraggiosa, ma che non premia, anzi, snatura la bellezza di una trama che navigava tra passato e presente alla ricerca di qualcosa, utile sia al personaggio del passato che a quello del presente.

Ma a brillare è la città coinvolta: Parigi. Sincronizzare in questo capitolo dona paesaggi bellissimi della capitale francese, ricreata a grandezza naturale dell’epoca e con alti dettagli. Difficilmente, dall’alto, si intravede dove finisce la città. Cambiare quartiere significa cambiare stile di costruzione e di persone. Alla corte dei Miracoli ci sono straccioni, alla Sorbona o alle Tuileries quelli un po’ più agiati, a Les Halles c’è la gente che va al mercato. Gli edifici storici, come la cattedrale di Notre Dame o il Palais de Justice sono ricreati con dovizia di particolari sia all’esterno che all’interno, quest’ultimo esplorabile. In aggiunta, con la scelta di tornare in Europa dopo i capitoli americani, si è voluti tornare alle origini, con palazzi storici e grandi città esplorabili dal nostro assassino. Fenomenali anche le espressioni facciali, che donano ogni sentimento e di conseguenza ogni corrugamento nelle cutscenes. Tutto questo dettaglio, però, è colpito da vari bug, alcuni dei quali molti fastidiosi che ti costringono a ricominciare da capo la sequenza. Il Frame rate, poi, cala vistosamente: siamo di fronte a cali di ben 10 fps, partendo da dichiarati 30 fps. I glitch, ovvero salti grafici nello scenario, sono quelli meno fastidiosi, ma di sicuro assolutamente da non vedere, visto anche che Ubisoft aveva deciso di posticipare l’ingresso sul mercato di due settimane rispetto all’annuncio estivo. È mancato un ottimo controllo qualità sul prodotto e, ahinoi, si nota. Si spera in aggiornamenti veloci e precisi da parte della casa di produzione francese, perché questi errori non rendono giustizia al lavoro complessivo. Ottimi, invece, sia la colonna sonora che la localizzazione in italiano, sebbene nutriamo molti dubbi sulla voce di Arno, che risulta forse troppo giovanile e squillante.

Anche il gameplay ha avuto molte innovazioni. Si parte con un tasto dedicato all’accucciarsi, facendo entrare Arno in modalità Stealth. Finalmente possiamo approcciare una missione in maniera silenziosa e premendo un altro tasto ripararci e nasconderci in prossimità di luoghi nemici. Sarebbe, comunque, stato meglio penalizzare in maniera pesante il fallimento di questo approccio. In sostanza se per un frangente si viene scoperti le guardie nemiche non ti vengono a cercare, limitandosi a guardarsi intorno come se fossero tutti dei novelli sergenti Garcia della serie Zorro. Il combattimento con essi risulta rallentato e modificato in questo capitolo, rendendo lo scontro con più nemici complicato. Anche in questo caso ci viene in aiuto un altro strumento, la bomba fumogena, che sbroglia la matassa permettendoti di fuggire, grazie anche al fatto che in questo AC Unity le guardie non sono più onniscienti della tua posizione nella mappa di gioco. L’altra novità importante è il nuovo sistema di scalata e soprattutto di discesa dagli edifici. È una sorta di discesa controllata, dove premendo i due tasti appositi è possibile evitare sia infortuni come essere scoperti durante una fase di pedinamento sia evitare di utilizzare ogni volta il salto della fede per scendere da altezze elevate. L’idea è ottima e funzionale, ma può capitare di rimanere comunque bloccati in punti dove i programmatori non hanno previsto un percorso o, peggio, saltare in un posto non desiderato. Troviamo, infine, la personalizzazione di Arno, molto spinta in Unity: cappuccio, petto, vita, avambracci, gambe, armi (tra queste anche armi lunghe e fucili), abilità da acquistare con la valuta in game o moneta da microtransazioni e da potenziare con i punti Credo, ottenibili facendo le mosse tipiche degli assassini e punti abilità, ottenibili concludendo alcune missioni. Questa estrema personalizzazione, però, porta ad ottenere anche armamenti molto overpowered, ovvero troppo forti rispetto al livello del gioco, facilitando ulteriormente l’esperienza di gioco. Per il resto è il solito AC, con missioni principali e secondarie. In questa ultima categoria troviamo le Storie di Parigi che hanno sostituito gli assassinii, dove è presente molta storia della città e dei personaggi di quell’epoca, e i misteri di Parigi, dove si dovranno risolvere dei delitti utilizzando i consigli di Vidocq, il padre della criminologia moderna, e l’occhio dell’aquila. Queste missioni secondarie, però, sono molto facili e molto brevi da completare. La storia principale si conclude in 8, massimo 10 ore.

La parte forte di questo capitolo è la nuova modalità multiplayer: fino a quattro giocatori è possibile infatti cooperare. Invitando gli amici è possibile visitare la mappa di gioco alla ricerca dei collezionabili in modalità free roaming oppure scegliere missioni dedicate al multigiocatore. È possibile infatti ripercorrere i fatti della Rivoluzione francese (in questo caso ben incastrati con il gameplay, ndr) oppure rubare manufatti o opere d’arte con l’unico obiettivo di non entrare in conflitto, ottenendo in cambio maggiori ricompense bonus a fine missione. Ovviamente è ancora più divertente farlo tra amici, ma gli sviluppatori hanno dato anche la possibilità di compiere queste missioni tramite matchmaking pubblico, dove l’esperienza di gioco comunque cambia in quanto è più difficile cooperare o, peggio, è possibile trovare utenti che cercano solamente lo scontro con le guardie. La Co Op, in conclusione, risulta rigiocabile sia per le ricompense ottenibili sia perché nella modalità Rapina le guardie e i tesori da sottrarre cambiano di posizione, costringendo la squadra ad una dovuta analisi della mappa di gioco. In aiuto troviamo anche le abilità condivise, come l’occhio dell’aquila condiviso o il deposito di ricarica delle armi, ottenibili spendendo Punti Abilità.

Senza ulteriori giri di parole, Assassin’s Creed Unity è da valutare come una rivoluzione a metà: tante innovazioni, ma mal collegate con il vecchio sistema di gioco; una ambientazione senza pari rovinata da incertezze come bug e cali di frame rate; un periodo storico ricco di eventi ma mal sfruttati. Il gioco merita di essere giocato, anche se Ubisoft con ulteriori scelte radicali avrebbe potuto rilanciare definitivamente la serie. Ha preferito invece crogiolarsi nelle certezze del passato dimenticando però che, alla lunga, dopo tanti titoli sviluppati alla stessa maniera potrebbe stancare anche i fedelissimi. Ubisoft, comunque, compie il suo dovere di creare giochi interessanti, storicamente accurati e innovando, sebbene a metà. Queste innovazioni possono essere il punto di lancio da cui partire per rivoluzionare totalmente la Serie Assassin’s Creed. La rivoluzione francese insegna infatti che persone una volta tanto amate possono finire rapidamente a Place de la Revolution, senza testa.

PIATTAFORMA DI PROVA: XBOX ONE
VOTO: 8-

Ultima modifica il Mercoledì, 19 Novembre 2014 20:09
Giuliano Sdanghi

Nato a Roma, ma vivo a Bracciano dall'infanzia. Diplomato ragioniere, sono responsabile di varie realtà associative. Grazie allo studio del francese, i miei interessi si sono ampliati alla Francia, in ogni suo aspetto.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.