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Mercoledì, 01 Marzo 2017 00:00

Oscar 2017: una busta, molto fumo e poco arrosto

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Oscar 2017: una busta, molto fumo e poco arrosto

Domenica 26 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles sono stati assegnati gli Oscar. L'edizione 2016 era stata oggetto di critiche piuttosto aspre. L'Academy aveva di fatto assegnato tutti i premi ai bianchi. L'edizione 88 sembrava quasi un raduno del Ku Klux Klan, secondo la numerosa comunità afroamericana. Tanto che registi come Spike Lee aveva boicottato la cerimonia (vedi qui).
Lo scontento deve aver risvegliato le coscienze nell'Academy. Sono state cambiate le regole ed ecco che improvvisamente dalle nomination sono stati ignorati "Sully" del repubblicano Clint Eastwood (grandissimo film), lo scomodo "Snowden" di Oliver Stone, "Animali notturni" dello stilista Tom Ford, Amy Adams (due grandi interpretazioni: "Arrival" e il già citato film di Ford) e Hugh Grant nemmeno presi in considerazione. E poi c'è anche "Silence" di Martin Scorsese che meritava ben altra sorte (una sola candidatura). Nessun premio per film come Jackie di Pablo Larrain (scomodo politicamente), Animali notturni di Tom Ford e "Silence" di Martin Scorsese.

La qualità quest'anno si è abbassata parecchio. L'anno scorso c'erano in lizza Il caso spotlight, La grande scommessa, Redivivo, Room, Il ponte delle spie, Mad Max Fury Road, Carol. Tanto per fare dei nomi. Quest'anno invece ci sono pochi film (abbastanza scarsi e dalla lacrimuccia facile) che hanno monopolizzato l'attenzione generale: il mediocre La la land (14 nomination, record), Moonlight, Manchester by the sea, Lion, La battaglia di Hacksaw Ridge.

Come dicevo precedentemente, quest'anno sono stati Oscar Black con film come "Barriere" di Denzel Washington (1 Oscar giusto per Viola Davis), "Il diritto di contare" e "Moonlight" (miglior film). Ancora una volta l'Italia è rimasta a bocca asciutta per "Fuocoammare" tra i documentari (sono d'accordo con Sorrentino, non era da candidare), ma si può consolare per la vittoria di Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini per il miglior trucco di "Suicide Squad".

Veniamo all'analisi dei vari premi.
- Miglior documentario: ha vinto O.J. MADE IN AMERICA
Prevedibile visto che rappresenta uno spaccato della società americana. Fuocoammare paga il poco peso politico;
- Miglior canzone: ha vinto CITY OF STARS (LA LA LAND)
Vista la pubblicità che hanno fatto, era inevitabile. Quest'anno la categoria era composta da prodotti mediocri;

- Miglior colonna sonora originale: ha vinto LA LA LAND
Come sopra;

- Miglior montaggio sonoro: ha vinto ARRIVAL
Premio meritato che sa di contentino a un film stupendo;

- Miglior sonoro: ha vinto LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE
Mel Gibson ricerca nei film sempre grande qualità sonora. Anche qui il premio sa di contentino;

- Migliori effetti speciali: ha vinto IL LIBRO DELLA GIUNGLA
Era un duello tutto Disney tra Doctor Strange, Rogue One e Il libro della giungla. Ha vinto quest'ultimo meritatamente;

- Miglior trucco e acconciature: ha vinto SUICIDE SQUAD
Il film è brutto, ma la qualità del trucco è indiscutibile. Un premio che i due italiani hanno dedicato agli immigrati. A Trump sicuramente non avrà fatto piacere;

- Migliori costumi: ha vinto ANIMALI FANTASTICI E DOVE TROVARLI
Harry Potter è un brand e ha parecchio peso politico. Non sono per niente d'accordo. Doveva vincere Jackie, visto che i costumi hanno permesso a Natalie Portman di "diventare" Jackie Kennedy. Vedere per credere;

- Miglior fotografia: ha vinto LA LA LAND
Altro premio di compensazione per niente meritato. Arrival e soprattutto Silence erano superiori in questa categoria;

- Miglior scenografia: ha vinto LA LA LAND
Era scontata la vittoria del musical, ma Arrival meritava considerazione;

- Miglior montaggio: ha vinto LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE
Premio abbastanza meritato nell'insieme. In ballottaggio con Arrival perché anche lì il montaggio aveva un senso all'interno della storia;

- Miglior film d'animazione: ha vinto ZOOTROPOLIS
Premio sacrosanto

- Miglior film straniero: ha vinto IL CLIENTE
Premio meritatissimo, peccato che Farhadi non fosse presente per via del decreto anti immigrazione di Trump;

- Miglior sceneggiatura non originale: ha vinto MOONLIGHT
Decisamente non sono d'accordo. Arrival, Lion e Barriere erano assai migliori;

- Miglior scenografia originale: ha vinto MANCHESTER BY THE SEA
The lobster era il candidato più autorevole e "folle";

- Miglior attrice non protagonista: ha vinto VIOLA DAVIS per "BARRIERE"
Premio assai meritato. La concorrenza era poca cosa;

- Miglior attore non protagonista: ha vinto MAHERSHALA ALI per "MOONLIGHT"
Molto equilibrio in questa categoria. Forse il migliore era Michael Shannon per "Animali Notturni";

- Miglior attrice protagonista: ha vinto Emma STONE per "LA LA LAND"
Premio non meritato. La miglior attrice del mondo, Meryl Streep, ha fatto meglio di "Florence", ma sia Isabelle Huppert sia Natalie Portman erano di un livello superiore. Entrambe pagano il poco peso politico del film che rappresentavano;

- Miglior attore protagonista: ha vinto CASEY AFFLECK per "MANCHESTER BY THE SEA"
Premio non del tutto meritato. Casey Affleck fa una parte interessante, ma c'erano due candidati migliori: Denzel Washington e Viggo Mortensen. Per il ruolo, il premio lo meritava quest'ultimo per "Captain Fantastic". A giudicare dalla faccia di Denzel, sicuramente l'attore afroamericano non l'ha presa bene;

- Miglior regia: ha vinto DAMIEN CHAZELLE per "LA LA LAND"
Non sono d'accordo. Denis Villeneuve era il migliore della cinquina per "Arrival".

- Miglior film: ha vinto "MOONLIGHT"
Doveva vincere La la land. Si sono vergognati anche a Hollywood. Un film del genere non meritava di vincere. Per due minuti gli hanno dato questa possibilità, ma alla fine ha vinto Moonlight (il "giallo della busta"). Francamente non mi sono piaciuti nessuno dei due. Arrival è stato snobbato, ma era sicuramente il film di qualità maggiore della decina. Questo premio sa di compensazione alla comunità afroamericana.

Quest'anno come non accadeva da tempo, gli Oscar sembravano la Rificolona 2017. Sono stati brutti, noiosi, poco curati, scarsamente pubblicizzati rispetti ad altre edizioni, piatti e superficiali (vedi il triste finale). Il giallo della busta (la prossima volta, cari americani, vi manderemo Maria De Filippi) da una parte sembra un tentativo maldestro di creare un finale ad effetto, dall'altra mostra che l'America, a livello di qualità, è sprofondata nel trumpismo. È sempre colpa di Trump.
L'edizione n.89 degli Oscar sarà ricordata per dieci motivi:

1 La scarsa qualità delle pellicole vincitrici e la scarsa vena del conduttore Jimmy Kimmel. Questa edizione sarà ricordata per la superficialità.
2 Il contentino alla comunità afroamericana con la vittoria di "Moonlight", se vogliamo abbastanza telefonata viste le polemiche dello scorso anno. Oltre al film, ha vinto anche Viola Davis per "Barriere" nella categoria miglior attrice non protagonista.
3 La mancata partecipazione alla cerimonia di Asghar Farhadi per la legge anti-immigrazione voluta da Trump. Il film "Il cliente" ha vinto come miglior film straniero.
4 "La la Land" riceve 14 candidature, eguagliando il record di Titanic ed Eva contro Eva. Fortunatamente vince solo 6 premi (che sono fin troppi).
5 Meryl Streep ha ottenuto (per "Florence") la 20a nomination come miglior attrice protagonista. Record assoluto, sottolineato da una lunga standing ovation.
6 La figuraccia in mondovisione per la busta del premio più ambito. Fossi stato il produttore o il finanziatore di "La la land" avrei chiesto i danni immediatamente.
7 L'eleganza di Charlize Theron e Isabelle Huppert.
8 L'Italia (e il cinema italiano) all'estero ha poco peso specifico.
9 L'ingegnere del suono Kevin O' Donnell vince il premio Oscar (per "La battaglia di Hacksaw Ridge") dopo 20 candidature.
10 Lo scarso riconoscimento di pellicole di qualità come Silence di Scorsese, Arrival di Dennis Villeneuve, Sully di Clint Eastwood, Animali notturni di Tom Ford e Jackie di Pablo Larrain.

Alla prossima edizione, in attesa di tempi e film migliori.

Tommaso Alvisi

Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.

Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.

Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.

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