Giovedì, 07 Marzo 2013 00:00

Chávez, nonostante le fanfaluche

Abbiamo appreso ieri sera della scomparsa del Presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías. Egli soffriva da due anni, come è noto, di una forma micidiale di tumore; figura coraggiosa, generosa, ottimista, aveva sottovalutato le prime manifestazioni della malattia. La popolazione venezuelana si è riversata nelle strade commossa. A da subito, poiché la lotta di classe esiste anche se in Italia non si può dire senza essere ridicolizzati dai mass-media, si è scatenata la cagnara mediatica, sulla scia dei mass-media statunitensi, di quelli della destra latino-americana e spagnola, inoltre del quotidiano spagnolo liberista di centro-sinistra el País, a cui l'omologo italiano la Repubblica si abbevera. Una recente ricerca fatta in Spagna ha mostrato come il 55% delle “notizie” pubblicate da el País su Venezuela, Cuba, Bolivia, Ecuador è confezionato a Miami dalla destra somozista cubana ivi riparata: è questa la deontologia, appunto tutta di classe, di tanta stampa occidentale.

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Domenica, 27 Gennaio 2013 00:00

Partecipazione e rivoluzione

Tra le condizioni istituzionali di avvio di quelle esperienze progressiste latino-americane che hanno compiuto da più tempo una netta scelta socialista (nell’ordine: Venezuela, Bolivia, Ecuador) c’è la trasformazione radicale avvenuta nella forma della rappresentanza del popolo, dal livello del piccolo comune per arrivare al parlamento nazionale. Sarebbe un errore ritenere che queste esperienze si basino semplicemente su una serie di riforme sociali, l’azione di un partito o più partiti di ispirazione socialista, la partecipazione popolare organizzata: quest’ultima infatti non sarebbe in grado di dispiegarsi a fondo.

In Venezuela prima della vittoria nel 1998 di Hugo Chávez alle elezioni presidenziali il sistema delle forze politiche di governo appariva estremamente corrotto, quindi apparivano estremamente corrotti i rappresentanti eletti del popolo. Essi si assicuravano il voto di gran parte della popolazione povera (l’87% per cento della totalità dei venezuelani di allora!) comprandolo o in cambio di favori. Naturalmente questo aveva prodotto anche la disponibilità di una parte del popolo al sistema politico, cioè aveva corrotto, tanto o poco, la mentalità di una parte della popolazione povera.

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Giovedì, 17 Gennaio 2013 00:00

La rivoluzione senza partito

Ogni realtà socialista-partecipativa latino-americana ha le sue particolarità, ovviamente, ma anche fondamentali determinazioni comuni: tra le quali, per quanto riguarda Venezuela ed Ecuador, il fatto paradossale di aver inventato il proprio partito addirittura dopo avere vinto.

Conviene però aggiungere come una mano, paradosso nel paradosso, sia venuta dall’essere questi due stati repubbliche, come le altre americane, nelle quali il presidente ha enormi poteri: è eletto direttamente dal popolo, è al comando del potere esecutivo e delle forze armate. Anzi in Venezuela è stata la concentrazione di potere ciò che ha consentito a Chávez di avviare una rivoluzione socialista subito dopo avere vinto (1998) le prime elezioni presidenziali, unitamente al prestigio nel popolo per la rivolta, a capo di un’organizzazione di militari nazionalisti e di sinistra, condotta contro un governo che (1992) aveva fatto massacrare dalla polizia e dall’esercito migliaia di persone inermi che protestavano contro gli aumenti del pane e della benzina.

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Giovedì, 10 Gennaio 2013 00:00

Nuovo anno latino-americano

Tutti sappiamo, bene o male, quello che sta succedendo nel mondo. Nel Belpaese si stanno pian piano creando nuovi orizzonti politici; Monti, M5S, il Movimento Arancione, PD, PDL e così via. A livello internazionale si parla molto del famigerato "Fiscal Cliff", approvato recentemente negli States, o dei continui problemi in Egitto, dei conflitti nella Striscia di Gaza, per non dimenticare i fantomatici massacri del Presidente Siriano Bashar Al-Asad (che, a sentire i nostri media, avrebbe praticamente già sterminato tutte le donne ed i bambini). Ma da un continente un po' più ignorato, l'anno nuovo si presenta con nuove notizie.

Venezuela

"A coloro che mi augurano la morte, io auguro una lunga vita, perché possano vedere la Rivoluzione Bolivariana continuare ad avanzare di battaglia in battaglia e di vittoria in vittoria." Hugo Chavez

In vari articoli sul nostro sito c'è stato modo di analizzare il percorso del PSUV e del percorso politico di Hugo Chavez. Ma non ci sono solo belle notizie. Il Presidente Bolivariano ha infatti visto i propri malanni peggiorare. Dal giugno 2011 gli è stato diagnosticato un cancro nella regione pelvica, allargato poi col tempo al fegato e al midollo spinale. Più volte si è fatto operare in Venezuela e, sopratutto, a Cuba. Ultimamente le analisi mediche hanno portato alla luce ulteriori complicazioni con la malattia e Chavez è stato ricoverato tempo fa in una clinica proprio a Cuba (paese che, ricordiamo, pur tra molte difficoltà causa non dalle politiche Castriste, ma dal sanguinoso embargo voluto dal paladino della Democrazia Kennedy, riesce a garantire uno dei servizi sanitari statali migliori al mondo), per eseguire alcuni interventi (uno dei quali risale addirittura a pochi giorni dopo il ricovero, l'11 Dicembre). Immediatamente sono apparsi rumors su rumors, alcuni dei quali davano Chavez già per morto - notizia smentita subito dallo stesso - .

I dirigenti del PSUV stanno cercando di evitare futili allarmismi e cercano giustamente di contenere la fuga di notizie; Ernesto Villegas, ministro delle comunicazioni del Venezuela, ha ammesso che ci sono state complicazioni a seguito di un'infezione polmonare, e che attualmente Chavez ha difficoltà respiratorie. Cosa resta da dire dunque? Attendere, augurare a Chavez una guarigione e, nel malaugurato caso in cui El Presidente Bolivariano non dovesse superare queste difficoltà, che le alte cariche del PSUV riescano in breve tempo a eseguire la transizione, e che riescano a trovare un leader altrettanto carismatico e interessato alle problematiche del popolo.

Argentina

"Basta colonialismo!" C. F. de Kirchner

L'Argentina ha invece optato per un'apertura più aggressiva del nuovo anno. La Presidente Kirchner ha infatti mandato il 3 Gennaio scorso - in occasione dell'anniversario del primo sbarco britannico sulle isole, nel lontano 1833, in cui una guarnigione britannica scacciò la guarnigione argentina presente sull'isola - una lettera aperta al Primo Ministro del Regno Unito David Cameron, in cui si scagliava contro la dominazione britannica delle contese isole Falkland. Per chi non lo sapesse, le isole Falkland furono oggetto di guerra nel 1982 tra il Regno Unito e l'Argentina; conflitto iniziato nel marzo 1982 e terminato nel giugno dello stesso anno, con la vittoria del Regno Unito della "Lady di Ferro" - Margaret Thatcher - . A distanza di più di 30 anni, la Kirchner ha deciso di intervenire per chiedere che fossero restituite all'Argentina le isole Falkland con questa già citata lettera a Cameron: "Scacciare gli abitanti argentini con coloni britannici fu un atto di colonialismo del diciannovesimo secolo", dice la Kirchner nella lettera. Già l'anno scorso vi erano stati conflitti a proposito delle Falkland, in occasione del trentesimo anniversario dell'offensiva argentina, senza successo. Tuttavia il governo britannico non sembra intenzionato a retrocedere, a detta del Ministero degli Esteri, a meno che non lo vogliano gli abitanti. È stato dunque indetto un referendum il cui esito - tuttavia - appare scontato, dal momento che molti abitanti delle isole sono britannici. Motivo della contesa, oltre all'ovvio sentimento di rivendicazione nazionale - tra l'altro "supportato" da alcune risoluzioni ONU, la prima delle quali è la 2131 del 1965, che definiscono legittime quelle guerre intraprese a fini di liberazione e di autodeterminazione - anche la recente scoperta di alcuni giacimenti petroliferi nell'area attorno le isole.

Messico

"Imposero anche il loro calendario: in alto i giorni di riposo e benessere, in basso i giorni di disperazione e morte. E celebrano ogni 12 ottobre come "il giorno della scoperta dell'America", quando in realtà è la data dell'inizio della guerra più lunga della storia dell'umanità, una guerra che dura ormai da 515 anni e che ha come obiettivo la conquista dei nostri territori e lo sterminio del nostro sangue" Subcomandante Marcos

Risale invece a poco più di due settimane fa la marcia organizzata dall'EZLN in occasione del 21 Dicembre 2012. Sfatando il mito creato attorno alla fine del calendario Maya, una moltitudine di militanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e di autoctoni di stirpe risalenti a popoli Maya hanno preso parte alla cosidetta "marcia del silenzio", sfilando simbolicamente nelle principali città del Chiapas in silenzio e in assoluta tranquillità. In questi ultimi anni stanno diventando sempre più frequenti le manifestazioni e le proteste di molti gruppi in Messico - specialmente studenteschi o movimenti di indigeni - supportati proprio dalla lotta Zapatista. Forse quasi tutti dovrebbero prendere esempio dall'EZLN e dai ribelli Messicani. Più volte molti giornalisti e politicanti scettici hanno dato per morto questo grande movimento, che in realtà ha smentito con dimostrazioni pubbliche imponenti a cui aderiscono sempre più militanti, dimostrando l'importanza e la determinazione di una lotta sentita veramente nel paese.

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Venerdì, 21 Dicembre 2012 00:00

Le elezioni venezuelane del 16 dicembre

Immagine tratta da talcuadigital.com

Le elezioni il 16 dicembre scorso negli stati federati che compongono il Venezuela hanno premiato assai le liste “patriottiche” dell’alleanza che appoggia il presidente Hugo Chávez, comprensiva del Partito Socialista Unito, del Partito Comunista (tranne che in 4 stati), di formazioni politiche minori, di associazioni.

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Sabato, 15 Dicembre 2012 00:00

Chi è Chávez

In questo momento il presidente venezuelano Hugo Rafael Chávez Frías è in cura a Cuba dopo aver subito il quarto intervento chirurgico contro una forma di tumore alla vescica il cui esito, purtroppo, è spesso infausto. In Occidente una comunicazione ostile e falsificante continua a sostenere che sulla malattia di Chávez c’è il segreto: in Venezuela la sua natura è pubblica.

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Mercoledì, 05 Dicembre 2012 00:00

Prospettive per il Venezuela

Lo scorso 7 Ottobre, con oltre il 55% dei voti, Hugo Chàvez è stato rieletto per la terza volta Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in qualità di candidato del PSUV, Partido Socialista Unido de Venezuela, che con i suoi oltre 5 milioni di iscritti è uno dei più grandi partiti di sinistra dell'emisfero occidentale.

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