Lunedì, 30 Giugno 2014 00:00

Secondo ciclo di formazione: perché la crisi è grossa.

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È rimbalzata sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali la notizia del sostanziale fallimento del “bonus giovani” previsto da Letta. Con gli 800 milioni di euro messi a disposizioni si sarebbero dovuti creare 100.000 posti di lavoro per ragazzi tra i 18 e i 29 anni: nei fatto, sono stati circa 20mila. La notizia arriva ed ha sullo sfondo i report sull'occupazione nel Paese che fotografano una situazione sempre più drammatica a causa di una mancata inversione di tendenza nell'aumento della disoccupazione e il lento corrodersi del sistema degli ammortizzatori sociali.

Come rivista abbiamo fatto del lavoro uno dei punti fondamentali del nostro dibattito e dei nostri studi: abbiamo organizzato incontri, cicli di formazione e confronti. Ci siamo affacciati a quest'argomento, tanto immenso quanto complicato nelle sue molte sfaccettature, con la consapevolezza di vivere un momento di particolare crisi e cambiamento. E lo abbiamo fatto cercando di mettere assieme quelle che secondo noi sono le voci che oggi possono dare un contributo serio e concreto alla discussione su cosa è il lavoro oggi e, di conseguenza, chi sono i lavoratori oggi.

Abbiamo messo insieme chi, con la propria esperienza decennale nel mondo del sindacalismo e della sinistra italiana, ha saputo darci gli strumenti teorici per analizzare i meccanismi che ci hanno portato alla situazione attuale e chi si ritrova a vestire i panni del “lavoratore atipico”, ponendo nuove questioni, arrivate con le sfide comportate dal cambiamento dei tempi.
Come conciliare quindi le rivendicazione dei lavoratori autonomi con la visione di organizzazione del lavoro tipicamente novecentesca? Come spiegare il fallimento, ad esempio, del bonus giovani? Ha senso chiedersi se possiamo ancora parlare di riproduzione del lavoro salariato?

Sono state queste le domande sulle quali ci siamo scervellati, sulle quali ci siamo presi, magari con posizioni diverse ma sempre mantenendo viva la voglia di capire, di trovare qualcosa di interessante da dire. Ci siamo inoltrati in un ragionamento che si servisse degli schemi teorici ma che riuscisse a conciliarli con quella che è la realtà di un mondo che muta sempre più velocemente.

Ed è alla luce dell'utilità che ha avuto il percorso fatto fino adesso che continuiamo (anche se è luglio e fa caldo): dal 13 luglio avrà luogo il secondo ciclo di formazione organizzato da Il Becco (clicca qui per l'evento Facebook). Se il primo ha avuto il lavoro come tema centrale, a questo giro parleremo di crisi: da dove arriva, a cosa è dovuta e quali sono le soluzioni (almeno presunte) indicate dalle teorie marxista e keynesiana.

Non sappiamo se questo percorso ci porterà a qualcosa di buono e valido, quello di cui siamo convinti è che la ricostruzione della sinistra in questo Paese passi, anche e soprattutto, dalla riproposizione di domande che, per quanto possano apparire basilari, ci aiutano a definire cosa siamo e quale è il mondo che vogliamo.

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