Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Di magliette rosse, "benaltrismo" e altre amenità
Lo scorso 7 luglio è stata la giornata delle magliette rosse: esponenti di associazioni e comuni cittadini si sono vestiti di rosso contro l'emorragia di umanità. Rosso come i vestiti fatti indossare ai bambini che affrontano la traversata verso l'Italia, nella speranza di essere più visibili in caso di naufragio.
È di 202 morti il bilancio delle piogge torrenziali che hanno colpito dal sei luglio in poi il Giappone occidentale. Ben 54.000 gli uomini della polizia, dei vigili del fuoco e delle Forze di Autodifesa dislocati per il soccorso alla popolazione. 5.900.000 gli ordini di evacuazione o gli avvertimenti circa questa eventualità che sono stati emessi dalle autorità di protezione civile in 19 Prefetture (gli evacuati effettivi sono stati 23.000). Nella Prefettura di Okayama ben 1.850 le persone portate in salvo da elicotteri o barche dopo che le acque li avevano intrappolati nelle abitazioni mentre al 13 luglio erano ancora 2.800 le persone che non è stato possibile raggiungere a causa delle frane e che risultano dunque isolate.
La confusione è tanta e non è detto che sia un bene – sul rossobrunismo (I)
Questo che leggerete non è un vero e proprio articolo. La massa enorme di informazioni, impressioni, tesi e parole sull’argomento che vorrei trattare (il rossobrunismo) è tale da meritare un approfondimento diviso in diversi interventi. Al massimo potrei far chiarezza su quali siano i temi per me fondamentali da essere conosciuti, discussi, condivisi, in questo momento: il lavoro, il ruolo della sinistra in una società che non offre più agganci con i vecchi rituali, o li ha stravolti ed ha dato alla piccola borghesia e al proletariato risposte diverse, la struttura sociale all’interno della nostra nazione.
Il, i '68… e Marx?
Qualche settimana fa Mapelli di Punto Rosso ci invitava a leggere l’articolo di Emilio Molinari: “Un altro ‘68”. L’articolo, per me molto bello, evidenzia con intenti provocatori, che i ‘68 furono due, uno “... degli studenti e di molti intellettuali. Un soggetto complesso egemonizzato dalla piccola borghesia radicalizzata...”, “L’altro dei lavoratori.”
Un U-Boot tedesco in dotazione alla Marina Imperiale del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, il Ro-500, è stato ritrovato nelle acque a largo della Prefettura di Kyoto. Il mezzo, un U-511 lungo 77 metri, era stato prodotto in Germania nel 1941 e ceduto ai nipponici nel 1943. Nel 1946 venne affondato dagli Alleati.
Altri due sottomarini prodotti da Kawasaki Heavy Industries e da Mitsubishi Heavy Industries sono stati trovati poco distante: si tratta rispettivamente di uno I-121 e di un Ro-68. Ad effettuare la scoperta è stato un gruppo di ricerca della Society La Plongee for Deep Sea Technology guidato da Tamaki Ura, professore presso l'Istituto di Tecnologia del Kyushu.
Fosse che non leggono, il problema – Come la destra si è impadronita della cultura popolare
È notizia degli ultimi giorni, ed ha scatenato un piccolo vespaio negli ambienti intellettuali, la dichiarazione della sottosegretaria ai beni culturali, Lucia Borgonzoni, secondo cui non leggerebbe un libro da tre anni. Tra i censori più accaniti, la scrittrice Michela Murgia propone un aperto riferimento ad una citazione di Umberto Eco, “che cos’è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?”. Umberto Eco aveva ragione, ma probabilmente non nel senso in cui sta venendo interpretato dagli intellettuali italiani, la cui reazione si ferma ad un livello di analisi assolutamente superficiale, che non permette di comprendere cosa stia accadendo in un’Italia posizionata in larga maggioranza su posizioni politiche populiste ed anti-intellettuali.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).