Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
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Settimana iniziata con il G7 dei ministri degli Esteri in Canada. Presente per il Giappone Taro Kono il quale ha tenuto colloqui con l'omologo francese Jean Yves Le Drian e con l'inglese Boris Johnson. Tra i temi centrali del summit, partito il giorno dopo l'annuncio di Pyongyang circa lo stop ai test nucleari e missilistici, ovviamente la vicenda nordcoreana che era già stata al centro del vertice ministeriale dei titolari delle Finanze della scorsa settimana (in quella occasione vi fu una nota congiunta per reclamare l'isolamento finanziario della RPDC).
Sankara le peuple africain te réclame: omaggio di un fiero burkinabé
«Non è possibile effettuare un cambiamento fondamentale senza una certa dose di follia. In questo caso si tratta di non conformità: il coraggio di voltare le spalle alle vecchie formule, il coraggio di inventare il futuro. Ci sono voluti i pazzi di ieri per permetterci di agire con estrema chiarezza oggi. Voglio essere uno di quei pazzi. Dobbiamo avere il coraggio di inventare il futuro.»
L’Africa, con la complicità dell’Occidente, ha rigettato il suo figlio più combattivo. Un infanticidio che ha rubato il futuro e le speranze del suo popolo.
Settimana di ricca di eventi connessi alla politica internazionale. Per quanto concerne l'aggressione congiunta di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna alla Siria il premier Abe, parlando con i giornalisti al termine di una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, ha confermato la scorsa domenica che il Giappone “approva la mossa di quei Paesi che non consentono l'uso e la proliferazione di armi chimiche”.
Di sionismo, ortodossia e terra: la trasformazione di Israele in uno stato confessionale
L’approccio alla storica questione israeliana e palestinese si è oramai arenato nella partigianeria politica. L’emotività suscitata dalle immagini di Gaza sotto il pesante attacco di queste ultime settimane da parte delle forze israeliane impedisce una analisi lucida sul percorso che ha portato a questo feroce scontro, oramai secolare. Il calderone in ebollizione della politica ha mescolato e ridefinito impropriamente termini storici come sionismo, panarabismo, ebraismo ecc.
Settimana iniziata con un terremoto di magnitudo 6.1 che ha colpito il 9 aprile la Prefettura di Shimane nell'isola di Honshu. Cinque i feriti mentre 100 sono stati gli sfollati. Nessun danno alla centrale nucleare di Shimane. Danni ai beni culturali, in particolare al tempio di Sahimeyama, sono stati segnalati dall'amministrazione comunale di Oda.
Quindici anni di guerra in Iraq. Il paiolo rotto
1988, Kurdistan Iracheno. Durante le battute finali della guerra con l'Iran, le forze armate di Saddam Hussein scatenano una campagna genocida contro curdi e assiri nel nord del Paese. La cittadina di Halabja viene attaccata con un gas tossico, forse gas mostarda o un gas al cianuro; l'attacco costa la vita a circa cinquemila persone, che si vanno a sommare ai più di centomila (il numero non verrà mai stabilito con precisione) morti dell'intero parossismo genocida. Nonostante l'evidente responsabilità del governo iracheno la CIA statunitense addossa – in una girandola di versioni – la colpa all'Iran.
2002, l'amministrazione Bush inizia l'escalation diplomatica che di lì a pochi mesi porterà all'invasione dell'Iraq.
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