Di ritorno da Libano e Siria

Mussalaha significa, in arabo, riconciliazione, fra parti che si contrappongono anche in armi. All’opposto, musallaha significa lotta armata e musallahin uomini armati. Un po’ come salàm significa pace e àlam dolore, e la guerra non è sinonimo di dolore?

In Siria esistono molti musallahin fra i quali circa 50mila combattenti stranieri provenienti da oltre venti paesi, attirati sulla via di Damasco chi dalla remunerazione (Qatar e Arabia Saudita principali datori di lavoro) chi dalla prospettiva del paradiso con fiori e ragazze, chi dal sogno di un emirato universale. Ma in Siria esistono anche molti “combattenti disarmati per la pace”, molti mussalahin! E in sostegno alla mission impossible di questi attori del dialogo – religiosi e laici – una delegazione di pacifisti ed esperti di soluzione dei conflitti si è recata in Siria, guidata dalla premio Nobel per la pace nord-irlandese Mairead Maguire.

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Il viaggio compiuto in Israele da Barack Obama lo scorso 20 marzo e durato tre giorni, ha visto delinearsi punti di svolta molto interessanti. Non solo perché è stata la prima volta che il presidente democratico (oramai al secondo mandato) ha visitato la Palestina in vesti ufficiali, ma soprattutto per i risvolti diplomatici tra Israele e Turchia.

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Sabato, 16 Febbraio 2013 00:00

Uno sguardo panarabo sul Medio Oriente

Mentre la Francia bombarda in Mali gli islamisti “cattivi” che meno di due anni fa appoggiava in Libia bombardando l’esercito di Gheddafi, l’Unione Europea su richiesta della stessa Francia e della Gran Bretagna e con la solita acquiescenza del ministro Terzi è sul punto di mandare armi agli islamisti “buoni” in Siria (arrivati anche dalla Libia), i quali non badano a nascondersi con i media internazionali: “L’unico nostro movente è l’Islam, combattiamo per Dio, per questo siamo scesi per strada ed è benvenuto chiunque voglia unirsi a noi, di qualunque nazionalità” (dichiarazione di un “capo dei ribelli” alla Reuters).

È il contesto giusto per ascoltare il punto di vista, laico e panarabo, di Osama Maarouf Saad, segretario generale dell’Organizzazione popolare nasseriana del Libano, in visita in Italia per un giro di incontri.

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Lunedì, 28 Gennaio 2013 00:00

Israele dopo le elezioni

Pareva proprio che «la campagna elettorale più noiosa di tutti i tempi» dovesse noiosamente partorire il terzo governo di destra di Benjamin Netanyahu, il nazionalreligioso “regno di Re Bibi” come l'abbiamo sempre conosciuto, magari con gli ormai ingombranti barbogi di UTJ e Shas nuovamente relegati nel campo del messianesimo e sostituiti con l'ultradestra 2.0 di Naftali Bennett. Proprio per questo resta difficile non rimanere stupiti di fronte ai risultati di queste elezioni per la diciannovesima Knesset: il centro che sfonda, Likud (che nel frattempo ha assorbito Lieberman) duramente colpito, Bennett frustrato, il Labor che nonostante tutto non affonda, la sinistra-sinistra stabile o in crescita. In percentuali: Likud-Yisrael Beiteinu 23.32%, Yesh Atid 14.32%, Labor 11.39%, HaBayit HaYehudi 9.12%, Shas 8.75%, UTJ 5.17%, Hatnuah 4.99%, Meretz 4.54%, le due liste arabe complessivamente 6.21%, Hadash 3%, Kadima 2.1%.

Utile ricordare che lo sbarramento per la legge elettorale israeliana è fissato al 2%.

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Martedì, 22 Gennaio 2013 00:00

Per la Palestina, a cena col Becco

Con l'occasione le ragazze e i ragazzi del Becco ringraziano tutti i presenti e i realatori, che hanno sopportato i molti problemi e hanno permesso la riuscita di una serata che ha registrato circa 100 presenti e la possibilità di coprire, economicamente, tutte le spese burocratiche che affronteremo in questo mese di gennaio per la nascita ufficiale dell'associazione.

Non v'è accanimento, non un assedio, non un imperversare d'armi e dollari peggiore di quello scatenato dal '900 contro il popolo palestinese. E proprio per questo non v'è ragione migliore per porsi ancora una volta “dalla parte del torto”, oltre la coltre dei media tradizionali. Non poteva essere più significativa la primissima uscita pubblica de Il Becco, venerdì sera, presso il circolo Arci “La Fogliaia” a Calenzano. Un'iniziativa che la redazione ha voluto dedicare ad uno dei nodi cruciali delle mille e più vicende arabe degli ultimi anni; un «fantasma che aleggia sulle primavere mediorentali», com'è stato definito l'affaire palestinese durante la serata, del quale si è discusso in compagnia dell'ecoattivista contro le guerre e giornalista del Manifesto Marinella Correggia, del coordinatore nazionale di Al Fatah Italia Ali Emad, dell'imam di Firenze e presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche in Italia Izzedin Elzir, del responsabile Pace e Movimenti di Rifondazione Comunista Alfio Nicotra e di Mariano Mingarelli, dell'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese.

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