Domenica, 11 Settembre 2016 14:00

Pillole dal Giappone #150 – Settimana intensa per la politica estera nipponica

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Giorni particolarmente intensi, quelli appena vissuti dalla diplomazia nipponica. Il 2 e 3 settembre, nella città costiera di Vladivostok, si è tenuto l'Eastern Economic Forum (35 gli Stati partecipanti), che ha visto l'importante confronto tra il Presidente russo, Vladimir Putin, ed il premier di Tokyo, Shinzo Abe. Abe ha affermato la volontà del proprio Paese di siglare, finalmente, un trattato di pace con la Federazione Russa che risolva, diplomaticamente e giuridicamente, le questioni ancora pendenti dopo la cessazione del secondo conflitto mondiale.
L'incontro di Vladivostok si iscrive nel solco dell'ultimo confronto Abe-Putin svoltosi a Sochi in maggio e sarà seguito da altri faccia a faccia (uno a novembre si terrà in Perù nell'ambito del forum Asia-Pacifico mentre la visita di Putin in Giappone si terrà a dicembre) e si è incentrato - tenuto conto che la questione del trattato di pace sarà ancora lunga a causa della disputa territoriale riguardante le Curili meridionali (conquistate dall'Unione Sovietica dopo la fine della guerra in Europa) - sugli aspetti economici.


Nella sessione plenaria, moderata dall'ex premier australiano, Kevin Rudd, vi è stato un incontro a tre (oltre ad Abe e Putin vi è stata la partecipazione della Presidentessa sudcoreana Park) nel quale il Presidente russo, che del forum è stato l'ideatore nel 2015, ha affermato che lo sviluppo dell'estremo est è “la nostra più importante priorità nazionale”. Putin ha sottolineato come, negli ultimi anni, siano stati investiti dal proprio Paese, oltre 15 miliardi di dollari in 300 progetti di sviluppo, i quali hanno portato ad una crescita della produzione industriale del 5% nell'ultimo anno nonché un aumento della popolazione (per tre anni di seguito) nel Territorio di Chabarovsk, in Jacuzia, nell'isola di Sachalin ed in Čukotka. Una strategia complessiva, quella russa, basata su una marcia verso Est, fondata anche su una crescita - ed una integrazione della Cina - della Unione Economica Euroasiatica, così come dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (che vedrà la piena partecipazione anche di India e Pakistan e, nelle intenzioni del Cremlino, dell'Iran).
Energia (con un ruolo chiave della Russia nella fornitura di gas e petrolio a prezzi certi), infrastrutture (con il potenziamento del porto di Vladivostok - e con la Banca Giapponese per la Cooperazione Internazionale coinvolta in un progetto congiunto di investimento - e l'estensione del regime di porto franco per i porti di Vanino, Korsakov, Petropavlovsk-Kamčatskij e Pevek nonché il potenziamento dei corridoi verso Cina ed Europa), nuove tecnologie, istruzione (con il progetto di creare un polo di ricerca nell'Isola Russkij): queste le quattro direttrici per la crescita dell'area, secondo l'inquilino del Cremlino.
“L'estremo est diventerà un ponte di pace e prosperità” per la Presidentessa della Repubblica di Corea, Park, preoccupata per la tensione che Pyongyang continua a creare nell'area (in particolare per la messa in discussione del progetto Rajin-Khasan che prevede il passaggio di carbone russo diretto in Corea del Sud tramite il porto nordcoreano di Rajin), la quale ha ricordato come l'estremo est rappresenti il 40% del commercio bilaterale russo-coreano e che il 60% dei turisti russi in Corea arrivino proprio da Vladivostok. Uno “sviluppo sostenibile che si fondi sul rafforzamento nel campo alimentare (in particolare quello ittico ndr), dell'edilizia e della salute” la chiave offerta dalla massima rappresentante della RdC.
Sviluppo legato a quello della rete viaria tra le principali città dell'area e ad accordi di libero commercio per l'area Euroasiatica simili a quelli sottoscritti da Corea, Cina e Stati Uniti.
Il Primo Ministro Abe - sulla scia di concrete necessità di cooperazione economica con la Russia, in gran parte per poter sviluppare l'area meno ricca dell'Arcipelago, cioè l'isola di Hokkaido - nel proprio intervento ha sottolineato l'importanza strategica del rafforzamento del porto di Vladivostok affermando che “il sogno del Presidente Putin è anche il mio”. Il premier nipponico ha anche messo in luce le similitudini demografiche esistenti tra il Sol Levante e la Russia e la necessità di un politica di investimenti volta a contrastare calo demografico ed il conseguente aumento della quota “anziana” della popolazione. “Facciamo della regione dell'Estremo Oriente della Russia una base per le esportazioni verso l'Asia e la regione del Pacifico, aumentando nel contempo la produttività ed avanzando verso una diversificazione delle industrie russe” ha affermato Abe, il quale ha proposto che il forum si svolga con regolarità ogni anno. Sulla vicenda del trattato di pace, Abe ha sostenuto di “voler porre fine a questo innaturale stato di cose”.
Nell'incontro a porte chiuse nippo-russo sono stati affrontati “tutti gli aspetti dei nostri legami, senza eccezioni” ha commentato il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, il quale ha sottolineato come molti incontri specifici (dalla sanità allo sviluppo tecnologico fino a temi inerenti la sicurezza ed il contrasto al crimine) si sono svolti - sulla base del piano in otto punti di cooperazione tra le due nazioni proposto da Abe in maggio - nel periodo intercorso dal summit di Sochi a quello di Vladivostok.

Se l'incontro di Vladivostok può dirsi essere stato fruttifero per i Paesi partecipanti, almeno per i principali, nulla di concreto, su nessun fronte, è arrivato dal G20 di Hangzhou (RPC), svoltosi il 4 e 5 settembre.
Per quanto concerne l'oggetto di questa rubrica, c'è da registrare l'incontro tra Abe ed il Presidente cinese Xi Jinping. Nel faccia a faccia i due leader hanno convenuto circa la necessità di realizzare un meccanismo atto a evitare scontri tra le rispettive forze armate (navali e aeree) nell'area nella quale questi hanno maggiore possibilità di verificarsi (in primo luogo nelle Diaoyutai/Senkaku, inserite da Pechino nella propria area di difesa aerea).
"Vanno riportate ad un normale sviluppo le nostre relazioni” si è augurato Xi in apertura del colloquio bilaterale. Non è possibile stabilità nelle relazioni nippo-cinesi senza stabilità nel Mar Cinese Meridionale” ha affermato Abe nella conferenza stampa successiva all'incontro a porte chiuse, invitando i cinesi al "rispetto del diritto”, cioè ad attenersi alla decisione del tribunale arbitrale, unilateralmente chiesto dalle Filippine, che ha negato i diritti sovrani della RPC sulle isole Spratly.
“Il Giappone dovrebbe prestare più attenzione alle proprie parole ed azioni al fine di evitare che queste diventino un ostacolo al miglioramento delle relazioni sino-nipponiche” ha dichiarato il Presidente cinese all'agenzia di stampa ufficiale Xinhua.
Un incontro ad alto livello tra i due Paesi sul tema della militarizzazione in corso nel Mar Cinese Meridionale e sul suo sfruttamento ai fini della ricerca di gas si terrà il 14 settembre.

Intanto, il premier Abe, al vertice ASEAN tenutosi il 6 settembre nella capitale laotiana Vientiane, ha incontrato il Presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, e confermato, secondo quanto riportato dal vice di Suga, Hagiuda, che il Sol Levante fornirà all'Arcipelago dieci navi pattuglia di piccola dimensione.
“Misure militari chiamano contromisure militari” ha affermato, il 3 settembre, nel proprio discorso alla Conferenza Internazionale dei Partiti Politici Asiatici - svoltasi nella capitale malese Kuala Lumpur - il Presidente del Partito Comunista, Shii, per il quale le dispute sul Mar Cinese Meridionale vanno risolte sulla base delle leggi internazionali “compresa la Convenzione ONU del 1982 sul Diritto del Mare”. Il leader comunista ha, allo stesso tempo, rilanciato la propria proposta volta a creare “una comunità di pace nell'Asia del Nord-Est”.

E proprio nell'Asia del Nord-Est, in contemporanea con il vertice del G20, la Corea del Nord ha effettuato il lancio di tre missili balistici i quali sarebbero caduti, dopo aver percorso circa 1.000 chilometri in Zona Economica Esclusiva del Sol Levante, tra i 200 ed i 250 chilometri ad ovest dell'isola di Okushiri.
Come di consueto il Ministero della Difesa si è attivato per raccogliere informazioni ed analizzare i dati disponibili mentre il Portavoce del Governo, Yoshihide Suga, ha assicurato che “il governo giapponese proseguirà una stretta collaborazione con Stati Uniti, Corea del Sud ed altre importanti nazioni” al fine di tutelarsi e ribadito la richiesta di rispetto da parte della Corea del Nord delle risoluzioni ONU “astenendosi dal compiere provocazioni”.

Il Ministero guidato dall'ultranazionalista Tomomi Inada, ha, frattanto, richiesto, nel proprio progetto di budget per la Difesa per l'anno fiscale 2017, 11 miliardi di yen da destinare ad eventuali progetti di ricerca a scopi bellici, da realizzare congiuntamente ad università e centri di ricerca. La cifra destinata a tale compito è diciotto volte superiore a quella richiesta nel 2016. Il programma di collaborazione congiunta Ministero-università, partito nel 2015, ha, coinvolto 109 gruppi di ricerca nel primo anno e 44 in quello successivo.
In giugno, il Consiglio delle Scienze del Giappone ha intrapreso una discussione (è stata istituita allo scopo anche una commissione) sulla possibilità di un abbandono dei principi pacifisti dell'organismo consentendo ai propri aderenti la piena partecipazione a progetti aventi finalità belliche.

Sul fronte dei diritti civili, la Federazione delle Associazioni Forensi, tramite il proprio Presidente, Kazuhiro Nakamoto, ha espresso la propria contrarietà al disegno di legge sul contrasto alle “cospirazioni” che potrebbe essere proposto dal governo prossimamente (disegni di leggi analoghi sono già stati discussi e poi ritirati altre due volte negli ultimi anni).

In economia, dati resi noti dal Ministero delle Finanze lo scorso 1 settembre, mostrano come l'abenomics possa dirsi un successo unicamente per i profitti, in massima parte non reinvestiti, delle grandi aziende. I profitti accantonati dalle grandi imprese, nell'anno fiscale 2015, hanno raggiunto la cifra record di trecentotredicimila miliardi di yen. A crescere, per una media individuale di 18,5 milioni di yen, anche i redditi percepiti dai dirigenti mentre la media salariale dei dipendenti sarebbe scesa di 18.000 yen (per 5.610.000 yen medi annui).

(con informazioni di Japan Press Weekly 31 ago. - 06 sett. 2016; japan.kantei.go.jp; mofa.go.jp; mod.go.jp; mid.ru; kremlin.ru; fmprc.gov.cn; nhk.or.jp; the-japan-news.com; asahi.com)

Ultima modifica il Domenica, 11 Settembre 2016 13:41
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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