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Venerdì, 07 Ottobre 2016 13:26

Pillole dal Giappone #154 – La Governatrice di Tokyo preoccupata per il lievitare dei costi olimpici

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Il Partito Democratico presenterà una proposta di modifica della legge sulla Casa Imperiale per consentire all'Imperatore Akihito di abdicare. A dichiararlo, in un'intervista ad Asahi Shimbun, è stato il nuovo Segretario nonché ex premier Yoshihiko Noda. La modifica della Legge, approvata nel 1947, era stata auspicata (non in maniera diretta ma con un lungo giro di parole) dallo stesso Akihito in un, quanto mai raro, discorso alla nazione.
Anche il governo e lo stesso premier Abe stanno studiando la possibilità di emendare la legge limitando però la possibilità soltanto all'attuale Imperatore. Una delle preoccupazioni del governo è infatti il numero, in costante decrescita dei membri della Casa Imperiale (e dunque dei possibili successori al trono ed al ruolo, del tutto cerimoniale, di Imperatore). Per il Segretario del PDG la legge andrebbe modificata consentendo alle donne della famiglia imperiale di rimanerne giuridicamente all'interno anche in caso di matrimonio con un comune mortale.
Il tema è quantomai spinoso, in un Paese nel quale la Casa Imperiale è rappresentazione vivente della storia nazionale: dalla mitica fondazione ad opera dea Amaterasu ad oggi.

 

Il lievitare dei costi dei Giochi Olimpici del 2020 e l'inquinamento dei suoli nella prevista nuova sede del mercato di Tsukiji preoccupano, intanto, la neogovernatrice di Tokyo, la conservatrice Yuriko Koike. In particolare l'ex liberal-democratica, intervenendo mercoledì scorso in Assemblea Metropolitana, ha invitato i consiglieri ad aiutare l'esecutivo della Prefettura nell'individuazione dei funzionari che hanno sottostimato l'inquinamento del sito di Toyosu: “dobbiamo chiarire tutti i dubbi inerenti quelle decisioni, chi le ha prese e chi ha nascosto le informazioni”.
Il sito di Toyosu, in precedenza occupato da una centrale termoelettrica, era stato individuato dalla precedente gestione come nuova sede per l'importante (uno dei più importanti del mondo) mercato del pesce di Tsukiji. Il sito attualmente occupato dal mercato dovrebbe infatti, secondo i progetti presentati, ospitare su parte della propria estensione una nuova strada facente parte dei disegni urbanistici connessi ai Giochi. Intanto, secondo fonti stampa Shintaro Ishihara (al governo di Tokyo quando venne presa la decisione di spostare Tsukiji), avrebbe rifiutato di essere ascoltato dal governo metropolitano in merito alla vicenda.
Nuovi test sui suoli dovrebbero essere effettuati in novembre ed i risultati resi noti entro il prossimo gennaio. Per la revoca della decisione di spostare il mercato il Partito Comunista che ha interrogato, con il deputato Akira Kasai, il ministro all'Agricoltura e Pesca Yuji Yamamoto (l'approvazione del Ministero è prerequisito per effettuare la ricollocazione) il quale ha ammesso di aver appreso dalla stampa lo stato di contaminazione dei suoli di Toyosu. Inoltre, lo scorso 27 settembre, la capogruppo comunista in Assemblea Metropolitana, Tomoko Oyama, ha chiesto la formazione di un'apposita commissione d'inchiesta sulla vicenda e l'ascolto, in qualità di testimoni, di 12 persone (tra essi, ovviamente, Ishihara).
In ordine ai costi di organizzazione Koike ha sottolineato che “fissare un limite massimo per i costi delle Olimpiadi deve essere considerato un importante punto all'ordine del giorno”. Entro un mese, nelle intenzioni della Governatrice dovrebbe arrivare una risposta definitiva circa una revisione del piano per quanto concerne tre impianti. La revisione, dovuta agli eccessivi costi di realizzazione, era stata proposta da una commissione del governo metropolitano e sollecitata da più parti nella stessa Assemblea Metropolitana.

In ambito diplomatico, lo scorso 3 ottobre, intervenendo alla Dieta, il premier Abe ha escluso che il suo governo scriverà una dichiarazione ufficiale di rimorso sulla vicenda delle cosiddette comfort woman (le schiave sessuali dell'esercito coloniale nipponico).
La dichiarazione ufficiale, la quale avrebbe dovuto porsi sulla scia di quella pronunciata da Kono nel 1993, era stata richiesta dalla fondazione recentemente finanziata dal governo di Tokyo nell'ambito di un dialogo bilaterale con la Corea del Sud.
“Ciò che è stato chiesto non fa parte degli accordi” ha affermato Abe, nazionalista ed alle prese con settori ultranazionalisti da lui tenuti in grande considerazione (in primo luogo la fazione afferente alla ministra della Difesa Tomomi Inada) da quando svolge ruoli apicali nel partito e nel governo.

Ministra Inada che venerdì scorso ha effettuato una visita in Sudan del Sud, Paese nel quale 350 appartenenti al genio delle Forze di Autodifesa sono impiegati nell'ambito della missione delle Nazioni Unite UNMISS. La giovane nazione africana, alle prese con una complicatissima guerra civile, potrebbe essere il primo Paese nel quale verranno applicate le leggi, approvate tra le proteste ed in contrasto con la Costituzione strettamente pacifista del Sol Levante, che consentono nuove regole di ingaggio (posti di blocco, aiuto ad unità di altre nazioni attaccate etc.) alle truppe delle FA dispiegate all'estero. “Valuteremo attentamente sia la situazione che i progressi compiuti nella formazione del personale delle FA inerente i nuovi compiti” ha dichiarato Abe. Uno dei punti essenziali (sono cinque) che consentono operazioni di peacekeeping è lo stato di cessate il fuoco.
“E' evidente che il Sud Sudan si trovi in uno stato di guerra civile ed uno dei cinque principi non c'è più” ha affermato Kenji Isezaki, professore all'Università di Studi Esteri di Tokyo e già responsabile dei programmi ONU per il disarmo in Sierra Leone, Afghanistan e Timor Est.
Il non rispetto del cessate il fuoco tra le parti è stato sottolineato anche dal Presidente del Partito Comunista, Shii, durante la propria interrogazione al governo del 28 settembre. “Non vedo un conflitto militare in Sudan del Sud. Le cinque condizioni per operazioni di peacekeeping sono presenti” è stata la risposta data dal premier.

Lo stesso giorno all'Arena Hibiya di Tokyo si è, invece, svolta una manifestazione, promossa da movimenti civici, in solidarietà alla popolazione di Okinawa in lotta contro la costruzione della nuova base militare di Henoko ed i sei nuovi eliporti destinati alle truppe statunitensi a Takae. Proprio su quest'ultima facilities in fase di realizzazione nella Prefettura meridionale dell'Arcipelago, è nuovamente intervenuto il senatore comunista Seiken Akamine, il quale è nativo di Naha, sottolineando il pesante impatto ambientale che le nuove strutture avranno sull'ecosistema dell'isola (dovrebbero essere abbattuti, ad esempio, circa 3.700 alberi).
Proteste si sono avute, lo scorso 2 ottobre, anche a Yokosuka (Prefetterua di Kanagawa) contro la presenza della portaerei a propulsione nucleare statunitense Ronald Regan.
Frattanto, il 30 settembre, si è costituita una rete di 17 tra associazioni e sigle sindacali (tra esse l'Associazione degli Scienziati del Giappone e la Federazione dei Lavoratori e Docenti delle Università Private) afferenti il mondo universitario contro la cooperazione nella ricerca con fini bellici tra università e Ministero della Difesa.

In ambito agricolo, il 28 settembre, durante il question time alla Camera alta, il senatore comunista Ichida ha invitato il governo a non procedere con l'approvazione dei disegni di legge legati al trattato di libero commercio per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese). Ad essere particolarmente colpito dal trattato sarebbe il settore agricolo. Il Giappone dovrebbe infatti abolire le tasse sulle importazioni per il 30% dei cinque prodotti agricoli chiave (riso, frumento, manzo e maiale, prodotti lattiero-caseari e dolcificanti) e sull'82% dei restanti prodotti agricoli importati. Sull'esclusione di questi prodotti dalle trattative del TPP vi è, per altro, una risoluzione approvata dal parlamento.

Sul fronte ambientale, dopo che Unione Europea, Canada e Nepal (preceduti dall'importante accordo tra Obama ed il Presidente cinese Xi) hanno ratificato l'accordo per il contenimento del riscaldamento globale, pressioni sempre più forti sono state esercitate affinché anche il Sol Levante aderisca al trattato (lo stesso Obama si è augurato che il Giappone sottoscriva l'accordo “il più presto possibile”).
Lo scorso mercoledì, 73 dei 193 Paesi che hanno partecipato alle trattative svoltesi a Parigi, hanno depositato la propria accettazione dell'accordo.

Sulla sempre calda vicenda nordcoreana, lo scorso 30 settembre, la Cina, con il Portavoce del Ministero degli Esteri Geng Shuang, ha affermato la propria “ferma opposizione” al dispiegamento del sistema antimissilistico THAAD nella provincia sudcoreana di Gyeongsangbuk-do. “Il dispiegamento del THAAD da parte di Stati Uniti e Repubblica di Corea non sarà in alcun modo di aiuto alla sicurezza delle diverse parti, alla realizzazione della denuclearizzazione della penisola coreana ed al mantenimento della pace e della stabilità nella stessa”.

E' stata, intanto, smentita un possibile scioglimento anticipato della Camera bassa e la convocazione di nuove elezioni politiche. Ad avanzare la possibilità era stato, la scorsa settimana, il vicesegretario liberal-democratico Hakubun Shimomura. Dal fronte dell'opposizione la Presidentessa democratica Renho Murata aveva dichiarato il proprio partito “sempre pronto” ad affrontare la competizione elettorale.

(con informazioni di Japan Press Weekly 28 sett. - 04 ott. 2016; fmprc.gov.cn; japantimes.co.jp; asahi.com; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Domenica, 09 Ottobre 2016 17:51
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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