Domenica, 28 Maggio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #187 – Ennesimo test missilistico nordcoreano

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Nuovo lancio missilistico ad inizio settimana condotto dalla Corea del Nord. Il lancio è avvenuto dalla base di Pukchang, a nord di Pyongyang, domenica 21 maggio alle ore 16,59 ora locale ed il razzo avrebbe percorso 500 chilometri. Secondo quanto riferito dallo Stato Maggiore sudcoreano il missile sarebbe un medio raggio Pukguksong-2.
La data sembra non essere casuale visto che lo stesso giorno è avvenuta la nomina del nuovo governo sudcoreano del neoeletto Moon ed il giorno precedente la portaelicotteri nipponica Izumo, in un lungo processo di proiezione all'estero della marina del Sol Levante, era arrivata in Vietnam per esercitazioni congiunte. “Sicurezza e diplomazia sono due facce della stessa medaglia. Nell'ambito dell'attuale crisi provocata dalle costanti provocazioni della Corea del Nord il ruolo della diplomazia in termini di sicurezza nazionale è più importante che nel passato” aveva dichiarato Moon presentando il nuovo esecutivo.

Il lancio è stato “una secchiata di acqua fredda” verso la denuclearizzazione della Penisola per il Ministero degli Esteri di Seul. Disponibile a riprendere colloqui diretti tra le due parti della Penisola Chung Eui-yong neoconsigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Moon. L'alto dirigente incontrando domenica scorsa i rappresentanti dei partiti dell'opposizione ha anche dichiarato che il dispiegamento del sistema antimissilistico THAAD dovrà essere discusso in parlamento. Proprio il THAAD era stato uno degli argomenti cardine dell'ultima campagna elettorale.

“Le armi atomiche della RPDC rappresentano un fattore di deterrenza volto a prevenire una guerra atomica nella Penisola coreana” aveva rimarcato l'agenzia ufficiale nordcoreana KCNA in risposta all'invito del ministro delle Finanze di Tokyo Taro Aso rivolto all'omologo statunitense per nuove sanzioni economiche dirette verso la Corea del Nord. “Le armi atomiche della RPDC difendono anche la sicurezza del Giappone” secondo lo stesso comunicato che mette in luce come un eventuale conflitto con gli Stati Uniti avrebbe certamente effetti anche sulla sicurezza nazionale del Sol Levante. “Molte altre armi Juche capaci di colpire gli Stati Uniti saranno lanciate da qui. Questa è la risposta della RPDC al governo Trump” era stato invece il commento nordcoreano al test missilistico dello scorso 14 maggio.

Il programma missilistico “non rappresenta un percorso verso la sicurezza e certamente non verso la prosperità” è stato il commento a caldo di Rex Tillerson, Segretario di Stato degli USA. Pronto a portare la questione al G-7 di Taormina il premier Abe per ottenere un'altra, scontata, condanna dagli alleati.
Ad “evitare una escalation” si è appellata, come sempre in questi casi, la Cina con la Portavoce degli Esteri Hua Chunying confermando l'adesione del proprio Paese “a tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza nella loro interezza”.
“L'unica via per risolvere la questione è quella diplomatica” per il leader del Partito Comunista Shii. Scontata condanna e promessa di “ulteriori significative misure comprese le sanzioni” è arrivata dal Consiglio di Sicurezza ONU del 22 maggio. Riunione sollecitata dal Giappone e positivamente valutata dal titolare degli Esteri Fumio Kishida.

Lo stesso ministro si è astenuto dal commentare, dichiarando unicamente che il Giappone “tutelerà i propri cittadini”, sulla detenzione di sei cittadini nipponici in Cina, accusati di minacciare la sicurezza di quel Paese.

Nell'ambito della cooperazione militare USA-Giappone, come già fatto in passato, il Partito Comunista ha, intanto, sollecitato il Ministero della Difesa a tutelare i lavoratori nipponici che trasportano materiali bellici statunitensi. Una richiesta di chiarimenti alla ministra Inada è giunta il 22 maggio dagli attivisti pacifisti di Kanagawa e dalla deputata comunista Kimie Hatano circa i rapporti tra l'azienda Nippon Express e le forze armate nordamericane.
Desolante la risposta del Ministero che ha affermato di non sapere in dettaglio quali materiali sono oggetto di movimentazione da parte dei lavoratori della società.

Nelle Forze di Autodifesa potrebbe essere costretto ad un passo indietro il Capo di Stato Maggiore Katsutoshi Kawano che lo scorso 23 maggio si era detto “grato” qualora avvenisse un inserimento del ruolo delle FA nella Costituzione.
La dichiarazione, resa ai corrispondenti stranieri, ha suscitato la dura presa di posizione dell'opposizione. “Il suo commento va interpretato come un supporto alle modifiche costituzionali’ per la deputata democratica Kiyomi Tsujimoto la quale ha parlato di una “violazione della legge sulle FA” da parte del suo massimo rappresentante in divisa. Un commento “contro il controllo civile sulle forze armate” per il collega comunista Satoshi Inoue.
Kawano ha precisato il giorno seguente di aver espresso “un punto di vista personale” che “non aveva intenti politici”.
E' stato intanto completato il ritorno in patria dell'undicesima unità del genio dislocata a Juba. Gli ultimi 40 soldati del contingente presente nella capitale sudsudanese sono partiti sabato scorso.

In ambito economico, riunitisi ad Hanoi (Vietnam) i ministri economici di undici dei dodici Paesi che hanno approvato il, poi defunto, TPP (il trattato di libero commercio per l'area del Pacifico da cui sono usciti gli Stati Uniti subito dopo l'elezione di Donald Trump), hanno convenuto di tenere riunioni preparatorie per raggiungere un nuovo accordo, senza gli USA, entro novembre. L'incontro si è tenuto nell'ambito della due giorni del vertice APEC.
“Sono veramente soddisfatto” ha dichiarato il ministro per il Commercio della Nuova Zelanda Todd McClay, uno dei maggiori sponsor dell'accordo. Presente per il Sol Levante Nobuteru Ishihara il quale ha annunciato un nuovo incontro tra i capi negoziatori per il prossimo luglio proprio nella capitale nipponica.
Rimane ancora poco chiaro se il nuovo accordo sarà allargato ad altre economie, come trasparirebbe dalla dichiarazione congiunta rilasciata dagli undici, ed in maniera particolare alla Repubblica Popolare Cinese.
Esclusa con nettezza da Robert Lighthizer, responsabile della materia per gli Stati Uniti, il ritorno degli USA sui propri passi. La strada per i rapporti economici nippo-statunitensi passerà per un accordo bilaterale come ribadito dal ministro per il Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross, intervistato lo scorso 18 maggio da Asahi Shimbun.

Sempre ad Hanoi, lunedì scorso, Giappone, Cina, Corea del Sud ed altri 13 Paesi hanno rimarcato l'urgenza di raggiungere un Regional Comprehensive Economic Partnership panasiatico. “Abbiamo compiuto un buon passo verso un accordo di alta qualità” ha commentato soddisfatto il ministro per il Commercio e Industria di Tokyo Hiroshige Seko.
“In un contesto nel quale il protezionismo sta emergendo in una serie di importanti economie del mondo riteniamo che la conclusione dei negoziati sul RCEP porterà un messaggio chiaro e coerente di apertura e integrazione economica rafforzando la politica dei Paesi della regione” è stato il giudizio espresso dal ministro padrone di casa Tran Tuan Anh.

Sul fronte investimenti, un megafondo sarà costituito da SoftBank e dal fondo sovrano saudita, secondo quanto annunciato il 21 maggio scorso dal presidente del colosso nipponico Masayoshi Son. Il fondo, da 93 miliardi di dollari, dovrebbe coinvolgere alcune delle più grandi multinazionali operanti a livello globale.
Movimenti annunciati il 23 maggio anche da Sony che, tramite il suo massimo rappresentante Kazuo Hirai, ha promesso di realizzare utili record entro il 2018.
Secondo fonti stampa, invece, la controllata negli Stati Uniti di Toshiba, la società operante nel nucleare Westinghouse Electric, starebbe trattando un prestito da 800 milioni di dollari volto a rassicurare i creditori ed evitare la procedura di bancarotta (pure avviata dalla stessa società).

In patria intanto l'Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il via libera alla riattivazione del terzo e del quarto reattore della centrale di Oi (Prefettura di Fukui) di proprietà della Kansai Electric.

Una forte crescita si è intanto registrata nelle esportazioni (+7,5%) lo scorso aprile rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. In aumento in particolar modo le esportazioni verso la Cina e verso gli USA.
Secondo dati governativi resi noti mercoledì scorso “l'economia giapponese è in una fase di moderata ripresa” anche se “il ritmo di ripresa della spesa personale rimane lento rispetto a quello dell'occupazione e dei redditi” e non poteva essere diversamente stante la codizione salariale di sostanziale immobilità.
Sempre mercoledì l'ex Presidente della Banca Federale degli Stati Uniti, Ben Bernanke, ha sostenuto che per raggiungere l'obiettivo, più volte auspicato e più volte rimandato, di un due per cento di inflazione è necessario che la BOJ coordini un piano di spesa pubblica con il governo.

Sul “conspiracy bill”, il disegno di legge volto a punire la pianificazione di crimini attualmente in discussione in parlamento, botta e risposta tra il governo e un esperto ONU che lo scorso 18 maggio si era espresso contro la controversa legge. Un commento “chiaramente inappropriato e che condanniamo con forza” è stata la risposta del Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga, allo Special Rapporteur Joseph Cannataci, professore universitario maltese.
La legge può “condurre a una restrizione del diritto alla riservatezza ed alla libertà di espressione” aveva scritto Cannataci che il 22 ha risposto alle parole di Suga qualificandole come “unicamente di rabbia ma senza alcuna sostanza”.
Il disegno di legge ha ottenuto il via libera, lo scorso 23 maggio, dalla plenaria della Camera bassa con i voti del Partito Liberal-Democratico, del Nuovo Komeito e dell'ultradestra di Nippon Ishin no Kai.
“Ho paura che il Giappone possa diventare una società sotto sorveglianza. Il governo dovrebbe fermarsi” era stato l'appello di Kazunori Yamanoi, responsabile delle questioni parlamentari per il Partito Democratico.

Un altro Special Rapporteur delle Nazioni Unite, David Kaye, ha invece criticato il governo nipponico per indebite pressioen sui media e sugli editori di testi scolastici per il tentativo di occultare o edulcorare il passato colonialista del Sol Levante.

Critiche rispetto al “conspiracy bill” sono giunte anche da sacerdoti buddisti, particolarmente contrariati dall'appoggio dato alla legge dal Nuovo Komeito, partito molto vicino - ed in un certo senso espressione - di parte rilevante della minoranza buddista nel Sol Levante. “Il Nuovo Komeito sta minando la propria ragion d'essere” per Bunko Ono, sacerdote del buddismo nichiren ed ex professore associato dell'Università Rissho di Tokyo.

(con informazioni di Japan Press Weekly 17 – 23 mag. 2017; un.rog; korea.net; mod.go.jp; mofa.go.jp; xinhuanet.com; kcna.kp; koreatimes.co.kr; asahi.com; mainichi.jp; the-japan-news.com)

Ultima modifica il Domenica, 28 Maggio 2017 21:51
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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