Stampa questa pagina
Domenica, 09 Luglio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #193 – Conferma di Yuriko Koike nelle elezioni locali a Tokyo, nuovo test nordcoreano e accordo commerciale UE-Giappone

Scritto da
Vota questo articolo
(1 Vota)

Dura sconfitta per il Partito Liberal-Democratico ma progressisti ancora in affanno: è questo il dato che emerge dalle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea Metropolitana di Tokyo tenutesi lo scorso 2 luglio. Conferma il proprio momento di grazia la Governatrice Yuriko Koike che ottiene 49 eletti con la propria lista Tomin “First” no Kai (traducibile in italiano con “Associazione edochiani prima”, con la parola “first” in inglese nel nome originale del raggruppamento) cui si sommano sei eletti ufficialmente indipendenti ma che entreranno nel medesimo gruppo consiliare.
Koike nella precedente assemblea - che è eletta, nel sistema ipermaggioritario nipponico, ad anni sfasati rispetto al Governatore - poteva contare su una manciata di consiglieri usciti dal PLD e sui 22 che erano espressione del Nuovo Komeito.

Centristi del Nuovo Komeito che eleggono 23 consiglieri portando, dunque, la maggioranza, a quota 78 seggi (i seggi totali sono 127).
Ventitré seggi anche quelli portati a casa dal PLD (erano 57 i consiglieri uscenti). Per il partito del premier, guidato a Tokyo dal Segretario Generale Shimomura, i precedenti record negativi si erano avuti nel 1965 e nel 2009 con 35 eletti. “Dobbiamo riflettere sul risultato ed impedire che questo si ripercuota negativamente a livello nazionale” è stato il primo commento di Shimomura.
Per l'opposizione progressista crescita per i comunisti che passano da 17 a 19 seggi (per un totale di 773.000 voti, +190.000 rispetto a quattro anni fa), confermando così il proprio radicamento nella capitale (“cresciamo ad ogni elezione metropolitana da 32 anni” ha commentato soddisfatto Shii) mentre il Partito Democratico (che già nelle elezioni per la carica di Governatore era stato superato dal candidato dei comunisti) scende da 7 a 5 eletti. In aumento la partecipazione al voto: si è infatti passati dal 43,50% di quattro anni fa al 51,28%.
Richiesta congiunta di dimissioni per la ministra Inada è arrivata da parte dei quattro partiti progressisti per le dichiarazioni rilasciate durante un comizio dalla politica conservatrice la quale aveva chiesto il voto al PLD anche “a nome delle Forze di Autodifesa”.

Intanto è stato un quattro luglio di fuochi d'artificio non soltanto negli Stati Uniti che in quella data celebrano la festa nazionale ma anche nell'Asia del Nord-Est. A dare l'allarme è stato per primo lo Stato Maggiore della Repubblica di Corea che ha segnalato come i vicini del Nord abbiano lanciato un missile (un intercontinentale per gli USA, un medio raggio per la Russia) dalla zona di Banghyeon, nel Nord-Ovest del Paese, alle ore 9,40 del mattino (ora locale). Il missile avrebbe percorso 930 chilometri, in circa 40 minuti, verso Est prima di finire in mare in Zona Economica Esclusiva di Tokyo.
“Il successo del test del missile intercontinentale Hwasong-14 è una delle manifestazioni dell'invincibile potenza della Corea Juche e dalla sua straordinaria capacità di autosufficienza nell'industria per la difesa nazionale che si è rapidamente rafforzata. Esso è anche una vittoria storica che ci consente di porre fine alla persistente minaccia di guerra nucleare proveniente dagli USA contro la RPDC” ha commentato il viceministro all'Industria Metallurgica nordcoreana Ri Un Chon.
“Una vittoria del popolo coreano nella lotta contro gli imperialisti guidati dagli Stati Uniti” per Kim Jong Un.
Il lancio è avvenuto quasi a salutare la visita del Presidente sudcoreano Moon negli USA volta a portare gli Stati Uniti su una posizione più morbida che crei un clima propizio per il dialogo inter-coreano.
Dall'altro lato Abe, il cui Paese è quello più minacciato dalle azioni nordcoreane (e reciprocamente i nordcoreani si sentono minacciati dal militarismo nipponico) si sta riallineando con gli USA per la linea dura: “intendo chiamare Xi e Putin affinché diano una risposta più costruttiva” ha detto il premier nell'immediatezza dei fatti.
Oltre al consueto balletto di condanne (“la dirigenza della RPDC deve astenersi da ulteriori provocazioni e conformarsi ai suoi obblighi internazionali” per il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres) c'è da registrare la posizione comune di Russia e Cina, confermata durante la visita ufficiale del Presidente Xi a Mosca, che pur tenendo ferme le sanzioni invita a riprendere i colloqui a sei e dunque a porre fine alle tensioni nell'area per via negoziale. Russia e Cina hanno anche bloccato, nell'ambito della riunione del 6 luglio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il tentativo, portato avanti da Tillerson, di giungere ad una consistente pressione militare internazionale.
“Insieme alla Corea del Sud abbiamo condotto un'esercitazione congiunta per mostrare la precisione della nostra capacità di fuoco” ha annunciato Dana White, Portavoce del Ministero della Difesa statunitense, il giorno seguente il test coreano, chiarendo che il proprio Paese intende rispondere, se occorre da solo, mostrando i muscoli più del nemico.
Un'altra esercitazione, questa volta aerea, ha coinvolto velivoli nipponici, coreani e statunitensi lo scorso venerdì. “Lo dirò chiaramente: se saremo chiamati siamo addestrati, equipaggiati e pronti per scatenare pienamente la capacità letale delle nostre forze aeree alleate” ha commentato poco rassicurante il generale Terrence O' Shaughnessy, Comandante delle Forze Aeree USA del Pacifico.
Una linea comune Stati Uniti-RdC-Giappone di pressione verso la Cina è stata definita nel trilaterale tenutosi ad Amburgo il 7 luglio. “Non ha senso tenere colloqui tanto per farli, è invece indispensabile esercitare pressioni sulla Corea del Nord per costringerla ad un dialogo serio” ha sostenuto Abe al termine del vertice.

Dure prese di posizione sulle parole in libertà dell'Amministrazione USA (ma la cosa non avrebbe pesato nei vertici informali del G20 amburghese) su “campi di lavoro” nordcoreani in territorio russo dei quali ha parlato il Dipartimento di Stato nordamericano (“fabbricano spazzatura” per la Portavoce degli Esteri di Mosca Maria Zakharova) nonché sul commercio sino-coreano “cresciuto del 40%” stando ad un tweet di Trump. “Le risoluzioni esplicitamente sottolineano che le misure prese dal Consiglio di Sicurezza non debbono impattare negativamente sulle condizioni di vita dei nordcoreani” ha tenuto a precisare il Portavoce degli Esteri di Pechino Geng Shuang.

Dall'altro lato dell'Atlantico giungono notizie di segno opposto sul fronte della pace globale. Ben 122 Paesi hanno infatti convenuto, lo scorso 7 luglio, di adottare un trattato per la messa al bando delle armi atomiche. “Il mondo attendeva ciò da settant'anni” ha commentato soddisfatta Elayne Whyte Gomez, ambasciatrice della Costa Rica e presidentessa della Conferenza ONU.
Il trattato avrà una valenza più che altro simbolica e politica dato il boicottaggio operato da Francia, India, Stati Uniti, Russia, Israele, RPDC, Gran Bretagna e Pakistan (nonché i loro alleati, eccezion fatta per l'Olanda che ha partecipato ai lavori ma votato contro la risoluzione finale).

Sullo scandalo del Kake Institution finalmente i liberal-democratici hanno acconsentito al proseguimento dell'inchiesta parlamentare avviata su iniziativa dell'opposizione ma che si era dovuta chiudere allo scadere naturale della sessione della Dieta il 18 giugno. La discussione sul rapido - ed insolito, dato che da cinquanta anni non venivano istituite nuove facoltà di Veterinaria - processo di approvazione della nuova struttura di cui ha beneficiato un istituto privato guidato da un amico del premier sarà condotta da una commissione (e non dalla plenaria) in assenza del premier impegnato al G20.
“Ciò che si attende l'opinione pubblica è che sia sentito il Primo Ministro” ha commentato con disappunto, Kazunori Yamanoi, a capo dell'ufficio per le questioni parlamentari del Partito Democratico.

Un altro scandalo ha invece riguardato la Banca del Giappone: uno dei membri del Tavolo Direttivo, Yutaka Harada, durante un convegno lo scorso 30 giugno, ha definito “appropriata” e “meravigliosa” la politica economica perseguita dal Terzo Reich nonostante i nazisti abbiano fatto “cose orribili” nel mondo. Di “fraintendimento che non si ripeterà” ha parlato la Banca Centrale sconfessando il proprio altissimo dirigente.

In ambito diplomatico la settimana appena conclusa ha visto il viaggio del ministro degli Esteri Kishida in Belgio per l'incontro decisivo, dopo quello avuto due settimane fa a Tokyo, con la Commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstrom finalizzato a limare gli ultimi dettagli inerenti l'accordo sui principi per un trattato di libero commercio tra l'Unione Europea ed il Giappone. L'annuncio della conclusione delle trattative - iniziate nel 2013 - tra i due giganti economici è stata data lo scorso 6 luglio dallo stesso premier Abe (in visita in Europa per partecipare al G20 in Germania) insieme al Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, e a quello della Commissione, un insolitamente sobrio Jean-Claude Juncker.
Il tempo dell'isolazionismo e della disgregazione sta tornando ma come abbiamo dimostrato non in questo caso” ha commentato Tusk. Per una “completa, irreversibile e verificabile denuclearizzazione della Penisola coreana” si è invece appellata la rituale dichiarazione congiunta a tre sulla Corea del Nord.
“Per l'Unione europea ed i suoi Stati membri l'accordo di partenariato economico rimuoverà la maggior parte dei dazi pagati dalle società dell'Unione europea, che ammontano a un miliardo di euro all'anno, aprirà il mercato giapponese alle principali esportazioni agricole dell'UE ed aumenterà le opportunità in diversi settori” ha affermato la Commissaria per il Commercio Malmstrom.
“Oltre 200 prodotti europei a denominazione geografica protetta avranno in Giappone la stessa protezione che in Europa” ha invece dichiarato soddisfatto Phil Hogan, Commissario all'Agricoltura e Sviluppo Rurale.
Proprio l'apertura ai prodotti agricoli europei e dunque, per vari motivi legati principalmente alle ridotte dimensioni industriali del settore nel Sol Levante, la loro penetrazione sempre più forte tra i consumatori nipponici segnano un cambio di passo importante per i liberal-democratici che si allontanano da quei settori (cooperative agricole, di pesca e piccoli coltivatori) da sempre bacino elettorale e sempre difesi con misure protezionistiche. Un'avvisaglia di questo riposizionamento si era già vista con la pesante riforma che ha in sostanza smantellato la centrale delle cooperative agricole (la JA Zenchu) togliendole il carattere di ente pubblico e la possibilità di svolgere attività finanziaria per conto delle cooperative ad essa associate.
A nulla è dunque valso l'appello (l'ultimo il 3 luglio) proveniente da ampia parte del mondo contadino di non proseguire sulla strada dell'accordo con l'UE.

Alla politica protezionistica promossa da Trump (isolato nell'ambito del G20 anche da Giappone e Corea del Sud) dovranno però adattarsi le grandi multinazionali del Sol Levante, in primo luogo quelle automobilistiche, che vorranno vendere negli USA. Come annunciato già a pochi giorni dall'elezione del nuovo Presidente, Toyota ha ufficialmente deliberato l'apertura di un nuovo quartier generale a Plano (Texas).
Previsto il trasferimento nella nuova sede di 4.000 impiegati da California e Kentucky e promesse altre mille assunzioni.

Il viaggio di Abe in Europa è stata l'occasione per incontrare, in Belgio, il Segretario della NATO Stoltenberg, con il fine di aumentare, come dichiarato in conferenza stampa, la collaborazione con l'Alleanza Atlantica sul fronte del contrasto al crimine informatico e della difesa marittima.

In chiusura, sul fronte interno, lo scorso martedì, il ministro dei Trasporti, ha deliberato che alcuni aeroporti regionali faranno parte di un disegno di promozione del turismo che avrà come suo fulcro il dimezzamento delle tasse di atterraggio per i voli internazionali. Tra i 32 aeroporti scelti vi sono quelli di Niigata, Shizuoka, Kumamoto e sei nell'isola di Hokkaido.

(con informazioni di Japan Press Weekly 28 giu. 4 lug. 2017; un.org; g20.org; consilium.europa.eu; defense.gov; mid.ru; fmprc.gov.cn; japan.kantei.go.jp; mod.go.jp; tass.com; xinhuanet.com; kcna.kp; asahi.com; mainichi.jp)

Ultima modifica il Domenica, 09 Luglio 2017 09:39
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

Ultimi da Roberto Capizzi

Articoli correlati (da tag)

Devi effettuare il login per inviare commenti

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.