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Domenica, 23 Luglio 2017 00:00

Pillole dal Giappone #195 - Chi tutela i lavoratori impegnati a Fukushima?

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La ripresa del dialogo militare intercoreano al fine di evitare ulteriori tensioni: questa la mano tesa offerta da Seul ai cugini del Nord lo scorso lunedì. A rendere nota la proposta è stato il Ministero della Difesa augurandosi una ripresa di quei colloqui tra le due forze armate interrotti nel 2014 (l'ultima riunione avvenne nel villaggio di Panmunjom il 15 ottobre di quell'anno).
La notizia è stata salutata positivamente da Pechino che, con il Portavoce degli Esteri Lu Kang, ha dato il benvenuto ad una proposta che “non soltanto risponde agli interessi fondamentali delle due parti raffreddando la tensione nella Penisola ma favorisce anche la pace, la stabilità e la sicurezza regionale”.
Il filo sottile tessuto dal Presidente Moon, in un misto di arretramenti ed aperture, potrebbe però spezzarsi a causa di possibili mosse statunitensi o nipponiche. Un rapporto, impossibile da verificare, citato dalla stampa sudcoreana e da quella nipponica, mostrerebbe l'intenzione di Kim Jong Un (il quale avrebbe dato specifiche istruzioni a funzionari degli Esteri) di instaurare un dialogo direttamente con gli Stati Uniti.

A Washington, intanto, il vicecapo di Stato Maggiore delle Forze Armate, il generale Paul Selva, ha smentito quanto riportato dall'agenzia di stampa nordcoreana KCNA e dal quotidiano Rodong Sinmun circa la possibilità che i missili intercontinentali della RPDC siano in grado di colpire territorio statunitense. Per il militare, sentito in audizione dalla Commissione Forze Armate del Senato, test del 4 luglio avrebbe mostrato che la Corea del Nord “non ha la capacità di colpire gli Stati Uniti con un grado di accuratezza o ragionevole speranza di successo”.

A Tokyo invece, dopo le gravi affermazioni fatte dalla ministra Inada durante la campagna elettorale per le amministrative (durante un comizio aveva chiesto il voto “anche a nome delle Forze di Autodifesa”) una nuova, l'ennesima, richiesta di dimissioni è arrivata dall'opposizione progressista. Questa volta lo scandalo sarebbe, se possibile, ancora più grave.
L'opposizione è infatti convinta che i rapporti dell'unità delle FA dislocata lo scorso anno in Sudan del Sud che segnalavano scontri tra le forze armate locali e forze ribelli (e che dunque non consentivano la presenza di peacekeeper nipponici secondo le leggi in vigore a Tokyo per questo tipo di missioni) siano stati volutamente nascosti al parlamento. Lo scorso marzo, in risposta alle sollecitazioni dell'opposizione, la ministra aveva sostenuto di non aver ricevuto nessun rapporto. La nuova versione difensiva da parte dell'esponente conservatrice sarebbe ora invece che quel file contente il rapporto non fosse nulla di ufficiale trattandosi di un rapporto individuale di uno dei 350 militari del genio schierati a Juba.
“Inada ha ripetutamente mentito in parlamento, ciò costituisce un insabbiamento e per questo chiederemo al primo ministro di mandarla via” ha dichiarato lo scorso 19 luglio il responsabile per gli affari parlamentari del Partito Democratico Kazunori Yamanoi.
“Se l'Ispettorato Generale del Ministero lo richiederà la ministra sarà tenuta a collaborare” ha sostenuto il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga, chiarendo che “è necessario indagare a fondo”. “Ho intenzione di cooperare e lo ho già comunicato all'Ispettorato” ha dichiarato Inada venerdì scorso.
Proprio Inada, secondo insistenti voci, potrebbe essere tra i silurati del prossimo rimpasto di governo.

Sempre in ambito militare, ben 6.000 cittadini residenti nei pressi della base aerea di Atsurgi (Prefettura di Kanagawa) hanno avviato un'azione legale per chiedere allo Stato una compensazione di 40.000 yen al mese (360 dollari circa) per i rumori causati dai continui voli effettuati dalle forze aeree nazionali e da quelle USA lì stanziate.

Tensione rinnovata intanto tra Cina e Giappone dopo uno sconfinamento in acque nipponiche (per la precisione nei pressi delle isole Okinoshima) di una nave della Guardia Costiera della Repubblica Popolare. Due navi sarebbero invece entrate in acque nipponiche a largo della Prefettura di Aomori lo scorso lunedì. Si tratterebbe di “passaggio innocente” verso il Pacifico secondo quanto riferito dalle autorità cinesi alla controparte nipponica.
Non vi è stata questa volta una protesta ufficiale da Tokyo in quanto le Convenzioni ONU in tema riconoscono il diritto al “passaggio innocente” purché questo non costituisca una minaccia per il Paese le cui acque sono attraversate.

In ambito economico si segnala l'intenzione del governo di rafforzare le esportazioni nel sistema dei rifiuti potenziando anche la formazione professionale di personale straniero in Giappone. Principali mercati di esportazione di tecnologie, metodi e macchinari saranno l'Asia e l'Africa. Per quanto concerne il trattamento delle acque reflue il settore mostra già segni d vitalità: dalle 700 vasche esportate nel 2014 si è passati alle 3.100 del 2016.
In politica monetaria, lo scorso 20 luglio, la Banca del Giappone ha deciso di lasciare intatti gli stimoli e di rivedere al ribasso l'inflazione stimata per quest'anno all'1,1% (molto al di sotto dell'auspicato 2%). Riviste in aumento anche le stime di crescita: si è infatti passati dall'1,6% della precedente rilevazione all'1,8%.

Per discutere principalmente di cooperazione economica la visita di Boris Johnson, ministro degli Esteri britannico, giunto nel Sol Levante il 20 luglio per una intensa due giorni che prevede una visita al centro di ricerca tecnologica NEC Innovation World; un colloquio con Tamayo Marukawa, ministra per i Giochi Olimpici Tokyo 2020; un incontro incentrato sulla sicurezza con Fumio Kishida.
Nel summit con Kishida l'ex sindaco di Londra ha esortato il Sol Levante alla linea dura verso la RPDC: “abbiamo tutti la necessità di aumentare le pressioni su Pyongyang mediante la diplomazia e le sanzioni, ciò con la collaborazione della Cina che deve usare la propria influenza per portare la Corea del Nord ad un tavolo negoziale” ha detto Johnson nella conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri di Tokyo.
Anche Kishida, la cui ascesa nel gorgo delle correnti liberal-democratiche preoccupa Abe, potrebbe essere sollevato dall'incarico nel rimpasto previsto per il 3 agosto.

In politique politicienne, dopo oltre un anno (praticamente dal giorno della sua elezione alla presidenza del Partito Democratico) Renho Murata ha deciso di chiudere le polemiche circa la propria nazionalità mostrando i documenti che negano il possesso da parte sua del passaporto taiwanese (nazionalità acquisita dal padre, cittadino di quel Paese, pur essendo l'ex giornalista nato in Giappone).
La leader democratica, oggetto di una campagna di odio per le sue origini in uno dei Paesi più chiusi al mondo verso gli stranieri, ha acquisito la cittadinanza nipponica nel 1985 all'età di 17 anni. In caso di doppia nazionalità la legge giapponese impone la scelta di una delle due entro il ventiduesimo anno d'età.
Le richieste di chiarezza, provenienti anche dall'interno del PDG, hanno suscitato le proteste di alcuni ricercatori che hanno messo in luce come il mostrare pubblicamente il proprio stato di famiglia costituisca un pericoloso cedimento proprio verso le posizioni dei nazionalisti fornendo quindi un precedente a quanti sono pronti ad usare l'origine nazionale come motivo di discriminazione.

In ultimo sul fronte nucleare ci sarebbero finalmente le prime immagini del nocciolo fuso del terzo reattore della centrale di Fukushima. Dopo infruttuosi tentativi un robot è riuscito nella missione esplorativa volta ad ottenere dati per poter mettere in sicurezza quanto resta del reattore.
Intanto, secondo quanto riportato dal periodico comunista Akahata, lavoratori impegnati nel processo di smantellamento della centrale sono vittime di pratiche lavorative illegali in particolare per quanto concerne la loro salute e sicurezza. Il periodico ha ottenuto da uno dei lavoratori incaricati di rimuovere macerie presso il primo reattore documenti attestanti un superamento del livello di radiazioni nell'organismo rispetto al tetto massimo fissato dalla legge.
“Il governo deve stabilire misure per l'assistenza medica nel corso della loro vita a tutti i lavoratori, tanto quelli impegnati a Fukushima quanto quelli delle altre centrali atomiche. Ancora più importante, il governo dovrebbe introdurre con urgenza un programma di supporto sanitario per quanti ricevono una dose annuale di radiazioni superiore ai cinque millisieverts” ha dichiarato Akihito Tamura, medico e capo dell'Istituto di Medicina Sociale del Kyushu.
“I lavoratori assegnati ai lavori di smantellamento dovrebbero essere assunti direttamente da TEPCO, inoltre è essenziale che la società e le aziende subappaltatrici si adempiano pienamente a quelle che sono le loro responsabilità” ha rimarcato Tomiharu Saito, segretario della locale camera del lavoro di Zenroren.

(con informazioni di Japan Press Weekly 12 - 18 lug. 2017; fmprc.gov.cn; gov.uk; yna.co.kr; asahi.com; koreaherald.com; mainichi.jp)

Ultima modifica il Sabato, 22 Luglio 2017 16:19
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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