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Domenica, 26 Novembre 2017 00:00

Pillole dal Giappone 213 – La Corea del Nord di nuovo nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo

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Novità sul fronte delle pressioni verso la Corea del Nord: è giunta, infatti, martedì scorso la decisione del Presidente USA Donald Trump di inserire nuovamente il Paese nella lista degli Stati sponsor del terrorismo. La scelta ha ricevuto il plauso di Giappone e Repubblica di Corea.
La RPDC era stata inserita in questa lista nel 1987 dopo l'abbattimento di un aereo della Korean Air (115 morti) e rimossa, nell'ambito di un tentativo di dialogo nel 2008.
Proprio per affrontare la minaccia nordcoreana il Ministero della Difesa di Tokyo starebbe pensando di sviluppare una propria versione del missile Tomahawk. Il dicastero guidato da Onodera ha infatti chiesto 7,7 miliardi di yen per l'anno fiscale 2018 al fine di sviluppare nuovi missili antinave.

“Niente altro che una ricerca tecnologica volta a migliorare le nostre capacità e ad ampliare la gamma di missili anti-nave esistenti allo scopo di difendere le isole remote del Giappone, quindi non pensiamo al contrattacco” ha dichiarato il 21 novembre il ministro Onodera smentendo la possibilità che i nuovi missili possano colpire il territorio nordcoreano.
Sempre martedì da Washington sono giunte nuove sanzioni anti-coreane che hanno finito per colpire società e persone fisiche cinesi. Ferma, come è naturale, l'opposizione di Pechino.

Preoccupazione per le mosse militari USA-Giappone è stata espressa dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che il 24 novembre ha incontrato a Mosca l'omologo nipponico Taro Kono. “Crediamo che le misure prese dagli Stati Uniti e dai loro alleati nella regione siano assolutamente sproporzionate rispetto a quanto sarebbe richiesto. Particolare preoccupazione suscitano i piani statunitensi, che sono già in fase di attuazione, di completamento di un sistema di difesa missilistica globale in questa regione. Abbiamo focalizzato l'attenzione sull'impatto estremamente negativo che queste azioni hanno sulla sicurezza nella regione Asia-Pacifico. Siamo convinti che la sicurezza debba essere rafforzata non incrementando esclusivamente la cooperazione all'interno di blocchi politico-militari ma su una base trasparente, inclusiva e regionale, in linea con il dialogo avviato nell'ambito degli East Asia Summits” ha affermato Lavrov al termine dei colloqui con Kono.
Dopo l'incontro tra i titolari delle rispettive diplomazie la parola è passata all'economia con un meeting intergovernativo cui ha preso parte il vicepremier russo Igor Shuvalov.

Intanto un nuovo incidente ha coinvolto le forze USA di stanza in Giappone. Un aereo della marina degli Stati Uniti con a bordo 11 persone (tre i dispersi) è precipitato mercoledì scorso nell'Oceano Pacifico a circa 150 chilometri dall'atollo di Okinotorishima mentre stava per raggiungere la portaerei Ronald Regan. L'aereo aveva preso parte alle recenti esercitazioni svoltesi nelle acque della Prefettura di Okinawa.

Sempre ad Okinawa è stata chiesta dal pubblico ministero la condanna all'ergastolo per Kenneth Franklin Shinzato, l'ex marine che il 28 aprile 2016 violentò ed uccise una ragazza giapponese. Il caso portò il governo nipponico - dopo una colossale manifestazione svoltasi a Naha - a chiedere ed ottenere una modifica dello Status of Forces Agreement per rendere più facile la possibilità di punire cittadini statunitensi in servizio per le forze armate qualora si rendano responsabili di crimini.
Un incontro per discutere della vicenda si è tenuto tra il Governatore della Prefettura Takeshi Onaga ed il comandante delle forze USA nell'area Lawrence Nicholson. “Faccia in modo che questa sia l'ultima volta che noi ci incontriamo per discutere di una tragedia causata da uno dei vostri uomini” ha detto il politico eletto proprio in opposizione alla presenza nordamericana nella Prefettura.
Secondo dati forniti dal Ministero della Difesa a seguito di un'interrogazione del deputato comunista Seiken Akamine gli incidenti causati da personale militare e civile statunitense in Giappone dal 1952 (anno delle firma del trattato bilaterale sulla sicurezza) allo scorso settembre sono stati ben 211.104 ed hanno causato 1.092 morti. Di recente proprio su disposizione di Nicholson è stato vietato a tutto il personale USA presente ad Okinawa di consumare alcolici. Disposizioni simili erano già state prese in passato ma senza grandi riscontri sul fronte della riduzione di incidenti o crimini.

In economia cattive notizie dalla bilancia commerciale. Secondo dati diffusi dal Ministero delle Finanze lo scorso lunedì il Giappone ha perso in ottobre il 40,7% del proprio surplus rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. A far crollare l'indice, nonostante l'aumento del 14% dell'export (in particolare verso gli Stati Uniti, Paese verso il quale il suprlus è stato dell'11,3% a favore del Giappone) la crescita delle importazioni di combustibili fossili (+37,5% rispetto allo scorso anno).
Lunedì novità hanno interessato anche Toshiba che ha approvato un piano per la ricerca di nuovi capitali da 600 miliardi di yen (5,3 miliardi di dollari) al fine di consolidare il proprio stato finanziario.

Frattanto dal rapporto dell'IMD World Talent Ranking, reso noto questa settimana, è emerso come tra le nazioni asiatiche il Sol Levante si piazzi cinquantunesimo (su 63 Paesi presi in esame) nella capacità di attrarre cervelli e competenze dall'estero. Al primo posto si è piazzato Singapore seguito da Hong Kong. A confinare il Giappone sul fondo della classifica, stando alla ricerca, le barriere linguistiche e gli ostacoli burocratici.

Si allarga, invece, anche a tre sussidiarie di Mitsubishi lo scandalo inerente le certificazioni nel settore automobilistico. Un report è stato sottoposto lo scorso venerdì dall'azienda al Ministero dei Trasporti.

Sulla spinosa questione di Moritomo Gakuen, l'operatore scolastico cui venne svenduto un terreno pubblico nella Prefettura di Osaka, l'inchiesta interna ha stabilito che i dati sui rifiuti industriali presenti nel sito (dati che hanno determinato la vendita del terreno al 14% del suo valore di mercato) erano errati.
Il rapporto del Board of Audit reso noto questa settimana non potrà che fornire ulteriori armi ad un'opposizione particolarmente agguerrita verso i favoritismi che caratterizzano il governo Abe. Abe e la moglie Akie, ex presidentessa onoraria dell'associazione coinvolta nella compravendita hanno sempre negato il loro coinvolgimento nelle trattative mentre i funzionari del Ministero aveva sostenuto che la quantità di rifiuti presenti (oltre 19.000 tonnellate) avrebbe comportato un costo per la loro rimozione superiore agli 800 milioni di yen. Secondo quanto stabilito dal Board, invece, i rifuti ammonterebbero ad una quantità compresa tra le 6.196 e le 13.927 tonnellate ed i costi per la loro rimozione si sarebbero aggirati tra i 200 ed i 400 milioni di yen.

(con informazioni di Japan Press Weekly 15 - 21 nov. 2017; mid.ru; mod.go.jp; the-japan-news.com; asahi.com; japantimes.co.jp)

Ultima modifica il Sabato, 25 Novembre 2017 17:55
Roberto Capizzi

Nato in Sicilia, emiliano d'adozione, ligure per caso. Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.

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