Risultati quasi scontati quelli emersi dalle elezioni anticipate per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti (la camera che elegge il premier nel sistema bicamerale del Sol Levante).
Le consultazioni, caratterizzatesi di fatto come un referendum su alcune misure della cosiddetta abenomics (aumento della tassa sui consumi, diritto all'autodifesa collettiva, nucleare) hanno visto la netta conferma della coalizione PLD-Nuovo Komeito. La più bassa di sempre l'affluenza alle urne: poco più del 52% (in calo di oltre sei punti rispetto al 2012).

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Partita la brevissima campagna elettorale per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti. A sinistra del Partito Democratico si registra la tenuta, anche per le elezioni politiche, della coalizione che ha permesso a Takeshi Onaga di diventare governatore di Okinawa: comunisti e socialdemocratici hanno infatti presentato candidati comuni nei tre collegi uninominali della Prefettura.
Nessun patto di desistenza tra comunisti ed altri partiti nei restanti collegi.

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Il Giappone tornerà ad elezioni il 14 dicembre, il premier Abe ha infatti deciso lo scioglimento anticipato della Camera dei Rappresentanti. “Questa elezione chiede se procedere con l'abenomics o fermarla” ha dichiarato l'esponente conservatore.

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Per la prima volta dal suo ritorno alla guida del governo giapponese il Premier Abe ha tenuto un colloquio con il Presidente cinese Xi. L'incontro è avvenuto lo scorso 10 novembre in occasione dell'annuale summit APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) ospitato quest'anno dalla Repubblica Popolare.
Entrambi i leader hanno convenuto sulla necessità di abbassare il livello di tensione (in particolare marittima) tra le due nazioni generato prevalentemente dalla contesa per le isole Senkaku. “È il primo passo per migliorare le relazioni bilaterali rimettendo al centro una mutua positiva relazione basata su interessi strategici comuni” ha dichiarato il premier nipponico al termine dell'incontro.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Capo della Segreteria del PCG Yamashita.

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Scosse nel governo Abe a meno di due mesi dal rimpasto: Yuko Obuchi (neoministro dell'Economia) e Midori Matsushima (Giustizia, anche lei fresca di nomina) hanno rassegnato le dimissioni in quanto sottoposte a indagine per sospette violazioni inerenti le spese elettorali.
Al ministero occupato dalla figlia di Keizo Obuchi (premier dal '98 al 2000) è approdato Yoichi Miyazawa (nipote anch'egli di un ex premier e figlio di un ex ministro della Giustizia). Alla Giustizia la neoministro è invece l'avvocatessa e parlamentare PLD Yoko Kamikawa.

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Cominciano a scendere in campo i candidati per le vicine elezioni per il rinnovo della carica di governatore della Prefettura di Okinawa. Tra i principali temi della campagna elettorale vi è ovviamente la contestata nuovo base a stelle e strisce che dovrà sorgere a Nago.
A rappresentare il fronte anti-base vi sarà il sindaco di Naha, Takeshi Onaga, ex segretario locale dei Partito Liberal-Democratico ha raccolto intorno a sé una fronda di esponenti conservatori ma contrari alla nuova installazione militare statunitense e potrà contare anche sull'appoggio del Partito Comunista.

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Un pesante rimpasto ha interessato lo scorso tre settembre il governo Abe ed il Partito Liberal-Democratico. Tra le più importanti novità il cambio alla segreteria del PLD. L'ex Segretario - e rivale interno al partito di Abe – Ishiba entra nel governo come ministro del nuovo dicastero delle Zone Speciali Strategiche Nazionali vendendo sostituito nel suo incarico di partito da Sadakazu Tanigaki che lascia il Ministero della Giustizia.
La nomina di Tanigaki, insieme a quella di Toshihiro Nikai alla guida del Consiglio Nazionale del PLD, è secondo molti un segnale di distensione nei confronti della Cina, avendo i due politici conservatori buoni rapporti con il governo di Pechino.

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Non cessano di far discutere le intenzioni del governo Abe di estendere l'uso di lavoratori stranieri nel Sol Levante come manodopera a basso costo nei settori in cui i salari troppo bassi non attraggono un numero sufficiente di lavoratori nipponici.
A giugno il governo conservatore ha reso noto la propria strategia per l'aumento del numero di lavoratori stranieri nel Paese (in particolar modo nel settore edilizio) mediante l'utilizzo del Programma di Apprendistato Industriale e Tirocinio Tecnico, un programma originariamente volto a far acquisire competenze tecniche a lavoratori di Paesi in via di sviluppo di modo che questi possano poi impiegare le stesse nella crescita economica delle nazioni di provenienza. Nell'ambito del programma, tuttavia, si sono sviluppate pratiche lavorative di sfruttamento (alcune segnalate anche dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti).

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Come è ormai tradizione tre membri del governo Abe (il ministro agli Affari Interni Shindo, il Presidente della Commissione di Pubblica Sicurezza Furuya e la ministra per le Riforme Amministrative Inada) e parlamentari della maggioranza hanno visitato lo scorso 15 agosto il santuario Yasukuni, tempio scintoista che celebra i caduti nelle guerre coloniali intraprese dal Giappone.
Proteste sono state espresse dai ministeri degli Esteri di Cina e Corea del Sud: “soltanto quando il Giappone, onestamente, affronterà e rifletterà a fondo sulle proprie passate guerre di aggressione, compiendo un taglio netto con il militarismo, le relazioni sino-giapponesi avranno possibilità di svilupparsi in maniera sana e stabile” ha dichiarato in un comunicato la portavoce del ministero degli Affari Esteri di Pechino Hua Chunying.

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Comunisti e socialdemocratici contro il progetto di revisione costituzionale presentato dai conservatori ed attualmente in discussione alla Camera dei Consiglieri. Il progetto, fortemente legato al tentativo di abolire l'articolo 9 della Carta, prevede la possibilità di revisioni mediante referendum senza quorum: attualmente la Costituzione nipponica è modificabile attraverso un sistema complesso di procedure che la rende tra le più rigide al mondo. Contro i tentativi di revisione costituzionale si è svolta una manifestazione lo scorso 14 giugno. A prendere posizione in difesa dell'articolo 9 anche il Sindacato Giapponese dei Lavoratori del Cinema e del Teatro.

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