La storia coloniale del Giappone rimane tema di quotidiano dibattito politico: l'ultima vicenda in ordine di tempo riguarda la revisione del comunicato di Kono (all'epoca Segretario generale del Gabinetto, una posizione simile al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio in Italia) del 1993 nel quale si riconosceva ufficialmente la schiavitù delle cosiddette comfort women.
A richiedere la revisione del comunicato Hiroshi Yamada, parlamentare del Partito della Restaurazione del Giappone. Il premier Abe ha espresso “gratitudine” per questa richiesta. Forte opposizione è stata manifestata dal Partito Comunista tramite il parlamentare Kenji Kokuta.

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Trasformare il Giappone in una potenza militare capace di operare al di fuori dei propri confini, questa l'ossessione della maggioranza conservatrice alla Dieta. Per realizzare questo obiettivo sono continui i tentativi di modifica dell'articolo 9 della Costituzione, sia in maniera diretta che indiretta, modificando cioè prima l'articolo 96 che regola le procedure per le riforme costituzionali. 

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Confronto diretto con il Partito Liberal-Democratico” questa la parola d'ordine del ventiseiesimo congresso del Partito Comunista Giapponese svoltosi nella città di Atami dal 15 al 18 gennaio.
Nella propria relazione introduttiva il Presidente Shii ha sottolineato l'esigenza di una cooperazione a livello nazionale volta a bloccare la linea militarista ed autoritaria tenuta dal governo Abe.

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Alcune clausole del Trattato di Libero Commercio Trans-Pacifico (TPP la sigla in inglese) sarebbero in conflitto con la Costituzione giapponese: a segnalarlo un gruppo di avvocati capeggiati dall'ex presidente della Federazione delle Associazioni Forensi Kenji Utsunomiya e dall'avvocato Kouji Iwatsukui, i due giuristi hanno affermato che la clausola sulle dispute tra Stato ed investitori mina le leggi nazionali a tutela dei consumatori, violerebbe l'articolo 76 della carta costituzionale che tutela l'indipendenza dei giudici nonché l'articolo 41 che attribuisce unicamente alla Dieta il potere legislativo.

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Il 21 luglio si sono svolte le elezioni per il rinnovo parziale del secondo ramo della Dieta nazionale del Giappone: la Camera dei Consiglieri, la quale non è soggetta a scioglimento: il mandato dei senatori ha infatti la durata sei anni ed ogni tre viene eletta la metà dei membri. Le elezioni - effettuate in parte sulla base di collegi ed in parte su una lista nazionale - hanno visto la netta vittoria del Partito Liberal-Democratico: il partito del premier Abe ha ottenuto 65 dei 121 seggi in palio (42,7% la media dei voti nei singoli collegi, 34,7% il risultato ottenuto dalla lista nazionale), i quali si sommano ai 50 eletti nel 2010 ed a quelli ottenuti dagli alleati del Nuovo Komeito (20 seggi in totale, in crescita di uno rispetto alla precedente composizione dell'assemblea) assicurando così ai conservatori la maggioranza assoluta anche nella Camera alta (maggioranza che su alcuni provvedimenti potrebbe contare anche sui 9 senatori del Partito della Restaurazione del Giappone).

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Un sit-in lungo 6000 giorni quello degli abitanti di Okinawa contro la costruzione di una nuova installazione militare USA in mare nel distretto di Henoko, la nuova base dovrebbe rimpiazzare quella dei marines di Futenma ma la forte opposizione dei residenti ha fino ad ora impedito la realizzazione dei lavori.

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Nel Giappone per Costituzione “pacifista” le Forze di Autodifesa hanno prodotto gas tossici (tra essi il sarin) in assoluto segreto ed in aree densamente popolate (la produzione di questi gas è avvenuta presso una struttura sita in un quartiere residenziale di Saitama), a segnalarlo il periodico comunista Akahata dopo che il caso era scoppiato già in maggio a seguito dell'intervista rilasciata dall'ex direttore della struttura al settimanale Shukan Kinyobi.

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Sul Giappone continua a pendere – nonostante le rassicurazioni del governo – la spada di Damocle rappresentata dalla centrale nucleare di Fukushima, è stata la stessa società proprietaria dell'impianto (la TEPCO) a segnalare la fuoriuscita dalle vasche di stoccaggio di 120 tonnellate di acqua altamente radioattiva. Una minaccia, dunque, più che mai attuale ma che non sembra impensierire i nuclearisti convinti del Partito Liberal-Democratico.

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