A Firenze qualche tempo fa si è fatto un gran parlare del problema della mancanza di posti in asili nido e scuole materne e di come la giunta Renzi non abbia fatto che aggravare il problema facendo abbattere sul settore la mannaia delle liberalizzazione che hanno trasformare quasi completamente lo scenario.

Quello degli appalti è solo uno dei problemi che investe il settore della scuola dell'infanzia in Toscana. Come è stato evidenziato in una conferenza stampa tenuta dall'FLC-CGIL Toscana, la fine dell'anno scolastico ha permesso di tirare le fila e possiamo a questo punto affermare che la situazione è tutt'altro che rosea.

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Un ufficio scolastico territoriale - quelli che un tempo in maniera altisonante si chiamavano “provveditorati agli studi”- di una città di provincia, di quelle ricche e rosse oltre l'appennino. Pomeriggio tranquillo con solo qualche schizzo di pioggia e l'immancabile funzionario di polizia a far da compagnia ai circa trenta docenti riunitisi davanti i cancelli dell'edificio che ospita la locale legazione del MIUR

Le motivazioni della mobilitazione sono apparentemente incomprensibili, e ognuno che abbia – a qualsiasi titolo – incrociato il lavoro, onorevole e frustrante, dei precari della scuola non potrà che convenire che alcune cose possono capitare solo quando lo Stato smette di garantire il bene comune, abbracciando il ruolo di opportuno miscelatore di interessi e di poteri.

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Che il sistema scolastico pubblico fosse diventato una sorta di bancomat, usufruibile da governi di vario colore e cifra politica, questo lo si era capito da molto tempo: il disinvestimento nella pubblica istruzione è stato pressoché costante dagli anni Novanta, marcando spesso l'assenza della sinistra parlamentare e, sempre più, la sconfitta di quella sindacale. Così, mentre ci ritroviamo con uno stato sociale ridotto all'osso, riemergono serie questioni salariali aggravate da scelte ideologiche e sbagliate che nulla hanno a che fare con le dinamiche di funzionamento di un servizio educativo.

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2014, il futuro è già qui. Inizia ufficialmente l'avvento dei tablet nelle scuole, con buona pace dei tradizionalisti e dei sostenitori di penne, quaderni e libri. Qualcuno storcerà la bocca, qualcuno accetterà di buon grado, sta di fatto che la rivoluzione è già iniziata. Anche a Firenze: La scuola-città Pestarozzi ha già introdotto, da settembre di quest'anno, la nuova teconlogia. Pionieri di un innovazione che nel giro di qualche anno coinvolgerà tutti, ci raccontano le prime impressioni e i primi effetti del nuovo materiale scolastico.

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Lunedì, 11 Novembre 2013 00:00

Università... ai tempi delle larghe intese

Il 5 novembre è stato approvato il discusso Decreto scuola - Decreto Legge 104/13 presso la VII Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione del Senato.

Nonostante le numerose apologie da parte del Governo Letta (in primis dal Ministro Carrozza), avallanti la retorica della controtendenza rispetto i precedenti esecutivi, tale decreto non può essere realmente considerato come un’inversione di tendenza sul tema della scuola e dell’università. Non “restituisce finalmente risorse e centralità al mondo dell'Istruzione”, come invece afferma l’ansioso “rassicuratore” Napolitano.

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Un collegio dei docenti serale, di quelli che ti fanno saltare la cena, in una scuola qualsiasi di una città qualsiasi in una regione che ha una storia mirabile per ciò che riguarda i servizi sociali come la nostra Toscana. In questo contesto, a discussione iniziata, il dirigente scolastico cita l'ennesima sigla della scuola italiana: i B.E.S., acronimo di bisogni educativi speciali.

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Arriva in questi giorni, dopo il licenziamento da parte del Consiglio dei Ministri del nove settembre scorso, il Decreto Legge sull'istruzione

Il titolo dato a questo DL 104 è “misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”. Si tratta del primo provvedimento organico sull'argomento da parte di questo governo, anche se la natura stessa indica in una legge di conversione dall'iter molto incerto la possibilità che esso si tramuti in legge.

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Giugno, nell'alterato calendario di chi lavora a scuola, è il mese della fine delle lezioni. Ed è, in tutte le scuole, il mese degli ultimi collegi e delle ultime attività didattiche. Code e bilanci di un anno passato si ascoltano tra le chiacchiere nei corridoi e caffè ipotetici ai distributori. 

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Giovedì, 30 Maggio 2013 11:52

Sul referendum di Bologna

Lo spazio dato da televisioni e giornali all’elezioni amministrative ha nettamente surclassato quello dato al referendum consultivo bolognese sui finanziamenti alla scuola privata.
Eppure il referendum, dapprima oscurato dai grandi mezzi di informazione, aveva suscitato negli ultimi giorni un certo interesse ed assunto un significato nazionale, ben oltre le vicende cittadine di Bologna, soprattutto dopo la presa di posizione sulla questione da parte del presidente della Cei Angelo Bagnasco.

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Lunedì, 20 Maggio 2013 00:00

Scuola: INVALSI ai tempi dell'analfabetismo

Uno studioso dell'organizzazione, Karl Weick, definiva la scuola nei termini di un campo di calcio privo di regolarità formale. Un posto dove insistono vari modelli organizzativi e professionali indipendenti e deconnessi tutti tesi al soddisfacimento di un bisogno culturale - sia esso primario, formativo o specializzante.

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