Siamo tutti a discutere di cosa farà adesso Civati della sua vita, ora che ha deciso di abbandonare l’ovile ed è quindi difficile trovare qualcuno che accenni ai disordini che sono scoppiati in Burundi in questi giorni.
Va bene che è uno stato piccolissimo (meno di 28.000 Kmq a confine con giganti con Repubblica Democratica del Congo, Rwanda e Tanzania) ma forse sforzarsi di tenere gli occhi aperti su cosa succede intorno a noi può avere senso, anche solo per sapere di cosa si parla quando gridiamo all’invasione parlando di fenomeni migratori.
Burkina Faso per molti di noi significa Thomas Sankara. E, di conseguenza, significa un paese congelato dal giorno in cui il “Che africano” venne ucciso durante un colpo di stato fomentato da Washington e Parigi (che in Burkina Faso ha il suo avamposto più solido dell’Africa occidentale) e messo in atto dal vice del presidente, Blaise Compaoré nel 1987.
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