Oltre 65.000 cittadini hanno manifestato, lo scorso 19 giugno, a Naha, capoluogo della Prefettura di Okinawa, per ricordare la donna, il cui corpo è stato ritrovato a maggio, violentata e uccisa da un ex marine. “La morte di qualcuno amato lascia alle famiglie una incommensurabile tristezza, dolore e rabbia. Credo sia possibile per Okinawa, se tutti noi ci uniamo, fermare la costruzione della base di Henoko e realizzare una Okinawa libera dalle basi affinché mai più si verifichi un'altra atrocità” ha scritto il padre della vittima in un messaggio indirizzato ai manifestanti.
Per una modifica dello Status of Forces Agreement (l'accordo che fissa lo status giuridico delle truppe statunitensi in Giappone) si è espresso il governatore della Prefettura, Takeshi Onaga.

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Successo nelle elezioni per il rinnovo dell'Assemblea della Prefettura di Okinawa delle forze contrarie alla ricollocazione della base di Ginowan ad Henoko. La coalizione che supporta il Governatore Takeshi Onaga, ha ottenuto 27 seggi (su 48 totali). I seggi sono stati così ripartiti: per la maggioranza 8 seggi sono andati il Partito Socialdemocratico; 7 per la formazione locale Kenimin Net; 5 per i comunisti; 2 per il Partito delle Masse Sociali; 5 gli indipendenti.
Nell'opposizione 13 sono stati i seggi ottenuti dai libera-democratici; 5 per il Nuovo Komeito e 2 per gli ex Partito dell'Innovazione di Osaka ishin no kai. Al 53,3% - ed in crescita, rispetto al 2012, dello 0,8% - l'affluenza. “Queste elezioni mostrano come il popolo di Okinawa appoggi gli sforzi per fermare la costruzione della nuova base” ha affermato Onaga.

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I lavoratori giapponesi hanno una media di ore di straordinario otto volte superiore a quella degli olandesi: a denunciarlo, lo scorso 20 febbraio durante una seduta della Commissione Finanze della Camera bassa, il Presidente del Partito Comunista Shii.
La media annuale di ore di straordinario per i lavoratori nipponici è di 182, contro le 53 dei loro colleghi tedeschi e le 22 ore degli olandesi. Il parlamentare comunista ha sottolineato come tale sproporzione sia il frutto delle normative sul lavoro che non impongono alcun limite alle ore di straordinario effettuabili.
Per il Ministero del Lavoro le ore di straordinario non dovrebbero eccedere le 15 settimanali e le 45 mensili, ma questa raccomandazione non è vincolante per i datori di lavoro.

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Il governatore della Prefettura di Okinawa Takeshi Onaga ha ordinato, lo scorso 16 febbraio, al locale ufficio del Ministero della Difesa lo stop ai lavori di posa di blocchi di cemento nelle acque del distretto di Henoko, prime opere necessarie alla realizzazione della nuova installazione militare statunitense. L'autorizzazione della Prefettura, per quanto concerne la posa di opere in mare, è obbligatoria.
L'ex liberal-democratico, da tempo impegnato nella battaglia contro la nuova base militare, una volta di più mette i bastoni fra le ruote all'Amministrazione statunitense (ed a quella del proprio Paese) nella speranza che il progetto sia, prima o poi, accantonato.

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Acquisito il risultato elettorale sono arrivati anche i commenti ufficiali dei leader delle forze politiche. Il Presidente dimissionario del Partito Democratico Kaeida nel suo ultimo discorso da leader del partito ha sottolineato la - pur tenue - crescita dei democratici ed affermato che il PDG è “ancora nel processo di sua ricostruzione” ma che le elezioni sono state “un passo avanti positivo”. Kaieda si è augurato che il proprio successore “preservi l'unità del partito ed assicuri la sua piena ripresa per le elezioni locali del prossimo anno”.

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Il Giappone tornerà ad elezioni il 14 dicembre, il premier Abe ha infatti deciso lo scioglimento anticipato della Camera dei Rappresentanti. “Questa elezione chiede se procedere con l'abenomics o fermarla” ha dichiarato l'esponente conservatore.

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Sit-in lo scorso 29 ottobre davanti la sede della Dieta indetto dalle maggiori organizzazioni sindacali per protestare contro un disegno di legge – presentato dalla maggioranza – che precarizzerebbe ulteriormente il lavoro.

È partita intanto ad Okinawa la campagna elettorale del candidato anti-base Takeshi Onaga. A suo sostegno un vasto schieramento che comprende oltre ai comunisti anche molti ex liberal-democratici contrari al via libera dato dal PLD alla nuova installazione militare statunitense nel distretto di Henoko a Nago. “Tutti insieme al di là delle differenze di partito sosteniamo Onaga perché siamo tutti contrari a Nakaima (il governatore uscente), il quale ha tradito gli elettori andando avanti sulla costruzione della base. Con la vittoria di Onaga costringeremo il Primo Ministro Abe ad accettare il volere degli abitanti di Okinawa” ha dichiarata il deputato comunista Akamine.

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Sabato, 11 Ottobre 2014 00:00

Pillole dal Giappone #53 - Cara istruzione

L'ottava Conferenza Internazionale dei Partiti Politici Asiatici tenutasi a Colombo nello Sri Lanka ha lanciato lo scorso 20 settembre un appello per il disarmo nucleare: la risoluzione è basata su una proposta presentata dal Partito Comunista Giapponese.
Intervenuto al primo giorno della Conferenza il Presidente del PCG Shii ha sottolineato l'importanza degli strumenti di negoziazione in Asia ed ha ribadito la proposta del suo Partito volta a creare una comunità di pace nell'Asia del Nord-Est: “al fine di fare dell'anno 2015 un punto di svolta nella direzione di un mondo libero da armi atomiche, ci appelliamo alla comunità internazionale affinché inizino negoziati per una convenzione sulle armi nucleari il più presto possibile” ha dichiarato l'esponente comunista.

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Cominciano a scendere in campo i candidati per le vicine elezioni per il rinnovo della carica di governatore della Prefettura di Okinawa. Tra i principali temi della campagna elettorale vi è ovviamente la contestata nuovo base a stelle e strisce che dovrà sorgere a Nago.
A rappresentare il fronte anti-base vi sarà il sindaco di Naha, Takeshi Onaga, ex segretario locale dei Partito Liberal-Democratico ha raccolto intorno a sé una fronda di esponenti conservatori ma contrari alla nuova installazione militare statunitense e potrà contare anche sull'appoggio del Partito Comunista.

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