Volere giustizia per Duccio Dini e voler aprire i porti si può
In queste ore a Firenze si intrecciano due vicende, una locale, l'altra nazionale: da una parte lo sgomento e la condanna generale per la morte di Duccio Dini, vittima collaterale di una lite tra due residenti nel campo nomadi del Poderaccio, dall'altra la decisione del neo ministro degli Interni Matteo Salvini di bloccare gli arrivi degli extracomunitari, negando loro l'aiuto dell'Italia. Le due vicende rischiano, con la loro concomitanza, di non permettere una sufficiente lucidità all'opinione pubblica.
Del caso Aquarius e di riflessioni scombinate connesse
So che è stato detto e scritto tutto con voci molto più autorevoli e preparate delle mie rispetto alla vicenda dell’Aquarius, e che è augurabile che tanto si continui a dire e a scrivere a proposito di questo fatto, ma quel che è accaduto non può lasciarmi inerte, anche a costo di scrivere delle immense banalità o a fare dei ridondanti e altisonanti discorsi retorici. Il rifiuto da parte del ministro degli interni e del ministro delle infrastrutture Toninelli insieme al placido/ tacito silenzio assenso del presidente del Consiglio Conte, di far attraccare la nave di soccorso Aquarius con a bordo 629 persone, tra donne, uomini e bambini, è di una gravità allucinante.
Rassemblement Bleu Salvini – la Lega da Nord a centro-destra
Grégoire Kauffmann, nel suo Le nouveau FN. Le vieux habits du populisme (La Republique des Idees-Seuil, 2016), smitizza la presunta dédiabolisation del Front National di Marine Le Pen raccontandoci la storia di un partito-blob, capace di inglobare elementi eterogenei senza pregiudicare la propria coesione.
L'ombra del razzismo nell'Italia di oggi
Nelle settimane che hanno preceduto il Giorno della Memoria i temi del razzismo hanno, purtroppo, continuato a occupare giornali e notiziari. Dapprima il candidato leghista alla Presidenza della Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato che l’immigrazione mette a rischio la razza bianca, identificando per giunta in quest’ultima il fondamento della società italiana. Dopo aver detto che si era trattato di un lapsus (quindi un pensiero profondo) ha aggiunto che quella frase gli ha portato maggiori consensi, come se ci fosse da vantarsene.
Non dobbiamo aver paura a chiamare l’agghiacciante episodio di Follonica per quello che è: un fenomeno di neo-nazismo.
Le due donne di etnia Rom, ribattezzate da Matteo Salvini, le “due frugratrici” sono state degradate a un livello di sub umanità da parte tanto dei due lavoratori della Lidl, quanto da parte di un ignobile coro in rete, quanto, appunto, da parte di certe figure che purtroppo orbitano in politica e in televisione (e sul web).
(la notizia qui)
Viveva in un campo nomadi un bel maiale,
frugava col grugno sudicio nello strame,
passava i suoi dì sereno ed assai cordiale
attendendo di finire dentro un tegame.
Se Salvini varca i confini
Nel gioco dell’accattonaggio elettorale, tra un colpetto democristiano in salsa moderna e uno in salsa anni ottanta, emerge l’urlo (da paura, per chi crede che certi personaggi dovrebbero stare fuori dal dibattito socio-politico) di tal Matteo, non quello più “famoso” di Rignano, quello rude e spesso troppo intimidatorio; il Sìor Salvini.
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