Martedì, 19 Aprile 2016 00:00

Solo una questione di quorum?

Allora, proviamo a tirare le fila. Che sia stata una campagna elettorale allucinante penso sia pacifico. Semplificazioni eccessive, mistificazioni, impegni non rispettati ma anche affermazioni che hanno del tutto svilito le istituzioni di questo paese e strumentalizzazioni a coprire faide interne al Partito Democratico. Ma proviamo ad andare con ordine.

Sette regioni e due province italiane riescono a far dichiarare legittimo dalla Corte di Cassazione un quesito sulla gestione delle piattaforme petrolifere entro le 12 miglia marittime dalle coste italiane (leggi qui). Inizia così una campagna referendaria che, invece di riconoscere i limiti della consultazione ed insistere su quelli che potevano essere le ragioni, per quando non semplici, condivisibili, tira di mezzo tutto e il contrario di tutto, aprendo così la strada ad un teatrino che se non avesse del drammatico, potrebbe darci da ridere per settimane.

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Lunedì, 11 Aprile 2016 00:00

Panama Papers: caos politico in Islanda

Panama Papers: caos politico in Islanda

La prima testa a cadere a seguito dello scandalo sollevato dalla pubblicazione dell'inchiesta relativa ai "Panama Papers" è quella del Premier Islandese Sigmundur Davíð Gunnlaugsson. Esponente di spicco del centrista e liberale Partito Progressista, il giovane Gunnlaugsson (classe '75) ha vinto le elezioni politiche del 2013 in coalizione con la destra del Partito dell'Indipendenza, regalando al fronte dei conservatori una vittoria elettorale schiacciante.

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Venerdì, 04 Marzo 2016 00:00

I motivi del no alla riforma costituzionale

I motivi del no alla riforma costituzionale

Daniele Sterrantino e Chiara Del Corona

Il primo marzo, si è tenuta a Lastra a Signa la prima riunione del Comitato per il No alla riforma Costituzionale, sulla quale i cittadini sono chiamati a esprimersi il prossimo ottobre. Daniele Sterrantino (RFC) e Matteo Gorini (Sinistra Italiana) hanno delucidato in maniera approfondita i punti cruciali della Riforma del Senato e chiarito i perché di un voto contrario a tale riforma adducendo motivazioni che quasi sempre vengono occultate o mascherate dalla propaganda del governo e dalla comunicazione mediatica main stream. Anche la campagna referendaria che partirà per promuovere il voto favorevole alla riforma sarà probabilmente tutta giocata all’insegna di una strumentale retorica efficientista che elogia il fare del governo e farà passare coloro che mettono invece in luce le ragioni per cui essere contrari a tale riforma, come i soliti “gufi” disfattisti che ostacolano ogni tentativo funzionale alla ripartenza del paese.

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Un appello agli autori di appelli per l'unità della sinistra

Quando parte la ricostituzione della sinistra si moltiplicano gli appelli di singoli, gruppi, sigle, collettivi e anonimi per stimolare o arricchire il processo.

Il contenuto politico degli appelli oscilla dal totalmente assente al molto vago (per timore di spaventare gli animi più sensibili ai termini troppo espliciti della militanza, sospetto). A volte l'appello assume toni puramente emotivo-motivazionali, perdendo qualsiasi connotazione chiaramente schierata.

Gli appelli per l'unità della sinistra sono un genere letterario a sé stante, che ha vissuto una sua evoluzione nel tempo. Devo dire che, mentre riuscivo a decifrare quelli che, fino a qualche anno addietro, venivano elaborati da compagni di formazione politico-culturale classica, le ultime produzioni, e in particolare quelle delle nuove generazioni (compagni ad alta scolarizzazione, alta frequentazione dei linguaggi dei nuovi media e background molto movimentista e poco o per nulla partitico) mi risultano molto più difficilmente comprensibili.

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Martedì, 12 Maggio 2015 00:00

Per chi è buona questa scuola?

Guida ragionata all'impianto ideologico della riforma della scuola

Che la vertenza della scuola non sia solo una questione che riguarda il personale che nella scuola opera l'hanno oramai capito un po' tutti. C'è un sentore diffuso, anche in chi non si è letto con attenzione il disegno di legge, anche in chi non ha rapporti diretti con la scuola, che i temi in gioco, che i motivi dello scontro, questa volta siano di portata più ampia delle sole questioni contrattuali, e che riguardino non solo chi nella scuola ci lavora, ma l'intero paese, la sua tenuta democratica.

Ho letto e sentito molti commenti sul disegno di legge, alcuni dei quali molto accurati, ci sono però degli elementi che mi pare siano rimasti un po' sotto traccia, e che invece a me sono parsi di una gravità assoluta. Vorrei provare quindi a fare ulteriore chiarezza sul nodo politico di una riforma della scuola proposta da un governo monocolore PD che oramai si è pienamente collocato su posizioni ideologiche di estrema destra (con buona pace di quelli che “stiamo dentro per spostare l'equilibrio a sinistra”).

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Storicamente parlando, che gli italiani e le questioni internazionali non siano mai andati troppo d’accordo è risaputo. Dalla disfatta nei Balcani durante la Seconda Guerra Mondiale alla figura fatta davanti alla sinistra di tutto il mondo permettendo che Ocalan venisse imprigionato alla vicenda dei due marò: non siamo mai riusciti ad elaborare una politica estera lineare che non fosse succube di quella atlantica e che ci ha provato, sempre mandando un occhio indietro nella storia, non ha fatto una bella fine.

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Di Maurizio Pagano

La riforma del bicameralismo: critiche alla proposta attuale e idee per una soluzione differente

La proposta di riforma del bicameralismo paritario attualmente in discussione pare, a un primo sguardo, differenziarsi sensibilmente dai progetti di riforma della Costituzione che, negli ultimi decenni, sono stati avanzati, discussi e, ad eccezione di revisioni parziali, respinti. Potrebbe sembrare infatti che essa non voglia modificare in profondità l’architettura istituzionale disegnata dalla Carta del 1947, ma solo porre rimedio alle disfunzioni che, secondo ampi settori dell’opinione pubblica, sarebbero dovute alla divisione del Parlamento in due rami che esercitano le stesse funzioni. L’obiettivo di garantire una maggiore accuratezza nella produzione legislativa attraverso un doppio esame dei disegni di legge pare risolversi in un mero rallentamento della procedura quando le assemblee chiamate a svolgere questa funzione presentano la stessa composizione. D’altra parte, essendo attribuito a entrambe le Camere il potere di dare e revocare la fiducia all’esecutivo, una differenziazione nella loro durata (come quella prevista dalla prima formulazione dell’art. 60 Cost., di fatto mai applicata e infine modificata dalla legge Cost. del 9 febbraio 1963) o nelle modalità di elezione rende più difficile la formazione di una maggioranza parlamentare e conseguentemente più incerta l’investitura e la stabilità dei Governi, come è dimostrato dagli effetti della riforma elettorale n. 270 del 2005.

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Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

AA vendonsi lamette (al Governo)

Solo chiacchiere da parte di Palazzo Chigi e rese senza neanche battersi alle richieste antisociali della Commissione Europea

Debbo a chi capita di leggermi un'autocritica: ero del parere che la minaccia da parte della Commissione Europea dell'apertura di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per deficit eccessivo non si sarebbe concretizzata prima del 2015, probabilmente nei suoi primi mesi. Forte della vittoria ottenuta (per k.o. tecnico) su Renzi sul terreno della “legge di stabilità”, pensavo, il roccioso liberista superduro Katainen, l'attuale padrone monopolista delle politiche economiche europee, si sarebbe acquietato per un po', anche per riprendere fiato, inoltre per non far fare un'ulteriore figura ridicola a Renzi. Ma non è andata così: già, come si apprende, in quest'inizio di novembre la minaccia si è manifestata. Sapevo che i vertici europei sono fatti da killer antisociali, ma non al livello mentale dei miliziani dello “stato islamico”. Manca solo la decapitazione dei prigionieri, ma chissà dove andremo a finire in Europa sulla strada imposta dai vari Katainen, ed è dunque bene che Renzi stia attento quando va a Bruxelles. Mi scuso davvero, constatando a danno del mio buonismo come non esista davvero un limite al peggio.

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Giovedì, 23 Ottobre 2014 00:00

Per 80 euro al mese...

80 euro alle mamme per i primi tre anni di vita dei loro bambini. L’annuncio del premier nel salotto tv domenicale di Barbara D’Urso: “Dal 1° gennaio del 2015 daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese, ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio, per i primi tre anni. Si tratta di mezzo miliardo destinato alle famiglie”, ha precisato il Presidente del Consiglio nella trasmissione Mediaset. Matteo Renzi annuncia la misura, che varrà circa 500 milioni di euro, affermando che sa bene cosa vuol dire comprare pannolini, biberon e spendere per l’asilo e che la “misura non risolve un problema ma è un segnale”. La misura, che sarà garantita per i redditi sotto i 90mila euro, sembra una sorta di rivisitazione del bonus bebè di berlusconiana memoria.

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Venerdì, 29 Agosto 2014 00:00

Il coraggio che il governo non ha

Giovanni Falcone, magistrato anti-mafia trucidato da Cosa Nostra, sosteneva che il coraggio “è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa”La paura in questione è quella provata da parte di uomo minacciato perché fa bene il proprio lavoro, quella paura che ti fa temere per la tua incolumità e per coloro chi ti stanno accanto.

Nulla di tutto ciò - fortunatamente - riguarda il giovane Presidente del Consiglio Matteo Renzi, presentatosi audacemente alla ribalta nazionale come il “rottamatore” di una classe politica abietta, disonesta e inefficiente.

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