Mercoledì, 19 Aprile 2017 00:00

S.O.S. Beni culturali

S.O.S. Beni culturali
L’assemblea di Bologna: lavoro, diritti e riconoscimento

La splendida sala dell’Ulisse, luogo pregevolissimo del celebre Museo di palazzo Poggi a Bologna è stata la cornice ideale per l’assemblea nazionale (tenutasi Domenica scorsa) della campagna, nata ormai da un anno e mezzo, denominata “Mi Riconosci. Sono un professionista dei beni culturali”. Una giornata veramente importante per quel che riguarda l’intero panorama dei beni culturali del nostro Paese, settore troppo strategico per essere abbandonato a un destino crudele (e beffardo).
Innumerevoli le presenze registrate: liberi professionisti, studenti, funzionari ministeriali, accademici ed esponenti politici (Claudia Pratelli per la segreteria di Sinistra Italiana e Andrea Maestri deputato di Possibile), a testimonianza della voglia di rilancio che attraversa l’intero “movimento” travalicando di per sé le categorizzazioni che hanno da sempre caratterizzato l’intero comparto.

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Venerdì, 03 Marzo 2017 00:00

Liberiamo il lavoro

Lo scorso sabato 25 febbraio, Rifondazione Comunista Firenze ha organizzato presso la Sala Firenze Capitale di Palazzo Vecchio, la tavola rotonda “Liberiamo il lavoro”, per discutere e confrontarsi sui quesiti referendari lanciati dalla CGIL. In un momento in cui il dibattito pubblico è monopolizzato dai dissidi interni al centro sinistra, il più grande sindacato italiano rischia di rimanere isolato in questa importante battaglia che vuole riportare al centro il tema del lavoro contro un processo di sempre più aggressiva precarizzazione dei contratti e di smantellamento delle tutele e dei diritti del lavoratore.

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#PLaC. Un codice Etico per i lavoratori della Cultura

Nella giornata del prossimo 2 Febbraio, la campagna “Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali” presenterà, con l’iniziativa di lancio, presso la sala delle conferenze a Montecitorio, PLaC, un codice etico elaborato per l’annosa questione del settore dei beni culturali del nostro Paese e dei lavoratori dell’intero comparto. Sarà un momento importante in cui questa campagna, nata da oltre un anno e attiva anche con la denuncia verso bandi legati al “protagonismo” dei volontari ai danni dei professionisti, proverà ancora una volta a dire la sua all’interno di un dibattito notevole per il futuro sviluppo del Paese.

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Lunedì, 16 Gennaio 2017 00:00

L'oro bianco delle Alpi Apuane

Diffondiamo con piacere questo appelo uscito anche su www.giovanicomunisti.it

L'oro bianco delle Alpi Apuane

Alpi Apuane: sono le bellissime montagne che compongono la provincia di Massa Carrara e avvolgono la sua costa. Non solo belle, ma anche ricche per una loro peculiarità: nelle loro viscere si trova pregiatissimo marmo. Cavato in blocchi dai tempi dei romani, nell’epoca del capitale il mercato più redditizio è quello del carbonato di calcio, ottenuto frantumando le scaglie che costituiscono gli scarti dell’estrazione. Secondo la legge, non più del 75% del totale estratto può essere composto da scaglie, e per controllare che questo limite venga rispettato esistono delle postazioni presso le quali i camion trasportatori devono effettuare la pesa del prodotto; ma basta parlare con chi vive nei borghi montani per venire a sapere di camion che, quotidianamente, trasportano il loro carico al di fuori dell’orario di apertura delle pese pubbliche. Perché dovrebbero, se non per nascondere il superamento del limite imposto dalla legge? A pensar male si fa peccato, ma spesso s’azzecca: ogni giorno sulle nostre montagne la poesia di un materiale così prezioso viene letteralmente sbriciolata dalla voracità dei concessionari di cava.

Pubblicato in Toscana

Articolo di Matteo Bortolon tratto dal numero cartaceo consultabile qui

L'ultima truffa che non sembra essere niente di più che una cessione di sovranità nazionale alle società multinazionali

La sferzante definizione della parlamentare statunitense Elisabeth Warren nel suo editoriale del Washington Post1 è adeguata non solo all'oggetto dell'articolo, il Partenariato Trans-Pacifico (TPP) ma a tutti gli accordi simili. Non ha riscosso particolare attenzione nei media la firma il 30 ottobre scorso del CETA, un accordo che lega l'Unione europea al Canada. È solo l'ultimo esempio di come simili trattati vengono negoziati al riparo dagli indiscreti sguardi dei cittadini. Come sicari che strisciano nell'ombra senza rivelarsi nel momento in cui la vittima deve subire il colpo, si potremme dire. Ma cos'è successo esattamente ad ottobre?

Pubblicato in Internazionale
Venerdì, 02 Dicembre 2016 00:00

Io non sono la Coop, sono uno scrittore

Io non sono la Coop, sono uno scrittore

di Daniele Coltrinari

In un mondo (occidentale ed europeo e soprattutto italiano) che a volte mi sembra sempre più omologato e banale, può capitare di incontrare delle persone che ti fanno pensare: no, non è esattamente così, forse c'è ancora qualche possibilità di cambiamento.

Pubblicato in Umanistica e sociale

Alternanza scuola-lavoro: opportunità o sfruttamento? (A dieci mani)

Fra le misure più controverse della riforma della "Buona Scuola" c'è sicuramente l'alternanza scuola-lavoro, tirocinio che gli studenti delle scuole medie superiori hanno iniziato o stanno iniziando a svolgere in aziende o in organizzazioni del terzo settore. L'obiettivo dichiarato del progetto è quello di garantire una maggiore integrazione fra mondo della scuola e mondo del lavoro, cercando di prendere a esempio il modello tedesco nell'auspicio di trovare una risposta positiva al problema della disoccupazione giovanile che tanto affligge il nostro paese. D'altro canto sono molte le voci critiche che lamentano il tentativo di realizzare un modello scolastico aziendalista. La polemica si è recentemente riaccesa dopo che il Ministero dell'Istruzione ha siglato un primo accordo con 16 aziende per l'alternanza scuola-lavoro, fra le quali figurano grandi imprese italiane e multinazionali come General Electric, Coop, Ibm, Intesa Sanpaolo, ENI, Zara, Hewlett Packard e McDonald's.

Pubblicato in A Dieci Mani

Al degrado della politica americana che traspare ormai in mondovisione con l’ultima campagna elettorale corrisponde un eguale degrado sociale che anche alcuni conservatori come Nicholas Eberstadt non rinunciano a indagare. Anche questi studiosi sono ormai seriamente preoccupati per la pessima piega presa dall’economia americana che, nell’inseguire una crescita economica sempre più difficile e asfittica, si sta lasciando dietro buona parte della Nazione in quello che viene definito un “esercito di invisibili” confinati nell’inattività.

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Giovedì, 27 Ottobre 2016 00:00

Accumulazione di capitale e il nuovo da capire

Pubblichiamo qui di seguito uno scambio avvenuto tra Mauro Lenzi e Paolo Favilli sulle colonne de Il manifesto convinti che possa essere da stimolo per una riflessione più generale.

L’articolo di venerdì 21 ottobre di Paolo Favilli pubblicato sul manifesto (La sinistra e l'inedita questione sociale dei nostri tempi), purtroppo alla fine, introduce la necessità di un approccio al dibattito che consideri che “Oggi la ‘questione sociale’ si manifesta anche con tratti che “...nella…” storia non sono mai stati presenti. La nostra comprensione di questo nuovo (sottolineatura mia) è possibile solo se ragioniamo in termini di fasi di accumulazione di capitale, in particolare se ragioniamo sui caratteri dell’odierna fase di ‘accumulazione flessibile’. Qui stanno le radici analitiche di cui abbiamo bisogno.”

Mi pare un approccio promettente. Purtroppo, ripeto, arriva alla fine dell’articolo e la necessità di sintesi mi ha penalizzato in una comprensione più ampia: che si intende per "accumulazione flessibile"? Ho la sensazione che Favilli dia un significato importante a questo termine, addirittura dirimente. Probabilmente nella pubblicistica il concetto è da tempo e ripetutamente chiarito e esplicitato ma, per mia ignoranza, non ne sono edotto. È possibile da parte di Favilli fare un altro pezzo di approfondimento in grado, secondo me, di aprire ulteriori spazi al dibattito? Appunto, altro rispetto ai ‘balletti’ giustamente redarguiti di Favilli.

 ***

Caro Lenzi,

hai perfettamente ragione, la necessità di sintesi ha portato a considerare scontate questioni che non lo sono per niente.

L'espressione "accumulazione flessibile" è del geografo inglese David Harvey, uno dei più importanti studiosi delle tendenze odierne del capitale. La fase indicata con quell'espressione non si contrappone alle tendenza generali di accumulazione del plusvalore, ma le modella a seconda delle forme che il contesto rende possibili. In un certo senso il capitalismo di ogni fase è sempre un "nuovo" capitalismo.

Le possibilità odierne di comprimere ed interconnettere a velocità crescente e sempre più profondamente le dimensioni dello spazio e del tempo, aprono ad un'ampia gamma di forme di flessibilità. Quelle più evidenti riguardano il mercato del lavoro che assume una struttura centrale sempre più ristretta di occupazione stabile e, via via che ci si allontana dal centro, sempre più ampie cerchie di lavori temporanei, subappaltati in una catena lunghissima di delocalizzazioni. Questa struttura del mercato del lavoro permette di combinare modi altamente tecnologici di estrazione del plusvalore e modi antichi. Infatti nella sfera centrale del mercato, dove è collocata una forza lavoro estremamente specializzata e con una capacità di comprensione e gestione delle nuove modalità tecnologiche e di orientamento al mercato, l'acquisizione di plusvalore non è direttamente legata alla durata della giornata lavorativa. Via via che si scende nella catena della flessibilità di assiste alla diffusa rinascita di sistemi di lavoro in cui è possibile estendere l'orario della giornata lavorativa e forme di sfruttamento sul modello dell'accumulazione originaria.

Inoltre l'abnorme finanziarizzazione dell'economia permette non solo un'accumulazione che non passa attraverso la produzione di merci, e quindi di lavoro, ma è anche un'ulteriore, ed assai importante, spinta alla velocizzazione dei tempi di tutte le forme di flessibilità.

Ecco, a mio parere, questo insieme problematico deve essere al centro tanto della riflessione che dell'iniziativa politica della nostra sinistra. Non è un compito facile, ma al di fuori di questo percorso, che non avrà tempi brevi, si perde davvero il senso della politica per chi intende davvero essere l'erede della storia del movimento operaio.

 

 

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Mercoledì, 27 Luglio 2016 00:00

In difesa del pubblico impiego

È stato un incontro decisamente ben riuscito quello organizzato lunedì 27 giugno presso la Sala dei Marmi del Parterre dal Partito della Rifondazione Comunista Firenze insieme a CGIL, UIL, USB, COBAS, CUB e SGB. L’iniziativa aveva per tema la difesa del lavoro pubblico ed è il proseguimento di un percorso iniziato con un precedente incontro a Sesto Fiorentino lo scorso…… sul tema del lavoro. Discutere in maniera il più possibile continuativa su questioni cruciali che riguardano il presente e il futuro di lavoratori e lavoratrici dopo i ripetuti attacchi ai loro diritti, è un modo efficace per cercare di dar vita a un dibattito, una riflessione e soprattutto uno scambio positivo, per creare maggior consapevolezza, informazione e partecipazione attiva al confronto, nel tentativo di fornire delle risposte alternative a uno snaturamento aggressivo nei confronti del mondo del lavoro, già minato fortemente e reso frammentario e parcellizzato innescando così meccanismi di competizione trai lavoratori stessi o tra le varie categorie/tipologie di lavoratori.

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