Crisi in Corea del Nord: opinioni a confronto
L’intensificazione del programma nucleare militare nordcoreano ha causato un rapido aumento della tensione nell’area. Tale tensione si somma a quella già esistente tra Cina e Stati Uniti, al revanscismo del governo di Tokyo, alle crisi politiche in Corea del Sud e nello stesso Giappone e all’incertezza circa la nuova (?) politica estera di Washington nel prospettare uno scenario di instabilità intorno alla penisola. Dopo un primo improvviso sbilanciamento in favore della “opzione militare” la diplomazia statunitense starebbe valutando una più vasta gamma di alternative, forse anche soffrendo un “buyer’s remorse” sulla scelta di denunziare l’accordo sul nucleare iraniano, scelta che ha rafforzato le posizioni estremiste di Kamenei.
Mentre Pyongyang continua a raffinare la propria tecnologia nucleare, il contesto circostante appare criticamente frantumato e incapace di trovare una linea comune per affrontare il problema. L’unica condizione in grado di fermare l’escalation del riarmo – copiose sanzioni cinesi contro il piccolo e agguerrito vicino – sembra davvero remota: a meno di forti contropartite, è da escludere che Pechino risolva i problemi di Trump e consegni la penisola al governo del Sud, magari rischiando di farne una Libia sui generis.
L'Unione Europea e i suoi sessant'anni
La liberà unità politica dell'Europa" sarebbe l'obiettivo celebrato il 25 marzo 2017, a sessanta anni dalla firma dei Trattati di Roma. Circola anche un video dai sapori epici (guarda qui) per una data effettivamente rilevante su diversi piani, a partire da quello simbolico. Il sistema di informazione e larga parte della comunicazione istituzionale si concentra sulle prospettive di pace garantite dalla dimensione sovranazionale a seguito del secondo dopoguerra, mentre paiono ignorati i venti di intolleranza e conflitto che scuotono non poche nazioni del "vecchio continente".
Per la stessa data, a Roma, si profilano manifestazioni di protesta, con più piazze e diverse piattaforme. Le destre sovraniste, drogate dai risultati elettorali di Trump e dai sondaggi della Le Pen, saranno sicuramente riprese dai telegiornali nazionali. Le sinistre si ritroveranno forse divise, tra chi chiede "La nostra Europa (Un'altra Europa)" e chi pensa giusto qualificare la manifestazione con la richiesta di uscita dall'Euro.
L’impero degli Asburgo: il progetto di Carlo V
L’Europa nel 1519 era un continente in trasformazione. Nonostante la storiografia classica abbia indicato come il 1492 la data di passaggio tra Medioevo e età Moderna, per quanto il viaggio di Cristoforo Colombo abbia spostato gli orizzonti geografici, la vera transizione avviene proprio in questi anni. In ambito culturale, con la corrente di pensiero umanista oramai consolidata che ha influenzato la letteratura, l’arte, la filosofia e i principali campi del sapere. Anche i dibattiti religiosi all’interno della Chiesa cattolica e di tutto il mondo cristiano hanno prodotto un terremoto dogmatico e teologico destinato a stravolgere l’intero continente. La dottrina di Martin Lutero nel 1517 con le sue 95 tesi non ha scalfito solo la porta della cattedrale di Wittenberg, ma la spina dorsale della Chiesa cattolica romana con tutte le conseguenze successive alla diffusione della sua dottrina. A sua volta conseguente, come accennato in precedenza, a una profonda riflessione di teologi, studiosi e uomini di chiesa sul significato del cristianesimo e dei dogmi della cattolicità.
Durante i classici festeggiamenti stagionali l'Autore si è trovato – per sua somma sfortuna – a ragionare di questo autunno-inverno italiano. Seguendo un po' di pensieri in libertà, ovviamente viene in mente il referendum dello scorso 4 dicembre. Lasciando in pace il risultato, che può piacere o meno (e all'Autore è piaciuto) ma ormai è un dato storico che lascia il tempo che trova, viene naturale rapportare quel risultato alla situazione attuale.
LE FACOLTÀ DEL POTERE
Call For Papers
1 dicembre 2016
Proponente: Associazione Il Becco con il sostegno dei fondi del DSU Toscana destinati alle attività studentesche
Scadenza candidature: Domenica 20 Novembre 2016
Informazioni/contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Keywords: potere, soft power, hard power, società, politica
Prendete le più alte autorità europee e inseritele nel contesto di una visita in Vaticano, condite il tutto di conformismo e ipocrisia e avrete una vaga rappresentazione di quanto è accaduto il 6 maggio durante la cerimonia di consegna del Premio Carlo Magno nientemeno che a Papa Francesco. Il discorso del papa, davanti a una platea tra cui il re spagnolo Felipe e il Presidente della BCE, è una lunga invocazione al rispetto dei diritti umani e al ritorno ai valori del Padri fondatori, ma sembra piuttosto velleitario: la citazione di De Gasperi, il richiamo alla solidarietà che non deve diventare elemosina (da che pulpito!), la capacità di integrazione come punto nodale. Insomma, alla luce dei fatti che hanno attraversato la periferia europea, dentro e fuori all'UE, sembra un richiamo isterico e fuori tempo massimo, insomma quanto mai sterile per via dell'avvitamento austeritario delle politiche pubbliche europee e della legittimazione già avvenuta delle barriere lungo la principale traiettoria dei profughi.
La discussione continua e prende la parola la giornalista e critica cinematografica Elisa Battistini, che tra le altre cose ha scritto, insieme ad Anna Maria Pasetti, “Il volto del potere”, una lettura contestualizzata del (citato precedentemente) film “Il ministro – l’esercizio dello Stato” di Pierre Schoeller. Battistini dice che la pellicola racconta la quotidianità (concentrata in pochi giorni) di un Ministro dei Trasporti francese, Bertrand Saint-Jean. Quest’ultimo viene svegliato in piena notte dal suo Capo di Gabinetto perché c’è stato un terribile incidente: un pullman pieno di giovani studenti è precipitato in un burrone da una strada, completamente innevata, delle Ardenne. Il ministro ovviamente si deve recare sul posto e fare la prima dichiarazione di fronte alle reti televisive. Già quindi dall’esordio si percepisce come l’esercizio dello Stato richieda una prontezza immediata, esiga un’efficienza quasi meccanica, delle risposte rapide, ben calibrate, strategiche. Ogni cosa, ogni gesto, ogni parole, ogni decisione, ogni espressione devono funzionare a pennello, la macchina del potere non deve incepparsi. Tutto il succedersi del film è una messa in scena perfettamente realistica e pienamente convincente delle funzioni, dei meccanismi, degli strumenti, delle operazioni strategiche dello Stato e dell’esercizio di potere. Ma se da una parte il ministro è trascinato nelle dinamiche che lo portano a un’ascesa di carriera, dall’altra il conflitto con se stesso appare in maniera sempre più tesa e forte: il conflitto tra l’aspirazione a salire più in alto e il senso, quasi nostalgico o comunque amaro, di una normalità non più possibile, tagliata fuori per sempre.
La Repubblica del Ciaone
L’individualismo crescente che abbraccia la nostra società; quella dei social network e dei selfie, la società del “tanto le idee non esistono più” o quella cavalcante antipolitica e populismo becero. Un modello che partorisce modi di dire, e di essere, aberranti: perfetti figli del tempo che stiamo vivendo.
La partecipazione alla vita sociale diventa sempre più limitata, sia per colpe “personali” sia per spinta mediatica, tesa chiaramente a strumentalizzare la realtà di chi ogni giorno vive sommerso dai problemi.
Achille Occhetto: Marx, Italia e comunismo
Necessità e debolezza della cultura politica comunista in Italia è un contributo che si inserisce in un filone ben preciso, quello che sta tentando di ricostruire una specifica visione del mondo entro contesti nazionali e internazionali. Una necessità imprescindibile: riscoprire la vera portata del pensiero di Marx. Achille Occhetto ripercorre così quella storia delle idee che portò alla caratterizzazione del movimento comunista italiano, tappe che hanno segnato la cultura comunista del nostro paese, che hanno determinato un bagaglio culturale ricco e diversificato.
Un appello agli autori di appelli per l'unità della sinistra
Quando parte la ricostituzione della sinistra si moltiplicano gli appelli di singoli, gruppi, sigle, collettivi e anonimi per stimolare o arricchire il processo.
Il contenuto politico degli appelli oscilla dal totalmente assente al molto vago (per timore di spaventare gli animi più sensibili ai termini troppo espliciti della militanza, sospetto). A volte l'appello assume toni puramente emotivo-motivazionali, perdendo qualsiasi connotazione chiaramente schierata.
Gli appelli per l'unità della sinistra sono un genere letterario a sé stante, che ha vissuto una sua evoluzione nel tempo. Devo dire che, mentre riuscivo a decifrare quelli che, fino a qualche anno addietro, venivano elaborati da compagni di formazione politico-culturale classica, le ultime produzioni, e in particolare quelle delle nuove generazioni (compagni ad alta scolarizzazione, alta frequentazione dei linguaggi dei nuovi media e background molto movimentista e poco o per nulla partitico) mi risultano molto più difficilmente comprensibili.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).