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Sabato, 22 Febbraio 2014 00:00

Le eccellenze toscane come uscita dalla crisi

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Intervista al Direttore Dell'Irpet, Stefano Casini Benvenuti

In occasione della presentazione del rapporto Irpet, “la Toscana oltre la crisi”, ci soffermammo sulle parole del Presidente Rossi che richiamava la necessità di “sostenere le eccellenze“(#1) per trascinare il resto” (cfr. Uscire dalla crisi restringendo il campo degli aiuti?).

Il rapporto stesso sottolineava che intorno alle imprese eccellenti “potrà costituirsi una nuova fase espansiva cercando, da un lato, di far fronte alle loro esigenze e, dall'altro, forzando la loro capacità di trasmettere effetti su resto del sistema”.

Abbiamo chiesto al direttore dell'Irpet, Stefano Casini Benvenuti, di ampliare i tratti di quella che inizia a profilarsi come una nuova strategia di politica economica toscana.

1) Direttore, a lungo si è parlato in Toscana di mettere fine agli incentivi a pioggia per intervenire selettivamente sul sistema produttivo. Crede che le eccellenze toscane, di per sé , possano veramente trainare la Regione fuori dalla crisi?

Vorrei innanzitutto chiarire un passaggio e cioè che alla base della nostra analisi vi è la convinzione che la crisi che stiamo attraversando sia davvero una crisi strutturale, una crisi che modificherà (e che già sta modificando) in modo radicale il nostro sistema produttivo. Se si condivide questa impostazione, è necessario prendere atto che la trasformazione produttiva sarà inevitabile e che, a seconda della nostra capacità di intervenire, essa potrà essere casuale, non governata o governata.

L'obiettivo è, come si capisce, trovare le leve per governare questa trasformazione.

2) Una di queste leve è data dalle imprese eccellenti?

Nell'analisi dell'economia toscana e delle strade percorribili per uscire dalla crisi, l'Irpet sta tentando di ribaltare l'approccio generalmente seguito. In genere, quando ci si interroga sulle potenzialità di un sistema economico moderno si dà per scontato che l’innovazione sia la chiave vincente ma spesso lo studioso o il governante usa un suo concetto di cosa si debba intendere per innovativo per poi andarlo a ricercare nelle imprese: quelle sono per lui le imprese innovative. L'Irpet ha invece seguito un altro percorso. Siamo partiti dall'osservazione delle performance delle imprese e abbiamo individuato quelle che negli anni della crisi -e nonostante questa- hanno ottenuto prestazioni decisamente migliori della media regionale, con l'intenzione di indagare, a partire dai loro risultati, i motivi del loro successo: se lo hanno avuto in modo abbastanza duraturo siamo evidentemente di fronte a imprese innovative.

Non solo, pensiamo anche che questo tipo di analisi non debba concentrarsi solo sulle imprese, ma sull'insieme dei soggetti dinamici, che comprendono anche la Pubblica Amministrazione e le famiglie, alla ricerca delle loro “risposte eccellenti” alla crisi.

3) In che modo però le eccellenze toscane posso trainare il resto dell'economia come sostiene il Presidente Rossi?

Qui entra in gioco la politica economica regionale.

Dall'osservazione delle eccellenze toscane si evidenzia che non esiste un fattore che le accomuna tutte: non la tecnologia, non la dimensione, non l'appartenenza settoriale. Si rileva una performance migliore in quelle orientate all'esportazione, ma rileviamo anche che ad oggi, il loro moltiplicatore (ossia la loro capacità di creare reddito) sul territorio è spesso piuttosto basso; in altre parole, specie nei settori più nuovi, le connessioni di queste imprese con il resto del territorio sono ancora deboli.

Per ottenere un effetto virtuoso “a cascata” è necessario investire su queste connessioni: tra le imprese eccellenti e il sistema produttivo toscano largamente inteso (fornitori, servizi, reti e filiere di imprese, ecc.) e non ultimo il sistema della formazione e la pubblica amministrazione. Si tratta di una visione che richiama quella dello sviluppo squilibrato di Hirschman in cui alcuni soggetti più dinamici intraprendono azioni che, oltre a portare vantaggi per loro stessi, hanno la capacità di trasmettere intorno a loro stimoli che gradualmente pervadono l’intero sistema, attivando un meccanismo virtuoso di “creazione di imprese a mezzo di imprese(#2).

4) Da un punto di vista metodologico, di quali strumenti vi state dotando per passare da una analisi prevalentemente macroeconomica ad una puntuale e capillare rilevazione dei comportamenti dei singoli operatori?

Già prima della crisi economica, l'Irpet aveva affiancato alla consueta analisi macroeconomica un approccio microeconomico, anticipando la necessità, poi rivelatasi reale, di conoscere più in dettaglio le specificità delle singole imprese toscane.

Ad oggi, disponiamo di una banca dati regionale che contiene informazioni su 360.000 imprese toscane e ci consente di individuare con una buona precisione le performance e le strategie delle singole imprese.

Ci stiamo, però, anche organizzando per introdurre nelle nostre ricerche elementi più qualitativi che migliorino la comprensione dei comportamenti degli operatori, in particolare che cerchino di cogliere le trasformazioni in atto che, coinvolgendo probabilmente ancora pochi soggetti, non emergono nei grandi numeri; ciò verrà fatto attraverso ad esempio l'attivazione di workshop tematici su questioni di grande rilievo per la nostra economia, come le vie per creare nuova occupazione o soluzioni alternative per favorire il credito.

(#1) Secondo il rapporto Irpet, sono definite eccellenti le imprese che hanno presentato una performance in termini di fatturato e occupazione superiore del 20% alla media regionale.

(#2A.O. Hirschman, The Strategy of Economic Development, Yale University Press, 1958.

Immagine liberamente ripresa da www.rivistainnovare.com

Ultima modifica il Sabato, 22 Febbraio 2014 00:01
Sara Nocentini

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