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Mercoledì, 16 Marzo 2016 00:00

La valle del Mela resiste

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La valle del Mela resiste
Duemila persone per dire No all'inceneritore

La stagione delle lotte territoriali e quella dove comunità consapevoli e coscienti provano a ribadire la voglia di autodeterminarsi passa anche dalla Sicilia nord-orientale. Siamo a Milazzo, cittadina sita a pochi km dal capoluogo Messina, un territorio ricco di storia e di bellezze storico-paesaggistiche: quale luogo “migliore” per installare altri scempi e creare altre devastazioni?

La manifestazione di Domenica 13 Marzo, forte di un fiume umano composto da oltre duemila persone, ha chiarito il concetto a chi, pregno di arroganza e indisponenza, non capisce: no a un futuro di morte, si ad un vero rilancio territoriale. Rilancio impossibile da pensare se dall'alto arriva la decisione in inserire in un contesto, già fortemente sollecitato da inquinamento e alterazioni ambientali, un grande impianto di termovalorizzazione (parola che altera il senso stesso delle cose). In attuazione dell’Art.35 del Decreto “Sblocca Italia” sta per essere emanato dal Ministero dell’Ambiente, con l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, un decreto che individua 54 inceneritori di interesse strategico nazionale, di cui 14 da costruire (2 in Sicilia).

All'interno del grande contenitore definito Sblocca Italia si parla quindi di “termovalorizzatori”, una scelta totalmente irrazionale del governo anche perchè di energia prodotta dalla vera e propria incinerazione dei rifiuti ne resta pochissima, al contrario degli effetti (disastrosi) sull'uomo e sull'ambiente
L'uso dei termini si è detto, fino a qualche tempo fa infatti media e giornali non accettavano la dicitura inceneritore, oggi grazie alla battaglia nata dopo l'incendio della centrale di Milazzo del 2014 e favorita dalla nascita del locale comitato No Inceneritore del Mela quella elocuzione ha travalicato i confini del movimentismo, sbandierata ormai ovunque. La questione che più salta all'occhio da questa vicenda è espressa nella chiara volontà amministrativa di mettere in secondo piano il compostaggio e la differenziata in generale, una trovata intelligente per favorire (senza colpo ferire) le grandi aziende che in Italia gestiscono il settore dello smaltimento dei rifiuti.

Tornando alla situazione del milazzese il dato è drammatico: il comparto territoriale risulta essere tra le 44 zone più inquinate d’Italia (dati forniti dalla regione Sicilia e dal Ministero): un carico ambientale insostenibile, sancito da segnalazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e dal rapporto sanitario nazionale sui siti inquinati.  La manifestazione, ostacolata da condizioni climatiche estremamente avverse, ha registrato un buonissimo numero di partecipanti anche se (condizioni meteo permettendo) i numeri avrebbero potuto essere ben maggiori.

Soddisfatti gli organizzatori di questa passeggiata all’insegna del “fuori dai polmoni”, uno di questi-Samadhi Lipari- attivista del comitato No Inceneritore-parla di una grande prova di dissenso popolare rispetto a pratiche imposte sempre più spesso dall’alto. “Le componenti sociali erano tutte presenti e unite per rappresentare un territorio, da troppo tempo vessate da politiche scellerate e infruttuose. C’è stata una folta rappresentanza istituzionale ma a parere nostro bisogna sottolineare l’impegno reale di cittadini e cittadine che dal basso, e auto-organizzandosi, stanno provando a sfidare colossi molto più grandi di loro. Il mio intervento dal palco oggi mirava a sottolineare quest’aspetto: non bisogna negare l’esistenza del conflitto, sotto il più classico dei “volemose bene” come poteva trasparire da altri interventi a microfono aperto. È giusto sottolineare l’importanza di tutti in questo processo senza dimenticare però le radici della lotta. Non dimentichiamo infatti che nei giorni che hanno preceduto l’evento milazzese, giornali e canali d’informazione paventavano la calata dei temutissimi black bloc. Ieri però quel corteo ha mostrato che gli unici violenti sono Matteo Renzi e Rosario Crocetta con tutta la loro schiera di Ministri, Assessori e altri servitori delle lobby; i quali con la forza di un potere illegittimo perchè contrario a interessi collettivi provano a imporre inceneritori, trivelle e distruzioni di vario genere nonostante ampie mobilitazioni territoriali”, parole importanti quelle di Lipari all’indomani di un evento così importante che ha toccato diversi temi attualissimi come la questione trivellazioni e il prossimo referendum.

Temi che si intrecciano, lotte che si intersecano. Una battaglia che non riguarda chiaramente solo e soltanto l'ambiente, una lotta che parla di diritto alla salute e in generale alla vita. Il referendum dello scorso 31 gennaio (che ha coinvolto il comparto del Mela ndr) del resto l' ha sottolineato: la centrale ad olio combustibile non può e non deve essere trasformata in inceneritore. Semmai bonifiche, salubrità del territorio e sviluppo reale: uniche grandi opere per la periferia di un impero sempre più malconcio ed escludente.

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Marzo 2016 10:39
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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