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Martedì, 29 Novembre 2016 00:00

#27nov. Scende in strada il NO sociale

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#27nov. Scende in strada il NO sociale

Il corteo che ha attraversato le strade di Roma, nella giornata di domenica 27 Novembre ha rappresentato pienamente lo stato dell'arte sul dibattito referendario. Una manifestazione temuta dai più e finita con una bella cornice di popolo in quella piazza del nome omonimo.

Il gioco dei numeri e della partecipazione parla di un flusso di circa 50 mila persone, altri di 20/30 mila presenze ma non è questo sicuramente il punto. Sono anni in cui attraversare le piazza costituisce già un rischio e presenta difficoltà oggettive, anni in cui la partecipazione alla vita democratica del Paese è stata completamente affossata da discorsi tra (pseudo)intellettuali avvolti da quel retrogusto da bar sport che, francamente, ha stancato.

Motivazioni che tengono ad evidenziare criticità notevoli per “popolare” strade e piazze, affossando il dibattito referendario su talkshow e speciali da prima serata. Dietro un teatrino che fa dello squallore il suo campo, c'è un Paese che chiede risposte reali in merito ai bisogni essenziali della vita di tutti i giorni.

Veder quindi sfilare uomini e donne che difendono i loro territori, i movimenti per la casa, i collettivi studenteschi insieme a lavoratori e precari rappresenta sicuramente di per sé un'ottima base di riflessione da cui è necessario ripartire già ad urne chiuse il 5 mattina.

Fa quasi tenerezza pensare che avvoltoi professionisti aspettassero lo scontro e il tafferuglio per riportare in prima pagina il mostro violento da combattere ed emarginare, come se la violenza fosse solo quella fisica e non quella scritta con una penna o detto a voce nei salotti “buoni” della politica italiana.

Un corteo pacifico, sfilante su un percorso complesso e di difficile lettura (piuttosto lungo) con tutti gli attivisti impegnati ad evitare che si scadesse nello “spettacolo” che tutti aspettavano, in primis proprio il Premier Matteo Renzi.

Quello che è sceso per le strade della Capitale domenica pomeriggio è invece stata una risposta più o meno compatta, alle non risposte e alle menzogne che un qualsiasi “primus inter pares” non ha mai voluto dare.

Il Paese è allo sfascio, cade a pezzi (in tutti i sensi) e la necessità di qualcosa di diverso in effetti è percepita. Essenziali e decisamente “conflittuali” poi sono state le parole pronunciate dal palco all'arrivo in Piazza del Popolo da parte di Luigi De Magistris e Nicoletta Dosio, quest'ultima ancora una volta disobbediente rispetto ad un ingiusto provvedimento restrittivo a suo carico all'interno della repressione valsusina, mentre il Sindaco di Napoli acclamava il corteo e pronunciava parole di sfida al sistema mafioso che attanaglia tanti e tante.

La chiusura, con esibizione annessa, degli artisti per il No, tra cui: 99 Posse, Radici nel Cemento e Assalti Frontali (usciti con il loro ultimo album) abbracciava la fine di una bella giornata.

La stampa mainstream ovviamente bypassava tutto, in alcuni casi battendo poche righe e circoscrivendo il tutto con pochissime parole, in altri dichiarando all'inizio della mattinata che quella fosse la piazza dei 5 Stelle, in altri casi ancora citando fermi di persone pericolosamente armate (un padovano), e lanci di uova (mai visti ndr), il capolavoro poi va al Corriere della Sera che prodigante ad asserire che la manifestazione è risultata pacifica per l'alto dispiegamento di forze sul campo (circa 800 in tenuta antisommossa). I

l travisamento totale della realtà, perchè le penne e le parole colpiscono e fanno molto male. I professionisti della violenza evidentemente pullulano in redazioni di alcuni giornali di questo Stato.

Non è assolutamente un caso se ci sono paesi del cosiddetto “terzo mondo” che presentano una libertà di stampa maggiore della nostra. Oltre il referendum, è necessario pensare ad un paese libero, ma per davvero.

Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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