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Giovedì, 07 Novembre 2013 00:00

Grandi opere, tecnicamente dannose, eticamente sbagliate (Massimo Zucchetti)

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Niscemi (CL): Il MUOS (mobile user objective system) è un nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della marina militare statunitense, dotato di quattro stazioni di terra e cinque satelliti geostazionari.

Le stazioni di terra sono costituite da tre grandi mega antenne dal diametro di 18,4 metri e due antenne UHF alte 149 metri.

Il MUOS, la cui attivazione è prevista nel 2015, consentirà di trasmettere ordini e informazioni tra le truppe americane sparse sui vari fronti internazionali e il comando centrale del Pentagono. Il sistema satellitare permetterà di guidare i droni, pericolosi aerei da guerra senza pilota per le guerre di prossima generazione e di trasmettere le informazioni tra le truppe sparse sui vari fronti ed il Pentagono.

A ciò si sono opposti i comitati NO MUOS, formati da migliaia di giovani, supportati dalle associazioni e delle amministrazioni locali che hanno deciso di interferire con l’azione sopraffattrice del Pentagono e di non accettare la legge della guerra e dell’insaziabile interesse economico che le sta dietro. Ne abbiamo discusso con Massimo Zucchetti, professore Ordinario di Impianti Nucleari al Politecnico di Torino, tra i maggiori esperti della vicenda MUOS.

1) Professor Zucchetti, in contrapposizione ai suoi studi e a quelli del professor Coraddu, nonché alle tesi del popolo NO MUOS, è stato ripetuto più volte dall’esito di uno studio ISS (Istututo Superiore Sanità) che il MUOS non sarebbe pericoloso per la salute. C’è da mettere in discussione la professionalità e l’operato della commissione dell’Istituto Superiore della Sanità?

Ognuno deve fare la sua parte e rispondere alle domande che gli vengono fatte. Come anche ribadito nella parte introduttiva della Relazione ISS, essa ha riguardato essenzialmente, per il MUOS, aspetti di valutazione del rischio mediante stima delle esposizioni dovute alle emissioni elettromagnetiche. Gli aspetti che riguardano la gestione del rischio, ovverosia la sua contestualizzazione nell’ambito della localizzazione dell’impianto MUOS a Niscemi nella base NRTF, esulano dai quesiti scientifici cui ISS è tenuta a rispondere. Tuttavia, poiché il territorio di Niscemi è compreso in un’area ad alto rischio di crisi ambientale per la presenza di un importante polo industriale petrolchimico (Gela), ed è presente la stazione NRTF, l’ISS ha incluso anche una valutazione dello stato di salute della popolazione del territorio di Niscemi ed uno studio delle potenziali ricadute delle emissioni di inquinanti in atmosfera dall’area industriale di Gela, mentre per quanto riguarda la base NRTF sono state incluse valutazioni fatte da ISPRA sulla base di misurazioni puntuali dei CEM. Molte carenze si possono rilevare nella parte della Relazione ISS riguardante i campi elettromagnetici, tali da non soddisfare quelli che dovrebbero essere i requisiti minimi nella valutazione di opere, come la stazione MUOS presso la base NRTF di Niscemi, che comportano potenziali rischi per la salute della popolazione, e per le quali è stata presentata richiesta di autorizzazione accompagnata da opportuna documentazione. Le eventuali future emissioni dovute agli impianti MUOS sarebbero destinate a sommarsi a quelle dell'attuale impianto NRTF, perciò è richiesta un accurata valutazione preliminare delle attuali emissioni, da effettuarsi ai sensi del "Codice delle comunicazioni elettroniche" (DLGS 1 agosto 2003, n. 259, art. 87, commi 1 e 3, allegato 13 mod. A).

Il rispetto di tale rigorosa procedura è previsto anche dalla legislazione regionale siciliana, con il decreto dell'Assessorato Territorio e Ambiente 27 Agosto 2008, ed è stato autorevolmente ribadito dal verificatore del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia. Niente di tutto questo è stato però realizzato per l'impianto NRTF di Niscemi attualmente esistente.

Il precedente tentativo effettuato da ARPA Sicilia nel 2009 è fallito principalmente a causa dell'indisponibilità da parte dei militari USA a fornire i dati necessari, mentre la relazione ISPRA relativa alle misure del Giugno 2013 non tenta neanche di impostare un modello previsionale di questo tipo.

Ciononostante, Rosario Crocetta ha avuto molta fretta nell’interpretare il Rapporto del ISS come un via libera la MUOS, i cui lavori sono infatti ripresi nella sostanziale illegalità. La fretta che deriva dalla facilità di leggere una battuta in un copione già scritto.

2) Lei si è recentemente pronunciato contro il mondo accademico siciliano per l'indifferenza - a suo avviso mostrata - riguardo la lotta contro l'installazione niscemese. Può spiegarci meglio la sua posizione?

Io penso che la fortuna di essere uno scienziato indipendente perché con un posto fisso pagato dalla Stato si deve anche meritare. Io ho semplicemente fatto una domanda: leviamo quattro persone di numero: Alberto Lombardo di Palermo, Eugenio Cottone pure di Palermo, i dottori Marino Miceli e Rino Strano uno di Niscemi e l'altro di Vittoria. Dove sono tutti gli altri scienziati e tecnici siciliani? Come mai non hanno mai preso posizione ma soprattutto lavorato attivamente sul MUOS? In dettaglio: mi pare che in Sicilia ci siano fior di Università. Una mi pare anche a Catania. Poi a Palermo e Messina, no? Allora io chiedo COME MAI - tolto UN professore UNO - nessun altro ci abbia mai effettivamente aiutato? Dico EFFETTIVAMENTE, ovvero lavorando, non a parole. O se ci sono, dicano cos'hanno fatto e nel caso non l'avessi ricordato, tante tante scuse. È una domanda pubblica, che voglio abbia una risposta pubblica. E in una società civile i suddetti sono TENUTI a rispondere, altrimenti il perdurare del silenzio pluriennale permetterà di trarre delle conclusioni, anche queste pubbliche. Forse quei signori non saranno abituati a questa riprovevole mancanza di omertà e baronia, ma tant'è. Attendo risposte, alle quali ho diritto quale cittadino che parla pubblicamente.

3) Comiso, Sigonella e adesso Niscemi, la Sicilia appare sempre più militarizzata, sembra gradualmente essersi trasformata in un territorio degli USA. Come nasce e quali sviluppi può avere la mobilitazione contro quest'opera?

Se la Sardegna è da sempre il cortile dove gli americani e i loro collaborazionisti provano le armi, la Sicilia deve diventare la loro “portaerei stesa nel Mediterraneo”. La lotta NO MUOS ha fatto sì che per due anni il sistema MUOS abbia una zona d’ombra proprio nell’Africa del nord, nel Mediterraneo, e nel vicino e medio oriente. Non dobbiamo mollare e convincerli coi fatti che non potranno mai gestire una base come il MUOS in un territorio ostile, e sarà il primo esempio cui altri dovranno seguire.

4) Oltre quella di Niscemi a che punto sono i lavori delle altre 3 basi a terra (Virginia, Hawai, Australia) che dovrebbero completare, insieme ai quattro satelliti in orbita, il MUOS? Esistono dei movimenti di protesta in questi paesi?

Gli altri tre MUOS sono ultimati e funzionanti. Uno è in Australia in un luogo desertico. Gli altri due sono negli USA, uno in mezzo al Pacifico nelle isole Hawai, l’atro in un luogo poco abitato degli USA continentali. La situazione è quindi completamente diversa e non risulta che la popolazione si sia opposta massicciamente. Questo dovrebbe far riflettere gli USA sul loro errore: senza volerlo a tutti i costi costruire in mezzo a un centro abitato, a quest’ora avrebbero già pronto il loro costosissimo giocattolo di guerra.

5) Il 09 agosto 2013 – data dell'ingresso dei manifestanti all'interno della base - difficilmente verrà dimenticato dal popolo No MUOS. Ritiene vi sia stata una sottovalutazione della reazione dei siciliani da parte dell'Amministrazione USA? La mobilitazione potrà dissuadere gli americani dal realizzare i loro propositi?

Gli americani sono pragmatici, e ragionano in base alla convenienza e non alla retorica e delle mazzette. In questo sono meglio dei loro servi collaborazionisti dell’esercito e della politica italiani. Come ho detto, se vedranno che non conviene loro insistere, se ne andranno.

6) La battaglia contro il Muos di Niscemi si combatte anche Roma. Qualche giorno fa va si è svolto un importante confronto fra studiosi, attivisti No Muos e Parlamentari per parlare della violazione degli artt. 80, 87 e 11 della Costituzione. L’Intergruppo Parlamentari per la Pace ha recepito la proposta di mozione consegnatagli. Quali sono le azioni parlamentari che sperate mettano in atto nel concreto?

Mi pare che l’incontro a Roma fra Movimento NOMUOS e i Parlamentari sia andato – per la nostra parte – assai bene – .Ottimi gli interventi di Nello Papandrea, Antonio Mazzeo, Nadia Furnari, e Giampiero Trizzino, “in collegamento”. Erasmo Palazzotto, Parlamentare nazionale di Sel, si è prodigato per facilitare l’incontro e portare ad incontrarci i Parlamentari. È importante il risultato politico: il Movimento NOMUOS è ora considerato un interlocutore su un piano di parità dall’Intergruppo Parlamentari per la Pace, che ha recepito la proposta di mozione consegnatagli dal Movimento e che ne trarrà spunto per instaurare un dialogo con il movimento stesso e mettere a punto azioni parlamentari ancora da definire nel concreto. Credo che da un primo incontro non fosse possibile aspettarsi di più – aggiunge il docente del Politecnico- è di importanza enorme il fatto che il Movimento possa rivolgersi, a livello di Parlamento, all’Intergruppo Parlamentari per la Pace, che è appunto formato da Parlamentari di partiti diversi e quindi non è un soggetto politico. Va ribadito un ulteriore fatto: tutti i Parlamentari suoi componenti hanno una matrice comune nell’antifascismo e nella lotta concreta per la pace: due caratteristiche che il movimento NOMUOS dovrebbe fare proprie senza se e senza ma, pena la retrocessione a movimento di rilievo esclusivamente locale.

7) Professor Zucchetti, oltre ad occuparsi del MUOS lei è particolarmente attivo anche nella lotta No Tav. Quali elementi scientifici ha in mano il movimento per dire che il traforo è pericoloso e quali elementi invece i sostenitori della TAV per screditarne la pericolosità? Nella concezione comune, la lotta No Tav si presenta come una lotta contro la modernizzazione. Ma, tecnicamente parlando, la TAV è veramente utile o addirittura essenziale come vogliono farci credere?

La questione del TAV – opera urgente e indispensabile da oramai un quarto di secolo – va ben al di là della sua pericolosità o meno, sulla quale non vale forse la pena di discutere se non ricordando che fino agli anni 70 la Valle di Susa era nota per essere piena di uranio ed amianto, poi evidentemente scomparsi per decreto ministeriale. Il fatto è che è un’opera inutile, che nessun governo tranne Italia e (blandamente) Francia vuole, che il cosiddetto corridoio Lisbona-Kiev è una colossale panzana cui crede solo più quel buon uomo del nostro sindaco torinese Fassino, che le merci sono in caso perché si trasportano sempre meno, soprattutto in quella direttrice, e che infine non è morale spendere decine di milioni di euro per un’opera inutile e dannosa. Non si può dire “i soldi non ci sono”, perché la finanza allegra e criminale del capitalismo può sempre farli saltar fuori facendo debiti che poi pagheranno i nostri figli, quando questi signori saranno abbondantemente scomparsi nell’oblio: ma per fare un buco inutile e dannoso, a noi tagliano i servizi essenziali, scuola e salute, e non risanano un territorio che è già ora in sofferenza.

8) “Difendere il territorio per difendere il futuro” era questo il nome scelto per il marzo di lotta che ha attraversato l’Italia con 3 importantissime iniziative: NO PONTE (Messina 16 Marzo) NO TAV (Val di Susa 23 Marzo) e NO MUOS (Niscemi 30 Marzo). Perché il diritto alla salute, la tutela del territorio e dell’ambiente restano sempre in secondo piano in Italia?

Perché finora si è protestato in maniera non abbastanza coordinata. Io credo che ora i Movimenti debbano abbandonare il residuo di matrice “grassroots” che ancora li distingue e parlare con una sola voce. L’esempio citato di marzo è stato l’inizio di una lotta comune fra NOTAV e NOMUOS che fa molta paura. Ora, il 16 novembre, ci saranno in contemporanea in Italia due grandi manifestazioni: a Susa una marcia pacifica per ribadire il diritto ad opporsi senza venire criminalizzati, e a Napoli, capitale immorale della Terra dei fuochi. I due eventi non si fanno ombra, ma segnano invece una nuovo unione, fra il Movimento più di lunga data (il NOTAV) e quello più nuovo e all’attenzione dei media (la Terra dei Fuochi). L’Italia è diventata tutta una grande opera: dobbiamo lottare per noi e per i nostri figli, per non essere ricordati come la generazione dei distruttori della Terra. Passiamo dalla rivolta alla rivoluzione. Pacifici, ma determinati.

Foto di Ketty Bertucelli

Ultima modifica il Giovedì, 07 Novembre 2013 00:44
Ketty Bertuccelli

Sono nata e vivo a Messina. Pensatrice sovversiva: antifascista, comunista, femminista, interista 

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