Lo dice persino il Corriere, che la Grecia è obiettivo di un massacro economicamente insensato

Incredibile ma vero. Consiglio (per la prima volta nella mia vita) la lettura dell’articolo a pagina 11 del Corriere della Sera di ieri 27 aprile, a firma di Andrea Nicastro.

Vi si narra come il Credit Suisse (gruppo finanziario tra i primi al mondo) constati come la Grecia abbia raggiunto a fine marzo il pareggio di bilancio, grazie a un’attenta ripulitura di costi inutili e sprechi degli apparati pubblici e grazie alla rateizzazione dei debiti arretrati verso lo stato (tasse e contributi previdenziali di povera gente con pochi soldi), diluiti sull’arco di otto anni. Dunque non c’è nessuna ragione economica obiettiva che possa portare a chiedere alla Grecia, come fanno invece i ministri economici degli altri paesi europei e i funzionari di Banca Centrale Europea, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale, cosiddetto Fondo Salvastati, di realizzare ulteriori tagli alla spesa pubblica in pensioni nonché aumenti dell’IVA, abolizione della contrattazione collettiva, privatizzazioni a svendere. Tra l’altro l’articolo osserva come si tratti di punti a suo tempo esclusi come necessari da trattare tra il governo greco di Syriza e le suddette entità europee, e come essi siano rientrati nella discussione plausibilmente per ordine politico cioè di governi.

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Martedì, 28 Aprile 2015 00:00

Perché Varoufakis

Infuria l’attenzione mediatica, con scarne eccezioni, mi pare solo dal lato del Manifesto, sul tratto naïf dell’abbigliamento del ministro greco Varoufakis alle riunioni europee per il “salvataggio” della Grecia: in quanto prova provata, se ce n’era bisogno, del suo “comportamento dilettantesco” in queste riunioni. Da una parte la totalità dei ministri economici degli altri paesi, giacca, cravatta e toni di grigio ministeriale, a segnalare sobrietà, scientificità, conti precisi, desiderio di venire incontro ai greci ma su basi serie; dall’altro un simpatico ma ormai noioso comiziante che insensatamente insiste a difendere la popolazione greca dall’ennesimo assalto alla baionetta euro-germanico orientato, per il bene di essa, ovviamente, a farla definitivamente fuori.
Riescono a capirsi, mi sono chiesto in tutto il periodo che ci separa dalla vittoria elettorale di Syriza, Varoufakis e gli altri ministri economici europei? Perché la questione è molto semplice, ma al tempo stesso si tratta di un confronto tra posizioni e linguaggi inconciliabili, dove magari alcune parole sono le stesse, ma significano cose completamente diverse. Come, per esempio, le parole “ripresa dell’economia”. Significa anche ripresa dell’occupazione e del benessere sociale, oppure, concretamente, il contrario?

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Lunedì, 23 Marzo 2015 00:00

Senza padroni

Senza padroni

È di pochi giorni fa la notizia, arrivata dalla Grecia, dell’altissimo rischio di sgombero dell’esperienza della fabbrica occupata VI.OME di Salonicco. Un colpo al cuore per chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere quell’esperienza.

Era il Settembre del 2013, Pisa, o per meglio dire buona parte di essa, in quei “caldi” giorni stava difendendo un sogno, l’occupazione o per meglio dire la liberazione dell’ex colorificio toscano. L’edificio occupato un anno prima era in quel momento sotto provvedimento di sgombero e fu in quel mese di inizio autunno che ebbe luogo una tre giorni ricca di idee, proposte e istanze venute dal basso segnate da forte partecipazione collettiva, erano i giorni di “COMMON | PROPERTIES. Lavoro Diritti Territori”, iniziativa lanciata dal Municipio dei beni comuni. Tavoli di lavoro, assemblee plenarie e momenti culturali; quei giorni furono scanditi da un flusso incredibile di soggetti pronti a parlare e ad illustrare il loro ideale di società sui svariati temi.

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Atene e Roma in piazza: la nuova “Cosa Rossa” italiana

Ne sento da molti lustri di belle parole sul costruire la sinistra. Abbiamo un solo modo per fare in modo che questa volta non sia un’illusione. Non c’è più tempo, dobbiamo fare come spagnoli e greci, dare forma ad una forza politica: Syriza e Podemos sono adesso, non sono domani. Se non lo faremo la nostra generazione avrà fallito.

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Domenica, 08 Febbraio 2015 00:00

Lo Tsipras italiano

Chi sarà lo Tsipras italiano? Proviamo a mettere un annuncio su La pulce!

L’inguaribile provincialismo italiota si è ancora una volta manifestato con l’ennesima pratica del più italico degli sport: il salto sul carro del vincitore.
Questa gara è stata sicuramente vinta da Michele Emiliano sindaco Pd di Bari che ha dichiarato: “Quella di Tsipras è la vittoria della sinistra riformista. Chiunque, dall’ala massimalista di quella sinistra italiana votata alla sconfitta, tenta di appropriarsene, appare ridicolo”.
Seguono a ruota nella classifica del premio per Migliore faccia di bronzo: Matteo Salvini legaiuolo, Giorgia Meloni delle sorelle materassi d’Italia, un certo Civatolo (uno dei sette?), fuori classifica perché non italiana Marine Le Pen, la Santanché d’oltralpe.

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Lunedì, 02 Febbraio 2015 00:00

La Grecia di oggi e gli Stati Uniti del 1929

Come gli Stati Uniti uscirono dalla crisi del 1929

Ricordare come gli Stati Uniti operarono, attraverso la Presidenza Roosevelt, di fronte alla crisi del 1929 può forse aiutare perché, con le attuali sue politiche economiche e di bilancio, l’Unione Europea non riesca a uscirne, l’Italia ancor meno, strombazzature renziano-giornalistiche a parte, la Grecia abbia ragione anche economicamente, non solo a nome dell’uscita da una gravissima emergenza sociale. Può forse aiutare a capire, quindi, come solo attraverso il miglioramento delle condizioni di vita popolari e un intervento pubblico molto ampio e molto determinato nell’economia sia possibile bloccare recessione e deflazione e avviare una ripresa dell’economia che è vera, in quanto è anche ripresa vera dell’occupazione, e di un’occupazione ben pagata, stabile, difesa dallo stato, accompagnata da servizi sociali gratuiti, rispettata dai padroni.

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Difficile raccontare in poco tempo e in poche righe ciò che sta accadendo in Grecia. Ma in questi pochi giorni in cui stiamo vivendo la capitale greca, non pochi sono gli spunti di riflessione e i momenti di confronto politico, sociale ed umano. Arriviamo di fronte al Parlamento, a piazza Syntagma (una delle piazze principali che caratterizzò la stagione di protesta ad Atene). Veniamo accolti dal comitato elettorale di Syriza, poco lontano da lì: giovani attivisti, uomini, donne, ed esponenti della sinistra greca, insieme, per le ultime ore dalla scadenza elettorale: oggi, 25 gennaio, è un giorno cruciale, il giorno in cui si vanno a decidere le sorti non solo della Grecia, ma probabilmente anche del futuro dell'Unione Europea e delle sue politiche di austerità. Syriza è in testa, i sondaggi parlano di un possibile 36 per cento, se non di più. E mentre fioccano le interviste ai vari esponenti del movimento, mentre i greci incontrano esponenti e attivisti della sinistra di tutta Europa, siamo andati a fare un giro fra le strade della città con l'ormai famosa “Brigata Kalimera”, che ci ha mostrato i luoghi in cui Syriza, e non solo, sta operando a livello sociale e politico. Incontriamo lavoratori in sciopero, uomini e donne che stanno tentando di resistere alle disastrose politiche di austerity che stanno piegando il paese

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Venerdì, 28 Marzo 2014 00:00

Europa: paura e speranza dalla Grecia

Intervista a Argiris Panagopoulos: giornalista greco, corrispondente da Atene per il Manifesto e dirigente di Syriza

1) Ormai la Grecia è diventata un simbolo. Forti di una cultura mediterranea comune, i fautori delle politiche di austerity hanno usato il suo paese per indicare la fine che sarebbe spettata in caso di “ribellione” al governo tecnico. D'altra parte, la Grecia rincuora anche chi, nella spezzettata ed esangue sinistra italiana, spera che l'unità sia possibile: non a caso, la candidatura alla presidenza della Commissione Europea di Alexis Tsipras ha trovato tra gli italiani i suoi più entusiasti sostenitori. Come ha ribadito più volte nel corso delle interviste che le sono state fatte, dobbiamo entrare nell'ottica che solo un'azione comune, organizzata e capillare, può cambiare l'Europa.

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La crescita di consensi dell’estrema destra xenofoba e populista costituisce indubbiamente uno degli elementi fondamentali dell’Europa dei nostri giorni. La crisi economica e sociale che ha travolto il mondo occidentale e il processo di crescente impoverimento di larghi strati popolari e dei ceti medi ha investito anche le architetture istituzionali liberaldemocratiche. Sono numerosi i commentatori e gli analisti che evocano scenari “weimariani” di fronte ai successi elettorali delle formazioni più o meno dichiaratamente fasciste e al moltiplicarsi di pratiche, discorsi e atti che richiamano il passato più buio della storia continentale.

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Martedì, 12 Novembre 2013 00:00

Tagli alla sanità, tra Grecia e Italia

Ancora non era mai stato così freddo a Firenze. Tra il vento che fa scivolare due anziani e la minaccia di pioggia, il maltempo non aiuta il presidio davanti all’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi. Intorno alle 11.00 inizia l’allestimento della mostra, con i cartelloni e le foto dedicate al servizio sanitario italiano, con i tagli che colpiscono migliaia di italiani. Ormai da tempo va avanti un progressivo svuotamento dei servizi pubblici, in una prospettiva ovviamente sempre più a favore del privato.

I dati, che sono girati senza clamore per i principali giornali italiani, dimostrano che a causa della crisi sempre più persone decidono di risparmiare anche sulle cure, a partire dai denti per arrivare alle analisi. 

Pubblicato in Toscana

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