Durante la giornata di domenica, in cento (in realtà cinquantaquattro, ma ne sono assurte agli onori della cronaca molte meno) piazze d’Italia si teneva la “veglia” per la «libertà d’espressione» delle cosiddette Sentinelle in piedi. Sul piano dell’immagine, la strategia comunicativa è semplice e perfetta: starsene in piedi in file ordinate, in silenzio, a leggere (o fingere di leggere) per un’ora; colpire l’attenzione dei passanti con la propria impassibilità e la propria purezza, anche spirituale, di belle statuine. Non fare «niente di male». Il silenzio e la tranquillità della manifestazione, tuttavia, non corrispondono ad altrettanto pacifici intenti.
A Firenze sono giorni che oramai piove quasi ininterrottamente ma nonostante questo ieri mattina (domenica 19 gennaio) in piazza della Repubblica in molti hanno rispettato l'appuntamento. Muniti di pentole e cucchiai, fischietti e campanacci, in quasi trecento si sono ritrovati per dire “Fuori l'omofobia e la transfobia da Palazzo Vecchio”. L'occasione è stata fornita da una vicenda che ha fatto abbastanza scalpore in città: il sindaco Renzi ha concesso una spazio del Comune, esattamente il Salone de' Ducento in Palazzo Vecchio, all'associazione Manif pour tous per un'iniziativa contro i diritti delle coppie omosessuali ed in difesa della famiglia “naturale”. Di rinforzo, dal momento che la notizia della manifestazione contro l'omofobia ha raccolto moltissime adesioni,
Intervista a Elena Trimarchi
Fatta la legge scoperto l’inganno, afferma un vecchio proverbio, ma questa volta l’inganno sta proprio dentro la legge e non è neanche difficoltoso da vedere. Parliamo naturalmente del nuovo ddl contro l’omofobia e la transfobia approvata, nei giorni scrosi, alla Camera dei Deputati.
All’interno della legge che dovrebbe contrastare, con una semplice aggravante di pena, l'omotransfobia, è possibile leggere chiaramente che esclude dall'applicazione le "opinioni espresse all'interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa".
C'è stato un tempo, anni ed anni fa, in cui il 20 settembre in Italia era considerato festa nazionale. Un tempo in cui quello della fine dello Stato Pontificio e dell'annessione dei suoi territori al Regno d'Italia era un giorno da ricordare e festeggiare. Un tempo conclusosi con la firma dei Patti Lateranensi. Oggi gran parte degli italiani il 20 settembre non è neppure consapevole della ricorrenza del giorno e coloro che lo sono sono spesso considerati alla stregue di simpatici romanticoni che ricordano un mondo che fu e non sarà più.
“Mariage pour tous” è molto più di una legge. È una rivoluzione culturale.
Approvata in prima lettura dall'Assemblea Nazionale della Repubblica francese il 12 febbraio, dopo una maratona legislativa di 110 ore, il dispositivo è attualmente all'esame del Senato. Alla sera di mercoledì 10 aprile, la “camera alta” del parlamento d'oltralpe ha licenziato i primi due articoli, quelli relativi all'unione nuziale fra persone dello stesso sesso e all'adozione di bambini da parte di queste coppie. La lettura del Senato, che sinora non ha apportato alcuna modifica al testo approvato dall'Assemblea, potrebbe concludersi entro venerdì 12 aprile, stando alle parole del relatore della legge, Jean-Pierre Michel, riportate su Le Monde. Il confronto politico fra le sinistre e il centrodestra si sta focalizzando su alcuni elementi assenti dal testo di legge e che costituiscono il cruccio dell'UMP (Union pour un Mouvement Populaire, il partito del centrodestra): PMA e GPA. Procreazione Medicalmente Assistita e “Gestation pour Autrui”, gestazione affidata ad altri.
Si è riunito a Bologna, nei giorni 23 e 24 marzo, il Consiglio Nazionale di Arcigay, in occasione del quale è stato eletto il nuovo organismo dirigente.
Il nuovo presidente è Alberto Baliello, al suo fianco i due vice presidenti Rosario Duca e Salvatore Simioli. Nella segreteria nazionale dell’Associazione entrano a far parte anche Bruno Moroni, delegato omofobia e coming out, e Ottavia Voza, delegata tematiche trans.
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