Mercoledì, 05 Dicembre 2012 00:00

L'inceneritore fuma malgrado i giudici: è “mezzo” allarme a Castelfranco

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“Un bel dì vedremo, levarsi un fil di fumo”. Le celebri parole della Madama Butterfly ben potrebbero descrivere l'ansia che da mesi gli abitanti di Castelfranco vivono sul loro territorio. Il fumo però, in questo caso, è profeta di sventura più che di speranza, almeno per buona parte dei castelfranchesi. A preoccupare è il nuovo contestatissimo inceneritore che la ditta Waste Recycling (gruppo NSE Industry) da ben due anni tenta di aprire nel comune fra mille difficoltà, non ultima la netta contrarietà di buona parte della popolazione, protagonista di clamorose manifestazioni di piazza, serrata da tempo intorno a tre ricorsi al Tar promossi rispettivamente dall'Amministrazione Comunale, dal locale Comitato Antinquinamento e da Rifondazione Comunista; vertenza giunta lo scorso 20 novembre all'ultima udienza prima della sentenza, attesa entro la metà di gennaio. Centro delle ultime preoccupazioni dei residenti, venerdì 30 novembre, è stata la mattutina comparsa di una colonna di fumo bianco levatasi dal camino dell'impianto, il quale com'è noto è attualmente bloccato dall'ultima ordinanza del Consiglio di Stato. Dopo la primissima sentenza del Tar nel febbraio 2012, in cui i giudici davano ragione ai ricorrenti che chiedevano il blocco dei lavori di costruzione in attesa della fine del processo, il cantiere è stato fatto riprendere dal Consiglio a maggio, con una conferma però della prima sentenza in merito all'attività d'incenerimento: finite pure i lavori se vi va, e a vostro rischio – hanno detto, in soldoni, i giudici ai dirigenti della NSE – ma non potrete accenderlo fino alla decisione ultima. Queste, nello specifico, furono le parole del Consiglio di Stato:

Il Consiglio di Stato […] accoglie in parte l'appello cautelare (i ricorsi, n.d.a.) […] nella sola parte relativa all'attivazione dell'impianto di cui si tratta, escludendo l'effetto inibitorio del completamento della struttura (il blocco dei lavori, n.d.a.)

Una notizia, quella della “fumata” in chetichella, che ilBecco.it aveva dato in anteprima regionale dalla sua pagina Facebook e che, come si può immaginare, nel diffondersi ha subito messo in serio allarme la cittadinanza. In poco meno di due ore dai primi avvistamenti (e dalle prime foto, scattate in emergenza da tutti i cellulari delle vicinanze) le segnalazioni giunte in Comune avevano fatto partire la Polizia Municipale, che prontamente è giunta sul posto per chiedere lumi e stendere il verbale. Avvertiti, come sempre in questi casi, anche Arpat e Asl locali. E' del primo pomeriggio la dichiarazione ufficiale dell'azienda:

“La società, nel pieno rispetto della sospensiva del Tar della Toscana, che impedisce la messa in esercizio, ha completato una delle fasi di montaggio dell'impianto che è, invece, consentito così com'è consentita l'accensione a metano purché il forno non sia alimentato con rifiuti o biomasse. L'accensione a metano è stata necessaria per portare a temperatura il materiale refrattario che riveste il forno: operazione piuttosto lunga, che deve avvenire gradatamente e che comporta la fuoriuscita di vapore acqueo. Domani, infatti, inizierà la fase di diminuzione della temperatura fino ad arrivare allo spegnimento. La società precisa inoltre che il refrattario doveva essere portato a cottura anche per evitare che, dopo mesi, la struttura si deteriorasse. Le autorità intervenute stamani altro non hanno potuto che constatare il pieno rispetto delle regole come sottoscritto nel verbale che ne è stato redatto.”

Parole che nel fronte del “no” saranno come minimo sezionate a dovere. Molti, infatti, i dubbi relativi all'interpretazione dell'ultima ordinanza del Consiglio da parte dei vertici dell'azienda. Un ennesimo e preannunciato scontro che, come sempre, si giocherà tutto su questioni di lana caprina: il reale significato della parola “attivazione”, con tutti gli annessi e connessi. A presto nuovi aggiornamenti.

Ultima modifica il Mercoledì, 30 Gennaio 2013 17:36
Nilo Di Modica

Nato a Pisa nel 1984 e residente a Santa Maria a Monte, nella Zona del Cuoio, tenta disperatamente di studiare filosofia nel capoluogo, barcamenandosi fra varie passioni e mestieri, tra politica ed Arci, filosofia francese e giornalismo. Dal 2003 collabora come freelance per alcune testate locali e nazionali, on-line e sulla carta stampata (fra le quali Il Tirreno, 5avi.net, Controlacrisi.org). Aree d'elezione: eventi culturali e cronaca politica, con particolare riferimento alla provincia di Pisa.  

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