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Venerdì, 15 Agosto 2014 00:00

Autostrada tirrenica? Ripensiamoci

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Nella inter­mi­na­bile par­tita a scac­chi sull’autostrada tir­re­nica, le asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste bat­tono il ferro fin­ché è caldo. A Festam­biente pre­sen­tano un nuovo docu­mento, teso a dimo­strare l’insostenibilità, anche eco­no­mica, della grande opera. In dire­zione osti­nata e con­tra­ria rispetto a un governo che in par­la­mento, per bocca del mini­stro Lupi, ha con­fer­mato l’impegno a tro­vare risorse pub­bli­che nello “Sblocca Ita­lia” per dare gambe al maxi pro­getto. In ballo ci sono ben 270 milioni di euro chie­sti dalla con­ces­sio­na­ria Sat (Società auto­strade toscane), che lamenta cre­scenti dif­fi­coltà, e però non ancora tro­vati dall’esecutivo gui­dato da Mat­teo Renzi. “A que­sto punto – lan­cia l’idea il patròn di Festam­biente, Angelo Gen­tili — se finan­zia­mento pub­blico deve essere, que­sto serva per met­tere in sicu­rezza e ade­guare l’Aurelia da Anse­do­nia a Gros­seto sud”.

Sul tema dell’autotirrenica l’associazionismo ambien­ta­li­sta è da sem­pre com­patto. Con Legam­biente, rap­pre­sen­tata anche da Edoardo Zan­chini, ci sono Stefano Lenzi del Wwf, Valen­tino Pode­stà della Rete dei comi­tati a difesa del ter­ri­to­rio, Anna Donati di Green Ita­lia, e ancora il Fai, l’associazione Bian­chi Bandinelli e il marem­mano “Comi­tato per la bel­lezza”. Forte di un con­senso popo­lare mai sce­mato negli anni, e con l’appoggio delle forze poli­ti­che di sini­stra, da Sel a Rifon­da­zione, il fronte anti-autostrada ha dalla sua anche la forza dei numeri: “I dati di traf­fico reali sul per­corso, dimi­nuiti rispetto al 2010 a causa della crisi eco­no­mica e tor­nati circa ai livelli del 2000, non giu­sti­fi­cano in alcun modo la rea­liz­za­zione di una auto­strada, anche con la pro­spet­tiva di una ripresa eco­no­mica che invece ancora non c’è”. A seguire la cifre: “Nel 2010 il pro­getto pre­sen­tato dalla Sat par­tiva da un traf­fico gior­na­liero medio esi­stente di 19.900 vei­coli al giorno. Ma dai bilanci della con­ces­sio­na­ria sco­priamo che nel 2011 il ‘Tgm’ è stato di 18.298 vei­coli al giorno, che nel 2012 è calato in modo note­vole a 16.974, e che è ancora calato nel 2013 a 16.816”.

Di qui la richie­sta di fondi pub­blici da parte della con­ces­sio­na­ria. Una Sat che invece si era impe­gnata a rea­liz­zare la grande opera con soli fondi pri­vati (due miliardi di euro), a patto di poter espro­priare alla col­let­ti­vità l’attuale variante Aure­lia a quat­tro cor­sie da Cecina a Gros­seto sud, e poter incas­sare i pedaggi fino al 2043, ipo­tiz­zando un traf­fico in costante aumento (fino a 28.300 vei­coli gior­na­lieri nel 2036). Stime mise­ra­mente nau­fra­gate, di fronte alle quali gli ambien­ta­li­sti hanno buon gioco a osser­vare: “L’odierna richie­sta di fondi pub­blici, e imma­gi­niamo quelle future se l’opera venisse rea­liz­zata integralmente, e quindi l’ammissione che i conti non tor­nano, deve indurre a un serio ripen­sa­mento sull’utilità dell’opera. Viste anche le scar­sis­sime risorse dispo­ni­bili, e i dram­ma­tici pro­blemi della finanza pubblica”.

Le cri­ti­che delle asso­cia­zioni sono con­fer­mate anche dalla len­tezza con cui pro­ce­dono i lavori. In tre anni Sat ha speso 55 milioni sul lotto di soli quat­tro chi­lo­me­tri fra Rosi­gnano e San Pie­tro in Palazzi, il solo già in eser­ci­zio, e ha impe­gnato 155 milioni per il tratto, in can­tiere, da Civi­ta­vec­chia a Tar­qui­nia. “Non può che pre­oc­cu­pare il fatto che, pur in assenza di un nuovo piano eco­no­mico e finan­zia­rio e con tratte ancora da appro­vare, già si richieda un robu­sto con­tri­buto pub­blico. È come una pre­messa a quello che acca­drà costan­te­mente negli anni a venire, se l’opera venisse realizzata”.

Le con­clu­sioni degli ambien­ta­li­sti sono nette: “Appare senza senso la deci­sione del governo di stan­ziare un così rile­vante numero di risorse pub­bli­che per un’opera che doveva essere finan­ziata da pri­vati. Occorre rive­dere il pro­getto con un con­fronto ade­guato, pub­blico e tra­spa­rente”. Una posi­zione cui si allinea il demo­crat Ermete Rea­lacci: “Ho sem­pre pen­sato che la solu­zione migliore sia quella dell’adeguamento dell’Aurelia. Con la crisi, è chiaro che il pro­getto auto­stra­dale di Sat risulta anti­e­co­no­mico e non giu­sti­fi­ca­bile rispetto agli attuali flussi di traffico”.

Articolo pubblicato su il manifesto del 14 agosto 2014

Immagine tratta da: www.panoramio.com

Ultima modifica il Giovedì, 14 Agosto 2014 14:59
Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco e La Prospettiva.

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