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Lunedì, 10 Novembre 2014 00:00

Pasquinata sui bivacchi

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Chi bivaccava, al tempo degli incolti,

era chi forestiero, non accolto

agli astri freddi rivolgeva il volto

nell’aspettar la fine delle notti.

 

Perché non era accolto? Non si sa,

ché non aprir la porta è libertà

incontestabile, non dare pane

è lecito ancor più se l’altro ha fame.

Adesso che cambiati sono i tempi,

c’ispiran solo illuminati esempi:

nessuno viene più cacciato via,

abbiamo pace, vitto e compagnia.

Dunque chi ora bivacca certamente

ha qualche cosa di sbagliato in mente,

ed è dover di onesti cittadini

mandarlo via al suon dei sampietrini.

Chi vuol dormire al freddo, sulla strada,

è certo un delinquente, ovunque vada,

ed è opportuno - e forse necessario

per rimpolpare il comunale erario -

multarlo e sanzionarlo senza meno,

così s’estinguerà il costume osceno

di bivaccare su panchine e muri,

cacciarlo via - ma coi migliori auguri.

Caro sor Filippeschi, sindacante,

voi assessori e compagnia cantante,

permettete un consiglio impertinente

da un buono a nulla che non conta niente:

Se questo è il frutto del vostro lavoro,

l’annosa divisione in “noi” e “loro”,

invece di far finta di pensare,

andate pure voi a bivaccare.

Ultima modifica il Domenica, 09 Novembre 2014 23:30
Pisquano

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