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Venerdì, 08 Febbraio 2013 18:52

IMU: ARCI sì e Chiesa Cattolica no

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Quando parliamo di Circolo ARCI l’oggetto in questione è qualcosa di molto più che familiare per noi toscani.
Le Case del Popolo (sì, perché noi siamo molto legati alle nostre tradizioni e ce le teniamo ben strette) ci accolgono sin da quando siamo piccoli: con doposcuola e corsi di sport accessibili a tutti, dove si impara a stare insieme, e ci vedono crescere tra cineforum, iniziative e politica.

L’ARCI è l’associazione che nel 1957 ha raccolto l’eredità delle Case del Popolo, legate alla grande storia del mutualismo e del sindacalismo italiano sin dalla fine dell’800: sin dalla sua nascita nel dopoguerra ha fatto dell’antifascismo e dei valori affermati nella Costituzione italiana i suoi baluardi. Con i suoi oltre 5000 circoli, l’associazione è sempre stata un punto di riferimento per la sinistra italiana: le sedi ospitano sezioni di partiti, associazioni come l’A.N.P.I. o quelle che si occupano della difesa dei diritti. I circoli Arci sono diventati nel corso degli anni un’ancora di salvezza per tutti coloro che credono fermamente nella necessità di fare politica tra la gente: in una città come Firenze, e lo stesso vale per molte altre, è diventato sempre più difficile trovare luoghi dove organizzare iniziative ed incontri pubblici che permettano alle persone di incontrarsi, confrontarsi e passare del tempo assieme.

E tutto questo patrimonio rischia di sparire. Lo scorso sabato 2 febbraio a Firenze, la città in cui l’associazione è nata, i presidenti dei circoli fiorentini si sono dati appuntamento davanti a Palazzo Medici Riccardi per consegnare al Prefetto le chiavi delle strutture. Queste saranno inutilizzate, infatti, se non venisse cambiata la normativa che ha costretto anche l’ARCI a pagare l’IMU. Le richieste portate avanti sono semplici e chiare: i circoli chiedono di pagare l’imposta sugli immobili solo nel caso in questi si svolgano attività commerciali.

Circoli storici della realtà fiorentina si sono visti arrivare stangate che rischiano di tingere di rosso i bilanci in maniera irreversibile: il circolo di Rifredi, che gestisce uno dei teatri più attivi della città, si è visto addebitare un’imposta di 60 mila euro mentre quelli delle Vie Nuove e Serpiolle, storici circoli della realtà fiorentina, hanno dovuto pagare rate superiori ai 10.000 euro. I commenti sono stati chiari: nel caso che nel 2013 le rate attribuite non vengano diminuite, molti circoli saranno costretti a chiudere.

E la questione diventa ancora più grave si teniamo in conto che nel mentre lo Stato impone rate dell’IMU così alte ai circoli ARCI, tutti i locali di proprietà della Chiesa Cattolica ne sono sollevati. L’esenzione della Chiesa dall’IMU è stata oggetto di dibattito a livello europeo: dopo aver condannato l’Italia a pagare una multa per questa distinzione tra Chiesa Cattolica e tutti gli altri, l’Unione Europea ha fatto un passo indietro riconoscendo l’indennità del Vaticano e ritirando le sanzioni al nostro paese.

Ritengo, sinceramente, che il confronto tra i due trattamenti sia emblematico del degrado culturale in cui sta scivolando questo Paese: le piccole roccaforti che ancora fanno quanto possono per contrastare il qualunquismo politico e l’indifferenza, morbi che oramai colpiscono un numero sempre maggiori di italiani, vengono abbattute e si sceglie invece di salvare tutta la struttura vaticana, che è l’emblema dell’ipocrisia e dell’oscurantismo di cui facciamo tanto fatica a liberarci.

E se in tutto questo non restano più nemmeno le istituzioni europee a cui fare appello, significa che siamo messi davvero male.

Immagine presa da www.corrierefiorentino.corriere.it

Ultima modifica il Sabato, 09 Febbraio 2013 00:18
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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