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Giovedì, 14 Marzo 2013 00:00

Maggio Musicale: cancellato contratto integrativo

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Una doccia fredda. Proprio questo l’effetto delle parole del Commissario del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Bianchi con le quali ha annunciato che la Fondazione corre diritta verso la liquidazione, traguardo che taglierà entro la fine di aprile nel caso non dovessero essere messi in atto cambiamenti radicali.

Con questo annuncio, la quadratura del cerchio, solo intuita fino a qualche giorno fa, diventa evidente: un uomo esperto di finanza, che per una vita si è occupato di far tornare i conti, anche quando si ritrova a dover gestire un ente culturale come il Maggio non cambia approccio. Il suo fine è infatti quello di aggiustare le finanze della Fondazione: il bilancio consuntivo ha chiuso, nel 2012, con un buco di tre milioni di euro che, si prevede, saliranno ad oltre 5,5 milioni a fine 2013. E il modo con il quale intende farlo non tiene conto dei lavoratori che costituiscono il vero patrimonio della Fondazione. Se da una parte sono state fatte modiche al programmazione redatta dall’ex sovrintendente Francesca Colombo (previsto un risparmio di 2,1 milioni di euro tra cancellazione di spettacoli e riduzione degli allestimenti), ritenuta da Bianchi “da tempi di vacche grasse mentre ora siamo in tempi che definire da vacche magre è ottimista”, dal’altra il Commisario non risparmierà i lavoratori. Qualche giorno fa, l’11 marzo, ai sindacati è stato comunicato che il contratto integrativo sarà disdettato, permettendo così alla Fondazione di “risparmiare” milioni 4 milioni di euro.

Dopo che la vicenda dei lavoratori licenziati dal Sindaco Renzi lo scorso 31 dicembre si era risolta nel migliore dei modi, con il reintegro di questi, al Maggio Musicale si torna a punto e a capo. Senza troppi problemi il Commissario decide di far pesare sulle spalle dei lavoratori i sacrifici necessari per salvare il Maggio. Spalle che già nel tempo hanno sopportato tanto, consapevoli del fatto che salvare la Fondazione significasse anche qualcosa in più rispetto al salvaguardare il proprio posto di lavoro: i lavoratori hanno “prestato” al Maggio il loro TFR, hanno accettato un accordo sugli esuberi ed hanno accettato un aumento delle ore di lavoro a parità di stipendio. Disdettare il contratto integrativo, per i lavoratori di una categoria che non vede il proprio contratto nazionale rinnovato da anni, significa tagliare lo stipendio di questi lavoratori del 40%.

Il punto, purtroppo, resta sempre lo stesso: non solo in un momento di crisi i “mastri finanzieri” non si fanno alcuno scrupolo a riaggiustare i conti facendo pesare i sacrifici sui lavoratori ma si conferma anche la miopia di chi è convinto di poter gestire la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino come fosse una qualsiasi altra attività commerciale, tagliando il programma che lo rende un’eccellenza.

Immagine tratta da www.grr.rai.it

Ultima modifica il Giovedì, 14 Marzo 2013 14:37
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

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