Mercoledì, 14 Giugno 2017 00:00

Mondiale Rebeldi 2017: non c’è muro che tenga

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Mondiale Rebeldi 2017: non c’è muro che tenga

Il tema dell’accoglienza, della solidarietà, della voglia di costruire un mondo diverso (e migliore) è lo spirito di una manifestazione che per il dodicesimo anno consecutivo vedrà il suo svolgimento a Pisa, città da sempre attenta (per quanto riguarda movimenti e alcune associazioni) al tema dell’integrazione. Nello specifico stiamo parlando dei Mondiali Rebeldi, una iniziativa promossa e ideata dal Progetto Rebeldia, che per il dodicesimo anno fa incontrare su un terreno di gioco (e non solo) le comunità migranti che abitano la città e il mondo delle associazioni vicino ad un’idea di società differente.

Il mundialito, un torneo composto quest’anno da 20 squadre, la maggior parte rappresentative del mondo migrante, lancia un messaggio, l’ennesimo, alla città di Pisa. Un mondo migliore lo si costruisce partendo da un concetto di integrazione differente che guardi ne' al passaporto ne' alle possibilità economiche, un universo dove uomini e donne possano vivere nel rispetto reciproco contribuendo tutti ad un riscatto collettivo più che mai necessario. Ecco perché, simbolicamente, gli organizzatori hanno fatto “aprire” il campionato ad Assane Diousse, da qualche anno calciatore di serie A per l’Empoli Fc ma negli anni passati (2012 ndr) attore protagonista di questa importante manifestazione e del sogno di un avvenire diverso. Lo slogan dell’evento tra le altre cose campeggia a bordocampo e segue idealmente le azioni dei partecipanti: “Frontiere chiuse alle armi non alle persone” e mai come queste poche parole si potrebbe riassumere il concetto di umanità e fratellanza/sorellanza.

Il valore umano e simbolico è altissimo se si pensa a come la “questione” migranti è venuta fuori alla luce dell'aberrante Decreto Minniti, il quale mira senza mezzi termini allo sfruttamento lavorativo dei richiedenti asilo, tagliando sul lavoro e alimentando de facto l’annosa e sanguinosa guerra tra poveri. Una situazione che la città di Pisa, tramite la sua governance conosce bene, basti pensare alle giornate di apertura straordinarie delle mura medioevali pisane: in queste occasioni è stata utilizzata manodopera a costo zero, composta da uomini e donne provenienti dai centri d’accoglienza della città della torre pendente. Un problematica che da un lato interseca la questione del volontariato sostitutivo delle professioni (ed il settore dei beni culturali da questo punto di vista è avanguardia in negativo), dall’altra la questione dello sfruttamento vero e proprio in barba a qualsiasi tipo di tutela.

Tornando al campo, il torneo (iniziato lo scorso 6 giugno ndr) chiuderà i battenti il prossimo il prossimo 2 Luglio; circa un mese di gare tra il circolo Arci Pisanello e il DLF di Pisa avvincente ed esaltante.
Due rappresentative Senegalesi, Macedonia, Albania, Romania, Kurdistan, Marocco, Emergency, I’Arci Rinascita, l’Arci Pisanello, Il Chicco di Senape, un Ponte per e tanti altri fra migranti e associazioni/collettivi, per ribadire ancora una volta e ancora più forte: Non c’è muro che tenga.

Lunga vita al calcio popolare, ribelle e antirazzista.

Ultima modifica il Martedì, 13 Giugno 2017 16:49
Andrea Incorvaia

Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.

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