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Mercoledì, 26 Settembre 2018 00:00

Caso Bekaert, il Mise conferma: torna la cigs per cessazione

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di Riccardo Chiari, articolo pubblicato sull'edizione de il manifesto del 22 settembre

Delocalizzazioni. Nuovo incontro al ministero, con la multinazionale belga che pur timidamente apre a una cessione anche a diretti concorrenti. La Fiom Cgil: "Aspettiamo ancora un'assunzione di responsabilità da parte di Pirelli, è paradossale che Bekaert abbia acquisito lo stabilimento da un competitor ma non intenda vendere a un concorrente”.

“Il governo ha ribadito oggi che la cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività sarà reinserita con l’emanazione di un decreto, che a giorni verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. Da Francesca Re David e Daniele Calosi, impegnati al Mise sul caso Bekaert per conto della Fiom Cgil, arriva la conferma del ritorno della cigs “per cessazione”: in altre parole quando l’azienda chiude, non di rado per delocalizzare la produzione, ma si cerca al tempo stesso di reindustrializzare il sito per evitare drammi occupazionali.

È il caso, fra i 31 censiti dal ministero con 30mila lavoratori complessivi coinvolti, dello stabilimento di Figline Valdarno che produce filo di acciaio per pneumatici, i cui 318 addetti diretti rischiano di essere licenziati dopo che la multinazionale belga, proprietaria dalla fabbrica e lì da tre soli anni – mentre lo stabilimento a nome Pirelli ha una storia lunga sessant’anni – ha deciso improvvisamente di chiudere, portando le produzioni in Romania.
Già la scorsa settimana Luigi Di Maio, nella doppia veste di ministro del lavoro e dello sviluppo economico, aveva dato per certo che il provvedimento sarebbe stato licenziato nelle pieghe del “decreto Genova”. Così non è stato, aprendo peraltro un piccolo giallo vista l’importanza della misura, che comunque è rimasta nell’agenda del governo.

Il problema è che il provvedimento dovrà arrivare prima del 3 ottobre prossimo, termine entro il quale potrebbero scattare i licenziamenti, sui quali l’azienda non è disponibile ad alcuna proroga, se non interverrà prima un accordo. “Per la Fiom la cassa integrazione per cessazione è condizione necessaria per far ripartire la trattativa – osservano a loro volta Re David e Calosi – senza questo ammortizzatore sociale non potrà esserci alcun accordo”. Al tempo stesso il decreto darà anche il via al processo di reindustrializzazione, “rispetto al quale – puntualizzano i due sindacalisti Cgil – aspettiamo ancora un’assunzione di responsabilità da parte di Pirelli, perché riteniamo paradossale che Bekaert abbia acquisito lo stabilimento da un competitor ma non intenda vendere a un concorrente”.

Dalla riunione al Mise è emerso che ci sono stati contatti preliminari con alcuni possibili compratori. E Bekaert ha fatto sapere che è disponibile a offrire incentivi verso chi acquisterà e sarà disposto a riassumere. In aggiunta, pressata dalla Fiom e dagli enti locali, la multinazionale ha fatto una piccola apertura alla possibilità di vendere il sito produttivo anche ad aziende concorrenti, pur se soltanto nel campo del filo tubi. Si tratterebbe oggettivamente di un passo in avanti, se nelle prossime settimane Bekaert confermerà, con i fatti, questa impostazione.

“Da parte della Regione Toscana ci sono porte aperte ad ogni tentativo di reindustrializzazione del sito – ha sottolineato Enrico Rossi, presente all’incontro insieme alla sindaca Giulia Mugnai – noi siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti e le risorse a disposizione. E siamo favorevoli anche alla ripartizione dello stabilimento in più aree produttive. Mentre non ci trova favorevoli una semplice politica di ricollocamento”.
Al termine dell’incontro, il governo si è impegnato a riconvocare il tavolo prima del 3 ottobre, giorno in cui scade la procedura di licenziamento che era stata aperta all’inizio dell’estate. “Auspichiamo una convocazione tempestiva e in presenza del decreto”, hanno chiosato Re David e Calosi. Mentre fuori dal ministero in via Molise un consistente gruppo di operai, arrivati a Roma a sostenere la vertenza, si faceva sentire.


Immagine tratta liberamente da www.poterealpopolo.org
Ultima modifica il Martedì, 25 Settembre 2018 22:24
Riccardo Chiari

Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco e La Prospettiva.

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