Stampa questa pagina
Lunedì, 24 Dicembre 2012 00:00

Peretola, aeroporto mai sviluppato

Scritto da
Vota questo articolo
(5 Voti)

Pluralitas non est ponenda sine necessitate

Questa frase di Guglielmo di Occam rende benissimo l'idea della bagarre istituzionale e delle intemperanze autoreferenziali e agitapopolino di vecchi e nuovi guru dello sviluppo "ecocompatibile" sulla questione del potenziamento dell'aeroporto. Da più di trent' anni l'aeroporto di Firenze soffre le diatribe interne del PCI/PDS/DS/PD, diatribe che, de facto, hanno bloccato lo sviluppo. Analizziamo a sommi capi cosa ha significato per Firenze e la sua economia il blocco di tale sviluppo:

 

  • mancata occupazione per diverse migliaia di persone, attualmente attorno all'aeroporto, fermo ad un traffico di circa 1.800.000 passeggeri annui, ruotano circa 1000 lavoratori, tra società direttamente operanti nel sito ed indotto diretto, se l'aeroporto si sviluppasse i posti di lavoro crescerebbero in proporzione diretta all'aumento di traffico.
  • Firenze ha perso occasioni come polo turistico, commerciale e congressuale a causa dell'inadeguatezza della pista di decollo/atterraggio che, data la sua lunghezza, determina un, percentualmente rilevante, rischio di dirottamento e/o cancellazione dei voli. Bastano condizioni atmosferiche minimamente avverse perché un aereo non possa atterrare a Firenze
  • le zone de Le Piagge, Quaracchi, Brozzi, Peretola sono quotidianamente sorvolate da aeromobili in fase di decollo e atterraggio.

Da anni è pronto un progetto che spazzerebbe via tutto quanto sopra descritto, un progetto che consentirebbe di dare a Firenze una struttura chiave per il proprio sviluppo che ridarebbe lustro alla città: la pista parallela all'autostrada monodirezionale. Sì, sic et sempliciter, si risolverebbero i problemi sopra esposti. Per comprendere l'impatto sul territorio basta un programmino per il PC banale banale: google earth, se si sovrappone il progetto di pista parallela alla mappa che il programma offre si scoprirà che gli aerei decollerebbero e atterrerebbero sopra i campi. Semplice no? Invece gli scudi continuano a levarsi, ci sono i sindaci della Piana che temono, giustamente, che l'inceneritore non si possa costruire e si garennano dietro la foglia di fico del parco metropolitano, c'è il sindaco di Prato preoccupato degli aerei che sorvolerebbero la sua città ad un altezza di circa 3 km., ci sono i profeti del nulla che fino a ieri imbracciavano le bandiere della difesa degli abitanti de Le Piagge, Quaracchi, Brozzi, Peretola e adesso, che potrebbero liberare i cieli di queste zone, si inventano le teorie più strampalate e senza fondamento scientifico alcuno per dichiararsi comunque contro, perché a loro il progresso, evidentemente, spaventa.

In realtà lo sviluppo dell'aeroporto di Firenze preoccupa la costa, Pisa e il suo indotto. Curioso come questi "ecofaidate" non si siano accorti che l'impatto dell'aeroporto di Pisa in termini di curve isofoniche e di inquinamento è maggiore di quello che avrebbe un "Vespucci" sviluppato, sono decenni che le zone intorno all'aeroporto di Pisa soffrono di questa condizione ma, si sa, la visione dei profeti è talmente ampia che questo piccolo dettaglio è loro sfuggito.Qualcuno si riempie poi la bocca con lo slogan "sistema aeroportuale integrato", analizziamo lo slogan: chi non vorrebbe un sistema aeroportuale sul modello degli aeroporti lombardi ad esempio? Peccato che laddove Malpensa, Linate e Orio al Serio godono di sinergie tecniche e commerciali e possono essere vicendevolmente aeroporti alternati (cioè disponibili ad accogliere voli dirottati da uno dei tre scali) allo stato attuale Firenze sarebbe relegata ad essere il parente povero, il figlio minore, l'equilibrio del sistema farebbe perno sull'aeroporto di Pisa con le conseguenze nefaste in termini di politica commerciale che soffrirebbe Firenze.

Mentre Firenze, nonostante studi tecnico universitari commissionati da ENAC che sostengono la compatibilità della pista parallela, inclinata o no, si dibatte infastidita da pulci con la tosse ed elefanti con l'artrosi, Bologna si sviluppa, grazie ai treni superveloci in 27 minuti è possibile raggiungere Bologna e in mezz'ora si è all'aeroporto dalla stazione e questo nonostante che il "Marconi" crei problemi alle zone ad esso limitrofe. Il "politico del fare" Matteo Renzi aveva promesso di sbloccare la situazione ma anche la sua mistica iperattiva si è scontrata con i poteri forti, i poteri economici della costa e gli equilibri interni del suo partito. Enrico Rossi si sta adoperando attivamente ma il suo agire è ondivago e non si capisce cosa in realtà abbia in mente, compra quote azionarie dell'Aeroporto di Firenze s.p.a, non lascia le quote di Pisa in un agire politico che sembrerebbe andare verso il "polo aeroportuale toscano" pubblico, bene, benissimo però, per le ragioni prima dette, conditio sine qua non per la realizzazione del polo è lo sviluppo dell'aeroporto di Firenze. Questa, in compendio, la situazione di un importante polo economico della realtà fiorentina, un polo che garantisce occupazione e sviluppo economico del territorio, un polo che meriterebbe attenzione da parte di tuttii per arrivare ad uno sviluppo che rappresenterebbe una chiave di volta per il territorio fiorentino. 

Ultima modifica il Lunedì, 20 Aprile 2015 09:32
Bernardo Fallani

Studi Umanistici, formazione politica laica e comunista, Dirigente Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. Dipendente di AdF s.p.a. (Aeroporto di Firenze).

Sostenitore dell'estetica del fare.

Ultimi da Bernardo Fallani

Devi effettuare il login per inviare commenti

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.