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Mercoledì, 20 Novembre 2013 00:00

Un posto dove si costruisce la pace

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In un mondo in cui la guerra è sempre presente, vicina o lontana che sia; in una città sempre più multietnica e multiculturale; in un quartiere che è per antonomasia il regno indiscusso delle minoranze a Firenze, nasce un progetto che coltiva la pace.

Il Laboratorio Permanente per la Pace ha sede nel cuore del quartiere 5. Si occupa della promozione e dell'educazione alla pace ed è un servizio ludico-educativo che si rivolge a minori e ad adulti, docenti, educatori e genitori.

Gestito dalla cooperativa “l'Abbaino”, è in sostanza una biblio-video-ludoteca interculturale con prestito di libri e giocattoli, ma offre anche un centro di consulenza e informazione. Organizza laboratori, interventi nelle scuole, corsi di aggiornamento e formazione, il tutto mirato ad educare piccoli e grandi alla Pace. Pace intesa come educazione alla cittadinanza terrestre, promozione del dialogo interculturale, gestione dei conflitti, educazione alla democrazia e ai diritti umani.

1- Ci racconta di questa bellissima iniziativa Barbara Hoffmann, referente pedagogica.

Il progetto del Laboratorio Permanente per la Pace nasce a metà degli anni 90, da un’idea del Quartiere 5, e si svolgeva inizialmente in un’aula della scuola Don Minzoni. L’idea era quella di offrire un luogo in orario extra-scolastico nel quale i bambini potessero incontrarsi e fare attività ludico-creative volte a sostenere la nascita di relazioni positive anche tra culture diverse. Il Laboratorio aveva inoltre la funzione di divulgare informazioni su eventi e proposte di educazione interculturale e alla Pace che si sviluppavano a Firenze e dintorni. Da allora sono cambiate molte cose, si è ampliato il raggio di intervento, adesso lavoriamo con le scuole in maniera piuttosto continuativa. Anche la Sede è cambiata varie volte, andando sempre a migliorare e ora siamo in uno spazio indipendente in Via Calò 22/24.

2- L'esistenza di un simile luogo di incontro sembra fondamentale in una società a continuo rischio di conflitti..

Assolutamente. L’approccio fondato sulla cura delle relazioni interpersonali, intergenerazionali e interculturali e sull’ascolto dei bisogni della gente è il motivo per cui in questi anni il laboratorio ha potuto acquisire una certa visibilità sul territorio diventando un piccolo ma costante punto di riferimento per tutta la comunità. E' evidente il bisogno delle persone di trovare luoghi di incontro accoglienti, nei quali scambiare idee e opinioni, imparare cose, incontrare persone. E noi colmiamo questo bisogno. Sottolineiamo l'importanza della collaborazione, del rispetto delle culture e degli stili di vita.

3- Immagino però non sia sempre tutto rose e fiori. Avete riscontrato molte difficoltà nel vostro percorso?

“In molte occasioni. Il problema principale è comunque sempre la mancanza di fondi. Vediamo quotidianamente potenzialità infinite, competenze, idee, energie che raramente hanno modo di essere valorizzate. Le persone che gravitano intorno al Laboratorio permanente sono motivate e sensibili ai temi dell’educazione alla Pace, ma il loro impegno è spesso relegato alla sfera del volontariato. È ancora poco presente una cultura che interpreti l’educazione alla Pace come un impegno necessario e importante per la società. Il Laboratorio Permanente stesso fatica a rientrare nel budget. Nonostante il sostegno del quartiere 5, che garantisce il lavoro di quattro operatori (e di questi tempi non è poca cosa), le richieste del territorio sono molte e tutte importanti ed è davvero difficile esaudirle tutte.

Come sempre, si tende a vedere queste splendide iniziative come una spesa piuttosto che come un investimento, senza rendersi conto che sono proprio questi i mezzi per costruire un mondo migliore, per tutti. Ma è bello vedere che nonostante le difficoltà c'è qualcuno disposto a mettersi in gioco, consapevole che i bambini sono il futuro, e il futuro può essere migliore.

Immagine tratta da: www.donneinnero.it

Bianca Porciatti

Classe 1986, senese di nascita e fiorentina d'adozione.

Laurea triennale in psicologia, educatrice, interprete di lingua dei segni e aspirante giornalista, da sempre interessata al sociale e all'ambito dell'istruzione.

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