Giovedì, 24 Gennaio 2013 00:00

In lotta per difendere il servizio sanitario

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A Firenze è uno dei periodi più freddi di questo inverno. Non a caso appena arrivati i lavoratori di Careggi in presidio ci offrono del Vin brulè. Sono davanti al nuovo ingresso dell’azienda ospedaliero-universitaria fiorentina per tre giorni, accompagnati da un camper che ricorda quello usato da Renzi per le primarie del Partito Democratico di pochi mesi fa. L’idea era già stata utilizzata dai lavoratori del Maggio Musicale, in vertenza con il primo cittadino del capoluogo toscano. La visibilità delle lotte richiama una politica istituzionale quasi sempre assente dalle manifestazioni, salvo rare eccezioni.

Sulla sanità la partita è aperta in realtà da molto tempo, ma solo ultimamente questo tema è entrato a far parte della percezione comune, probabilmente a seguito delle dichiarazioni di Monti sul sistema sanitario nazionale.

A dicembre una manifestazione (del sempre più attivo Coordinamento in difesa della sanità pubblica) aveva denunciato le peculiarità dei tagli a livello regionale (leggi qui). In Toscana il presidente della Regione viene dall’assessorato alla sanità e questo settore è spesso citato come un esempio di eccellenza dallo stesso Rossi. Pochi giorni fa dichiarazioni simili le aveva ribadite anche Formingoni ad Otto e Mezzo.

A Careggi si sono mossi Cobas, Uil, Usi e Fials, quattro sigle sindacali abitualmente molto distanti tra loro (con l’assenza di Cisl, Cgil e USB quindi), per organizzare tre giornate pubbliche, fatte di momenti di sensibilizzazione, incontri e denunce. Si confrontano lavoratori e studenti sulla riorganizzazione che è stata proposta ai lavoratori, che denunciano come la logica che ha guidato le scelte aziendali sia “più lavoro a minore salario”. L’opposto di quanto si è letto sulle pagine di la Repubblica e altre testate di informazione: “dicono che siamo qui per ottenere il privilegio di 33 ore settimanali. Noi infermieri turnisti siamo in debito con l’azienda di 65mila ore di straordinario. Se i servizi sono garantiti è grazie al senso di responsabilità e al sacrificio di tutti i lavoratori”.  

La scelta di riorganizzare i turni a Careggi non è un problema limitato alla realtà fiorentina. In molti parlano di “banco di prova”, per creare un servizio sanitario con un privato sempre più presente (fate caso alla frequenza con cui ci si può imbattere in pubblicità sui servizi sanitari integrativi).

Anche in questa piazza la politica istituzionale è percepita come un elemento distante. Da una tasca si intravedere il simbolo elettorale della lista Rivoluzione Civile di Ingroia. Il gruppo consiliare di Rifondazione è l’unico che in Regione sta provando a dare sponda alle proteste di lavoratori ed utenti, non senza evidenti difficoltà, dato che fa parte della maggioranza di Rossi. Si tentano di creare strumenti di contrasto: la presenza all’interno delle singole lotte e la creazione di una commissione che, come una task force, giri ospedali e presidi sanitari per verificare i disservizi causati fino ad oggi dai tagli già attuati (senza aspettare il servizio televisivo scandalistico di turno).

Gli occhi sono puntati sulla Regione: i lavoratori di Careggi hanno appena inviato richieste di incontro alla quarta commissione e all’assessore alla sanità. Il prossimo appuntamento è per il 16 febbraio, giorno in cui un corteo a Firenze proverà a riunire le varie istanze toscane. Qualche piccolo successo c’è già stato, ma nessuno si illude. In campagna elettorale è più facile ottenere risultati. Il gelo di questi giorni è significativo, l’Europa ha ancora molte richieste da fare, in nome della responsabilità nazionale.

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Pubblicato in Toscana

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